Siamo gli ultimi.
Quasi quelli che vengono dopo gli ultimi.
Subito dopo di noi ha inizio un’altra epoca,
un altro mondo, il mondo di chi non
crede piú a niente, di chi se ne vanta
e se ne inorgoglisce.
Subito dopo di
noi ha inizio il mondo che abbiamo
definito, che non cesseremo mai di
definire, il mondo moderno.
Il mondo degli intelligenti,
dei progressisti, di quelli che la sanno piú lunga,
di quelli ai quali non la si dà a bere.
Il mondo di chi non ha piú niente da
imparare. Il mondo di chi fa il furbo.
Il mondo di chi non si lascia abbindolare, di chi non è imbecille. Come
noi.
Cioè, il mondo di chi non crede
piú a niente, neppure all’ateismo, di
chi non si prodiga per nulla e non si
sacrifica per nulla.
CHARLES PÉGUY, La nostra gioventú — Il denaro,
UTET, Torino, 1972, pp. 58–59.
sta in
Stefano Borselli
RACCOLTA
1985–2000
I sei pollici del Covile
da pagina 151 a pagina 152
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