giovedì 26 maggio 2022

BUCCINI: “PERIFERIE VITTIME DELLA SINISTRA VILE E DELLA DESTRA IRRESPONSABILE

 


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https://www.glistatigenerali.com/editoria_storia-cultura/buccini-periferie-vittime-della-sinistra-vile-e-della-destra-irresponsabile/


Com’è cambiato il ruolo della magistratura dall’epoca di Mani Pulite ad oggi? Hanno ragione Sallusti e Palamara quando raccontano nei due libri “Il sistema” e “Lobby &Logge” che, a prescindere dallo scandalo Palamara, il sistema esiste e continua ad esistere?


Hanno assolutamente ragione e aggiungo che la magistratura è cambiata in peggio ed è anche facile da comprendere. L’inchiesta di Mani Pulite ha sancito la morte della politica che era già in atto, gli stessi partiti si stavano già suicidando da tempo a colpi di furti, di non essere credibili per i cittadini, l’inchiesta ha semplicemente svolto il compito di becchino di una politica già suicida. Le culture politiche sono scomparse e non si sono più riproposte nel nostro Paese e siccome gli spazi vuoti non esistono, la magistratura ha occupato lo spazio lasciato vuoto dalla politica. Questo ha prodotto la politicizzazione della magistratura e la politica a sua volta è diventata giudiziaria, questo è stato il danno, questo ha corrotto le toghe, ha ampiamente fatto si che le toghe assumessero i difetti della politica che loro stesse avevano contribuito a seppellire. Hanno ragione quindi Sallusti e Palamara. Fa un po’ specie però che un personaggio, davvero discutibile come Palamara, si erga a metro della vicenda. Mi fa sorridere, solo in un Paese come il nostro possono accadere cose simili, in un altro Paese scomparirebbe dalla scena pubblica, finirebbe dignitosamente in un luogo tipo la nostra campagna umbra a leggere libri e a pensare ai suoi figli e ai suoi nipoti. È vero però che il Sistema esiste, è più che mai vivo e va via via peggiorando, la Magistratura non riesce a liberarsi del Sistema che si è impossessato della magistratura stessa. A questo punto sono possibili solo due soluzioni, la prima è che la magistratura faccia un passo indietro spontaneamente, la soluzione sta, a mio avviso, nello scioglimento delle correnti. Non è possibile che io sappia prima se il giudice che mi dovrà giudicare sia di sinistra o di destra, questo mina duramente la credibilità della magistratura, che infatti sta precipitando. La seconda soluzione è che la politica smetta di chiedere alla magistratura la legittimazione per la propria esistenza. Una politica vigliacca e debole da molti anni ha sempre bussato alle porte dei magistrati, chiedendone la supplenza. I magistrati in fondo hanno fatto quello che la politica ha chiesto loro di fare, dite ai cittadini che siamo buoni e giusti. Questa cosa è assurda. La cultura politica non è fatta solamente di un programma sulla giustizia, ma di una serie di idee che compongono la visione su ambiente, tasse, il digitale la crescita del sud, l’Europa, insomma un partito politico si proponga di creare dei programmi organici, comprensibili, coerenti da lanciare ai propri cittadini. Nel momento in cui il partito politico viene legittimato in questo modo e non per via giudiziaria, potrà a quel punto recarsi dalle toghe chiedendo loro di rientrare nell’alveo delle loro funzioni e delle loro competenze, a quel punto la smetteremo di avere i procuratori che si occupano della politica giudiziaria italiana, il recente sciopero delle toghe è l’ultimo triste capitolo.


Nel suo libro “Ghetti” racconta le periferie italiane, terreno di scontro fra ultimi e penultimi, secondo lei quanto la gentrificazione, invece di un’accurata riqualificazione, contribuisce a questo problema? Come si accentuerà il fenomeno in seguito a pandemia e guerra in Ucraina?

Penso che la politica si debba occupare degli ultimi che abitano dentro queste periferie di degrado, senza far finta che il problema non esista e senza oltremodo tentare di cavalcarlo. Negli anni ’10 le periferie hanno incrociato una violentissima crisi economica, prima di questa ci fu quella del 2008 che si è scaricata sulle società occidentali più deboli, sul nostro Paese, sulle parti più deboli cioè sulle periferie. Ha poi incrociato la crisi migratoria, che ha messo a nudo l’inadeguatezza dell’accoglienza, tutto questo ha prodotto nelle periferie un mix esplosivo che non è stato affrontato dalla politica. È stato ignorato e rimosso dalla sinistra, in Italia abbiamo la sinistra più vile dell’occidente, dall’altra parte è stato strumentalizzato dalla destra più irresponsabile dell’occidente, che è quella che abbiamo in Italia, ciò ha portato le periferie ad essere totalmente fuori controllo. Penso che oggi il privato in questi luoghi possa fare molto, la sponsorizzazione può fare molto, non tutto può avvenire per mano pubblica, il tutto però deve stare dentro un alveo che il pubblico possa programmare. Si stava cercando di rispondere in seguito alla pandemia con le risorse previste dal PNRR, dove era previsto un programma di intervento serio al sud e nelle periferie, la guerra ha devastato tutto, è probabile, che sia necessario un altro PNRR o che vada rivisto il primo.

mercoledì 18 maggio 2022

il clericalismo "di sinistra" ...E' una questione di metodo prima di essere una questione di merito.

 


E' una questione di metodo prima di essere una questione di merito.

Mi è stato chiesto un articolo di impostazione diacronica sull'intero processo ancora in corso, in alcune chiese cristiane, circa il solito problema dell'ordinazione delle donne ai ministeri del diaconato, del presbiterato e dell'episcopato.(e nelle chiese protestanti tradizionali del pastorato e del ministero della predicazione)

Sto consultando una significativa quantità di documenti, relazioni, quesiti, risposte a quesiti, atti di convegno, testi teologici e pastorali e resoconti di iniziative propulsive per realizzare l'ordinazione delle donne.


Ad oggi ho la sensazione e la percezione che coloro i quali e coloro le quali chiedono in modo determinato (magari anche gradualmente) la conclusione positiva di questo processo nelle chiese che ancora rifiutano tale ipotesi, siano e stiano in una posizione di contraddizione interna, di profonda contraddizione interna. Essa si sostanzia nella legittimazione storico-teologica delle loro richieste con un lavoro di ricerca di prove documentali per cui, ad esempio,  almeno fino all'XI secolo il diaconato femminile (ma non il sacerdozio) esisteva nella Chiesa di Roma accompagnato ad una fatica esegetica di interpretazione  di testi biblici, patristici e di documenti conciliari.

La contraddizione interna: si chiede che l'ordinazione delle donne pensata come rottura del sistema ministeriale maschile riceva da esso legittimazione ed autorizzazione.

E' la continua questione di ricercare,per avere dignità e senso ecclesiale, l'ermeneutica della continuità con l'ampio effetto paradossale e di eterogenesi dei fini che la (a questo punto presunta) novità primaverile ecclesiale nello Spirito Santo da parte e con "l'altra metà del cielo" si svilisca  e si svilisce in una sorta o di ampliamento della gerarchia o della creazione di una sorta di gerarchia parallela sempre quindi nell'ottica del clero come "persone messe a parte" A questo punto "l'altra metà del cielo"  dovrebbe fare spietata autocritica. 

E in questa ricerca ad oggi mi resta la domanda:  perchè mai si deve ricorrere all'ermeneutica della continuità? E ritengo che tale domanda debba essere posta ad altre richieste di novità ecclesiale. E si aggiunge una piccola e sommessa pro-vocazione "Ma lo Spirito parla solo nel codice dell'ermeneutica della continuità e Gli/le è proibito (e da chi?) parlare nel codice dell'ermeneutica della discontinuità?