domenica 3 marzo 2019

"Il paradosso del poliziotto"


tratto dal racconto  "Il paradosso del poliziotto"  nella raccolta di racconti "Non esiste saggezza" di Gianrico Carofiglio  Rizzoli 2010 da pagina 180 a pagina 190-passim 


Uomo Anziano : Una volta ho letto in un romanzo una descrizione che diceva più o meno "Non gli piacevano i criminali-di qualsiasi tipo- ma non passava il suo tempo a rodersi pensando che la maggior parte di loro l'avrebbe fatta franca e sopratutto quando aveva torto era capace di ammetterlo senza fare storie " Questo è l'atteggiamento giusto,credo. Se poi dovessi proprio indicare le qualità direi:spirito di osservazione,capacità di dubitare,senso dell'umorismo.
(...)..E per essere più preciso capacità di non prendersi sul serio.(...) Se uno si prende troppo sul serio,non riesce a vedere i particolari.Nei luoghi e sulla faccia delle persone.I particolari sono quasi sempre la cosa più importante.(...) Il lavoro investigativo ha un'essenza intrinsecamente paradossale. Richiede padronanza della tecnica e,insieme,consapevolezza del fatto che,spesso,i casi vengono risolti a prescindere dalla tecnica.Richiede senso delle regole,etiche e giuridiche,e nello stesso tempo sospensione di ogni giudizio morale.(...) Il lavoro dell'investigatore,poliziotto o pubblico ministero,si colloca in una linea di confine.Da un lato ci sono delle regole,non necessariamente giuridiche,che spesso ,consapevolmente o inconsapevolmente,vengono violate.Ma senza regole non c'è  nessuna differenza tra guardia e ladro,tutto si riduce a una pura questione di rapporti di forza.Dall'altro lato  c'è la tendenza che abbiamo tutti, a dare giudizi morali sul comportamento altrui. Questa tendenza è ancora più pericolosa di quella che spinge a violare le regole.I peggiori investigatori-quelli che fanno gli errori più gravi e devastanti-si trovano nella categoria dei moralisti.(...) I giudizi morali offuscano l'intuito investigativo e la comprensione del crimine. E a volte mascherano aspetti inconfessabili della personalità di chi li formula:(...) Tutti noi le abbiamo le pulsioni criminali.Quelli che non lo sanno o non lo ammettono (e tra questi ci sono i moralisti) sono i  più pericolosi perchè,non essendo consapevoli,non hanno il controllo del meccanismo (...) "

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