martedì 31 gennaio 2023

dedicato come canto di ultimo commiato per la sinistra (presunta) tutta quanta:tutto va bene madama la marchesa




dedicato  come  canto di commiato  alla sinistra (presunta) tutta quanta: da Lorenzo Guerini e Dario Franceschini a De Magistris, dall'ex ministro Speranza agli accademici "castali" della (presunta,anzi una menzogna) società civile,da D'Alema ai centri sociali,insomma-per capirci.- quelli organizzati e costruiti dai figli annoiati della borghesia annoiata  cafonal chic  per poi ottenere curriculum importante ai fini accademici e diventare scrittore di immediati e-book h.24 

Dedicato anche ad alcuni carissimi amici e carissime amiche già compagni della(presunta )  sinistra palermitana e siciliana  che ancora continuano a pontificare. Non lo fanno in malafede..anzi (ma è peggio) in assoluta buonafede..il che li e le rende  "teste di minchia di mare" (scritto e detto con sim-patia/em-patia ed amicizia) 

***

Allo Battista, che c'è di nuovo,
cos'è accaduto? Dite un po'!
Voglio sapere che cosa trovo
quando al castel ritornerò.
 
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben,
però l'attende forse una sorpresa
che dir non posso fare a men:
un incidente banal, meschino,
è morto il suo bel cavallino;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.

 
Allo, allo Martin, che cos'è stato,
il mio caval come morí?
Spiegami orsú, servo fidato,
quale disgrazia lo colpí?

 
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben,
però l'attende ancora una sorpresa,
che dir non posso fare a men:
morí il cavallo per asfissia,
ché si incendiò la scuderia;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.

 
Allo, allo Jean, ma com'è andata,
la scuderia chi mi incendiò?
Tu sei per me servo fidato,
questa disgrazia come andò?

 
Cela n'est rien, Madame la Marquise,
cela n'est rien, tout va très bien,
però l'attende ancora una surprise,
che dir non posso fare a men:
una scintilla varcò il cancello
dal tetto in fiamme del castello;
mais à part ça, Madame la Marquise,
tout va très bien, tout va très bien.

 
Allo Giuseppe, servo zelante,
il mio castello si incendiò?
Parlate, orsú, son trepidante,
non state lí fra il sí e il no!

 
Le spiegherò, Madama la Marchesa,
c'erano i ladri nel castel,
la sua parure di zaffiri hanno presa,
insieme a tutti i suoi gioiel;
fuggendo un ladro rovesciò
una candela sul comò,
fece del mobile un falò,
cosí il castello si incendiò,
le fiamme il vento propagò
ed alle stalle l'appiccò
e fu cosí che dopo un po'
il suo cavallo le asfissiò;
ma a parte ciò, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben.

https://lyricstranslate.com


***



domenica 29 gennaio 2023

Il 25 aprile 1951 Piero Calamandrei, nella commemorazione del volo antifascista su Roma di Lauro de Bosis avvenuta il 3 ottobre 1931, così argomentava:

Piero Calamandrei 2.JPG



Il 25 aprile 1951 Piero Calamandrei, nella commemorazione del volo antifascista su Roma di Lauro de Bosis avvenuta il 3 ottobre 1931, così argomentava:

"dobbiamo ricordare che chi primo lanciò il grido nel silenzio sconsolato furono gli uomini isolati ed esemplari che anche negli anni del buio seppero segnare la strada e mantenere la continuità tra il primo e il secondo Risorgimento. La Resistenza è stata possibile perché Matteotti è stato pugnalato; perché Amendola è stato abbattuto dai sicari e Gobetti stroncato a bastonate; perché i Rosselli sono stati assassinati; perché Gramsci è stato fatto morire in galera; perché Lauro de Bosis si è inabissato nella notte dopo avere assolto il suo voto. Sono essi i precursori della Resistenza; essi i fratelli di tutti i caduti dell’ultima guerra, di tutti i torturati dai tedeschi, di tutti i trucidati dai fascisti, di tutti gli scomparsi nei campi di deportazione."


***

La resistenza armata contro il nazifascismo si svolse tra l’8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945, ma, l’antifascismo organizzato iniziò ad operare molto prima, precisamente nel 1924, anno dell’assassinio di Matteotti. La protesta dell’Aventino da parte dei parlamentari che si riconoscevano negli ideali liberaldemocratici, l’opposizione di Luigi Albertini in Senato, nonché il conseguente malcontento nato nel Paese, segnarono di fatto l’inizio dell’azione antifascista che per anni si sviluppò nella clandestinità sia in Italia che all’estero.

Matteotti, con la sua attività e il suo impegno nel Partito socialista, nel sindacato, nel comune di Villamarzana del quale era sindaco, nel Parlamento, rappresentava l’essenza dell’articolazione della vita democratica che la dittatura fascista si proponeva di abolire.

La sua figura viene ricordata ed onorata non solo perché fu un martire, ma anche perché rappresentò un punto di riferimento per gli antifascisti e per le forze liberali e democratiche: diversi furono i giovani che in suo nome aderirono al Partito socialista e in suo nome, durante la Resistenza, si sarebbero battuti contro l’invasore tedesco e il nemico interno fascista nelle Brigate Matteotti, delle quali Sandro Pertini fu il massimo esponente.

Erano gli eredi di quella opposizione morale – originatasi l’indomani dell’omicidio del deputato socialista – costituita da due generazioni cresciute nel Ventennio, che ruppero definitivamente gli argini all’indomani dell’8 settembre del 1943. Quella opposizione ebbe tra i suoi maggiori esponenti le personalità più vicine al deputato socialista, che in suo nome diedero inizio alla lotta antifascista.

Ma durante il Ventennio, molto prima del 1943, molte furono le azioni antifasciste volte, se non a destituire, a scalfire Mussolini e il suo regime. Nacquero, infatti, attività clandestine da parte di varie forze liberali e democratiche che continuavano a coltivare la speranza della libertà nell’attesa di completare quel “secondo Risorgimento” a cui Calamandrei e Pertini, con le loro parole, avevano fatto riferimento.

C’è dunque un evidente nesso tra le biografie di molti oppositori del regime, che parte appunto da Matteotti, attraversa e orienta le vicende personali e l’azione di figure come Rosselli, Pertini, Parri, Turati, per arrivare fino alle pagine più alte della Resistenza: è un filo di altissimo “addestramento” civile e morale nel nome della libertà e della democrazia.

Infatti, accanto a quelli che potremmo definire gli “eredi diretti” del deputato socialista troviamo poi movimenti di “opposizione morale” silenziosa, riconducibili a cenacoli intellettuali raggruppati attorno ad influenti personalità delle élites italiane, con la particolare accezione – dato il momento storico – di essere portatori di idee liberal -democratiche non necessariamente riconducibili a un partito in particolare: forze che poi sarebbero andate a formare – assieme a ai cosiddetti “eredi diretti” il Comitato di liberazione Nazionale il 9 settembre del 1943.

Richiamiamo due tra i tanti casi che si potrebbero ricordare.

Il primo è il cenacolo che si riunisce attorno a Umberto Zanotti Bianco a Roma, e che annovera tra i suoi frequentatori personalità quali Rinaldo e Lavinia Taverna, Titina e Giuliana Benzoni, Ferdinando Martini, Jacques Maritain e Nina Ruffini. La vicinanza di questo mondo alla causa della principessa Maria Josè fece maturare nei suoi partecipanti l’avversione alla dittatura che maturò durante quella lunga resistenza, di cui prima si accennava, e che esplose dopo l’8 settembre decretando l’abbandono degli ambienti cospirativi a favore di una lotta senza quartiere contro il nemico: complice anche il fatto che dal 1921 l’Animi di cui Zanotti era il presidente era ospitata a Palazzo Taverna.

Il secondo caso preso in esame serve ad avvalorare la maturazione di quella generazione che, troppo giovane per avere vissuto direttamente l’omicidio e la vicenda umana di Matteotti, era comunque cresciuta nell’esempio della libertà e dei valori della difesa della patria impartito dalla prima generazione che aveva originato l’opposizione morale di cui prima dicevamo. Rinaldo e Cristina Casana, con accanto la mamma Costanza Taverna, precisamente nipoti e figlia di Rinaldo e Lavinia Taverna nonché affini di Giuliana Benzoni, misero in piedi a Novedrate in Brianza una base d’appoggio per i partigiani nella loro villa di famiglia. Qui si incontravano personaggi di ogni appartenenza politica. Qui si tennero molte delle riunioni del CLNAI, con la partecipazione di personaggi tra i più diversi, tra i quali Giuseppe Dozza del partito comunista il liberale Alfredo Pizzoni, Augusto De Gasperi, fratello di Alcide, politici evasi, ebrei ricercati dai tedeschi, inglesi, figli di amici risaliti dal Sud senza appoggio, che trovarono lì un rifugio sicuro. Ospitalità trovarono a Novedrate anche i membri dell’OSS americana, che qui aveva istallato una radio clandestina, guidata dal comandante Elia. Addirittura, una volta Edgardo Sogno e Guido Vanzetti vi portarono, evaso dalle carceri di Como, l’uomo politico democristiano Pietro Mentasti.

L’azione di coordinamento svolta dai fratelli Casana configura una rete di resistenza liberal-democratica alla quale partecipavano figure di varia provenienza politica che ambivano ad un riscatto della patria e alla riconquista delle libertà perdute, alla quale nessuno che si definisse antifascista poteva esimersi dal partecipare, e che durante quei venti mesi si sarebbe articolata in una lotta armata coadiuvata da una robusta struttura logistica e organizzativa.

https://tocqueville-acton.com/2022/10/29/la-memoria-matteottiana-e-la-guerra-di-liberazione-nazionale/