mercoledì 5 febbraio 2020

5 Febbraio Santa ed Apocalittica Notte- "in sede filosofica e bellamente faziosa" - Costano Preve


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La superiorità e l’inferiorità di una filosofia non possono essere “sostenute” in assoluto, ma solo in rapporto al “proprio tempo appreso nel pensiero” (Hegel). Sarebbe quindi improprio paragonare Ratzinger a Platone, Aristotele, Spinoza, Kant, Hegel o Marx. Ma se collochiamo Ratzinger nel tempo in cui stiamo vivendo (una dürftige Zeit, un tempo della miseria) la superiorità di Ratzinger sulla spocchia autoreferenziale dei dotti universitari boriosi alla Eco è addirittura tennistica.

(Costanzo Preve-Teologia e filosofia per studenti della scuola dell’obbligo. Considerazioni su Joseph Ratzinger, Umberto Eco, Vito Mancuso e Telmo Pievani )

  http://kelebeklerblog.com/2011/12/03/costanzo-preve-su-joseph-ratzinger-umberto-eco-vito-mancuso-e-telmo-pievani/


Da circa cinquanta anni ho fondato un partito comunista nella mia coscienza di cui sono sempre rimasto l’unico iscritto, e di cui non ho mai cercato aderenti, o seguaci. Un tempo questo atteggiamento critico ed indipendente, il solo adatto ad un allievo critico di Marx, era diffamato e colpevolizzato come “individualismo piccolo-borghese”, cui contrapporre un proletariato inesistente caratterizzato dall’obbedienza gregaria fatta passare per “vero spirito proletario”. Ma oggi la piccola borghesia si è sciolta nella galassia dei ceti medi subalterni e chi colpevolizzava il pensiero critico si è riciclato a berciare dalle tribune elettorali del PD in appoggio ai bombardamenti USA e NATO ed ai provvedimenti finanziari di bilancio FMI e BCE. Sono allora queste le mie credenziali.

Costanzo Preve sul Congresso di Rifondazione Comunista
http://kelebeklerblog.com/2011/12/16/costanzo-preve-sul-congresso-di-rifondazione-comunista/

Bisogna che il lettore abbia subito ben chiaro il quadro fin dal principio: questo nuovo anarchismo parassitario del consumo della classe media globale, che vuole delle "Posse" e non dei Partiti, e che ha perciò in testa come culmine antropologico delle bande di giamaicani drogati, è in prospettiva molto forte. già ora molto forte. Ma constato che non ci sono le condizioni minime perché si capisca perché. E non ci sono perché il metodo marxista, ben applicato, che dovrebbe servire a capire qualcosa, si trova oggi calpestato sotto i piedi di ogni cretino che passa.

(Costanzo Preve-Dalla Rivoluzione alla Disobbedienza Note critiche sul nuovo anarchismo post-moderno della classe media globale)

http://www.kelebekler.com/occ/disobbed01.htm

In primo luogo, bisogna subito cogliere il punto essenziale, e cioè il passaggio dalla Rivoluzione alla Disobbedienza. La Disobbedienza non è affatto una variante depotenziata di Rivoluzione, ma è il suo contrario. Il terreno della Rivoluzione è quello di una organizzazione alternativa della produzione sociale, e si porta dietro ovviamente anche proposte radicalmente alternative di tipo politico e culturale. Il terreno della Disobbedienza è un povero e subalterno terreno mediatico, già perfettamente descritto in modo profetico negli anni Sessanta dai Situazionisti, ed è un terreno su cui si consuma una sorta di gestualità virtuale ininterrotta, del tutto funzionale (anche se stavolta fastidiosa per i commercianti) all'integrazione nel sistema di "ghetti" autogestiti di stravolti che ascoltano musica a pieno volume...



...al nuovo potere capitalistico non serve un io forte da sottomettere e da terrorizzare, ma un io debole e flessibile da manipolare. Dalla strategia di repressione delle rivoluzioni si passa ad una strategia di prevenzione di esse. Per prevenirle bisogna che l'io rivoluzionario diventi prima un io solo ribelle, e poi un io solo disobbediente



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Bisogna parlare con tutti. La filosofia in quanto tale è un terreno che parla con tutti: Socrate parlava con tutti nell’agorà di Atene. Però non si può parlare con chi ha dei pregiudizi che non intende mettere in discussione. Se tu mi arrivi dicendo che i negri sono razzialmente inferiori, io non ho niente da dire perché o tu sei disposto a mettere in discussione questa posizione (che, in effetti, è priva di fondamento, non può resistere ad alcuna discussione) oppure se non sei disposto a metterla in discussione... buongiorno, buonasera e arrivederci. Se dici che c’è un complotto di ebrei per dominare il mondo, un complotto come dicono i Protocolli dei Savi di Sion, è una cosa completamente infondata: i Protocolli dei Savi di Sion sono un falso della polizia zarista. Per cui o uno accetta di mettere in discussione certe cose, oppure è impossibile un dialogo. Hegel diceva: “contra negantes principia non est disputandum”. Infatti si può soltanto discutere con chi mette in discussione dei pregiudizi per poterli eventualmente sciogliere, se possono essere sciolti.
Costanzo Preve, 3 gennaio 2012

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