mercoledì 12 ottobre 2022

Mister Putin.. suvvia solo tra falchi e non tra colombe si possono stipulare accordi

 



Mister Putin  buon pomeriggio ,buon secondo pomeriggio dall'Italia  in Sicilia e da Palermo  


Introduzione

Il suo sistema di potere e di governo autoritario è stato ,a suo tempo, autorizzato  da noi occidentali ed Ella  per circa 20  anni è stato inserito nel "salotto buono" del nostro potere occidentale ed insieme con noi ha agito in diverse zone del pianeta e noi in silenzio abbiamo pagato volentieri la cambiale: Le è stato consentito volentieri   all'interno  ma anche all'esterno della Federazione Russa di non tenere conto ,anzi di stracciare  la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Inutile fare l'elenco di tutte le volte in cui il suo sistema ha incenerito la dichiarazione. Ci siamo voltati  per non vedere. Poi qualcosa si è rotto... nel senso che mica noi occidentali siamo persone perbene .. anzi al contrario ..abbiamo  lo stesso DNA  espansionistico quindi non ci siamo mai pentiti di averLa autorizzata  ma  gli interessi  geopolitici e di denaro sono cambiati. Ella da nostra creatura è diventato il nostro nemico. Ci sta.E' ovvio. Pecunia non olet.  MAI 


Premessa. n.1

Io resto convinto che la Federazione Russa sia l'aggressore e la Repubblica di Ucraina sia l'aggredito 


Premessa n.2 

Io resto convinto che il sistema di governo complessivo della Federazione Russa sia un'autocrazia di "democrazia illiberale"(se ben ricordo è  la traduzione italiana di una sua espressione allorquando ha tematizzato l'inutilità e la fine  della cultura liberale ) 

Premessa n 3

Il Santo Padre Papa Francesco  (un falco, a suo modo, anch'egli) ha individuato alcune notazioni 1) la Nato "le abbaia" ai suoi confini  2) la Russia ha aggredito  3) l'Ucraina è stata aggredita  4) La Federazione Russa deve fermarsi nel proseguire la guerra  5) la Repubblica Ucraina deve essere disponibile a negoziare  

Premessa n 4

Ella sa bene che il movimento pacifista europeo  è una bolla di ipocrisia  nella loro fasulla dichiarazione del "Nè con la Nato ..Nè con Putin" ..Ella sa bene che stanno sotto sotto con l'aggressore  ed Ella fa bene ad usarli ed anche(spero)  a disprezzarli .Ricordano tanto il movimento italiano dei partigiani della pace nell'immediato dopoguerra che urlavano contro la presenza USA  ed esaltavano la potenza militare e tirannica dell'URSS. (la cui  fine è  da lei ritenuta la più grave sciagura del XX secolo... lo scrivo per farne memoria) 

Premessa n 5 

Abbiamo tutti terrore che Ella , per diversi motivi di politica interna ed anche alla fine per uscire dall'imbuto, possa usare le armi nucleari e poco importa che siano tattiche e non strategiche 


PERTANTO 

La paura "fa 90" . Quindi Ella ha vinto.. Me ne dispiaccio, ma Ella ha vinto.. Occorre negoziare ,in posizione di ovvia subalternità, con il governo della Federazione Russa accettando anche che nella delegazione Ella inserisca il signor Kirill e il Prof Dugin. Nella delegazione occidentale occorre evitare di inserire  sia la bolla dell'ipocrisia pacifista, sia la componente smaccatamente filo-putiniana dell'occidente. Ne esistono  e sono tanti ma lo dicono e non lo dicono e alla fine lo dicono.  Inserire solo  Occidentali falchi che in quanto e perchè occidentali sono criminali doc. 

E quindi non si preoccupi... Tra falchi si riuscirà a trovare un accordo. Ella probabilmente potrà ottenere perfino molto di più rispetto ai suoi scopi.. 

La ringrazio per l'attenzione  con due  conclusioni

.) la Nato abbaia ai suoi confini perché  i paesi dell'Est  liberi finalmente dalla tirannia sovietica, hanno, per giusta paura dell'orso russo,  di loro iniziativa chiesto alla Nato di abbaiare.  La bontà e il porgi l'altra guancia  non sono condizioni previe fondanti l'agire politico. Anzi sono  condizioni suicide per l'agire politico degli stati tutti e tutti quanti

.) quindi organizzate una bella conferenza internazionale  tra Russia, USA, Cina ed India e spartitevi pure il pianeta. Non tirate le bombe atomiche, ridateci il gas e l'elettricità a costi  "umani " e (qui vorrei essere cattivo anche con me stesso) "cristiani" e la famosa dichiarazione dei diritti della persona e del cittadino si rassegni ad essere il due di coppe del gioco della briscola. Solo i falchi possono fare accordi..noi terrestri "normali" possiamo solo ubbidire  E  in questo modo l'oscena litania di "pace..pace" troverà conclusione. Infatti chi grida "pace ..pace" è ,da buon falso profeta, il vero guerrafondaio

Padre Giovanni Festa-sacerdote ortodosso (ma grazie a Dio non nel e del Patriarcato di Mosca) 

 









martedì 11 ottobre 2022

Buone Pratiche di Resistenza. Introduzione al cinismo Condividi di Roberto Brigati *

Introduzione al cinismo - Roberto Brigati - copertina


Descrizione


C'è stato un tempo in cui «cinico» era una parola di apprezzamento. Questa può essere una sorpresa perfino per chi ha una preparazione filosofica, perché coloro a cui per primi fu applicata la qualifica sono finiti ai margini anche della storia della filosofia, per motivi che il libro tenterà d'indagare. Di certo quando questo termine ricorre nel quotidiano non si pensa per prima cosa a un filosofo, anche se nella memoria può esserci da qualche parte la figurina più o meno sbiadita di Diogene nella sua botte o in giro con la sua lampada in pieno giorno. Nondimeno il cinismo non fu un episodio: il movimento fu attivo fino alla fine dell'evo antico, in tutto il mondo mediterraneo, e con un numero di adepti che ha fatto parlare di «fenomeno di massa». Molti dei suoi schemi sono filtrati nello stoicismo, ma anche nella predicazione cristiana delle origini. Per tutta l'età medievale e moderna, fino all'Illuminismo, il cinismo ha mantenuto una folta schiera di ammiratori, per essere poi in gran parte dimenticato. Dagli anni Ottanta, c'è stato un risveglio d'interesse per la filosofia cinica, ma la sua eco in Italia è ancora limitata. Questo volume si propone d'inquadrare il cinismo antico e di esplorare la sua eredità nella cultura europea. Lungo questo itinerario dovrebbe emergere quanto sia inestimabile il contributo che il cinismo ha dato alla costruzione della figura occidentale dell'intellettuale - e del suo rovescio: l'anti-intellettuale, l'insubordinato, il trasversale, l'apocalittica

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Per questo i cinici sono «personaggi urbani e mondani»: un cinico solitario, un eremita, non ha alcun senso, l’eremita si isola per non farsi distrarre dal suo desiderio di Dio, mentre un cinico solitario, che se non crede nella regalità di Alessandro tantomeno può credere in quella divina, è solo una figura miserabile. La natura, per il cinico, non è un passato perduto da recuperare (come invece vogliono fare i reazionari di tutti i tempi), è piuttosto una natura sempre di nuovo da immaginare e reinventare:

Non si tratta di “tornare” alla natura: difatti non si assiste al “ritiro dal mondo” (anachrēsis) che sarà del monachesimo. I cinici non abbandonano la città per il deserto né per luoghi più o meno incontaminati. Il primitivismo, se c’è, non è strutturato in senso storico né ecologico; e la “natura”, se c’è, è da raggiungere attraverso l’ascesi. […] Il “ritorno” alla natura è quindi in primo luogo un rifiuto morale della città e della sua forza normativa. Senza bisogno di allontanarsene, il cinico ne sospende la vigenza e istituisce una prima forma quantomeno negativa di cosmopolitismo: alla domanda identitaria, “di che città sei”, Diogene risponde kosmopolites, e Cratete alla stessa domanda risponderà “concittadino di Diogene”, a indicare uno stesso atteggiamento d’indifferenza ai vincoli nazionali e al nomos localistico (Brigati 2022, p. 137).


 come dice il maestro di Diogene, Antistene «chi teme gli altri è uno schiavo, anche se non lo sa» (ivi, p. 55). Il cinico non teme gli altri, nel senso che non ha bisogno dello sguardo riconoscente dell’altro. Per questo il suo modello è il cane, cioè l’animale, che è animale proprio perché la sua esistenza non ha bisogno delle istituzioni:

In questo quadro retorico e scenico va compresa la sfrontatezza cinica. Sono le sue due dimensioni, una “autarchica” e l’altra “parresiastica”. In primo luogo la vergogna (aidōs) è una forma di dipendenza dallo sguardo altrui, eventualmente oggettivato sotto forma di principi interiorizzati. […] E cedere al ricatto della vergogna è un venir meno all’imperativo morale della cura di sé: “Quando dai ascolto (phrontizēs) a un altro, non ti curi di te” […]. Perciò la presa di coscienza cinica implica l’anaideia, l’abbandono di ogni pudore. Di qui l’esibizione dei comportamenti intimi: Diogene è avvezzo a “fare tutto in pubblico, sia gli affari di Demetra sia quelli di Afrodite”, cioè i pasti e il sesso […]. Ciò introduce l’altra motivazione essenziale dell’anaideia, cioè “il principio della non dissimulazione” come lo chiama Foucault […], che si collega al tema della parrhēsia e ne costituisce in qualche modo l’aspetto corporeo (ivi, p. 162). 

sta in 

Il gesto cinico

Introduzione al cinismo di Roberto Brigati.

autore. FELICE CIMATTI




 


* Roberto Brigati 
insegna Filosofia morale presso l’Università di Bologna, dove ha creato il gruppo interdisciplinare di studi “de morbo” su malattia, disabilità, corporeità. Le sue ricerche si occupano di antropologia filosofica, teoria della giustizia, filosofia della psicologia e della psicoanalisi, teorie della malattia e della definizione di normale/patologico, particolarmente in connessione con la malattia cronica e la disabilità. Tra le sue opere recenti segnaliamo: Il giusto a chi va. Filosofia del merito e della meritocrazia (Bologna 2015); Introduzione al cinismo (Bologna 2022).