venerdì 10 dicembre 2021

Bernard Stiegler- delle. "grandi piattaforme che governano il web"



https://antinomie.it/index.php/2021/11/26/della-miseria-simbolica-stiegler-e-la-digitalizzazione-del-mondo/


“Oggi non è più minimamente il Web a costituire l’orizzonte della rete, ma sono le piattaforme. Facebook ad esempio non passa per il Web, il Web è eventualmente un punto di accesso per andare su Facebook, ma oggi la maggior parte della gente va su Facebook per cercare informazioni senza utilizzare il Web in quanto tale. E la finalità delle piattaforme come Facebook, Amazon e Google è quella di costituire un sistema di servizi integrati che soppianta il WWW e governa assolutamente tutto. La conseguenza è che hanno prodotto un nuovo modello economico definibile “data-economy”, nel quale le piattaforme guadagnano soldi convertendo tutte le informazioni in dati processabili. L’obiettivo di questi calcoli è vendere audience come all’epoca delle industrie culturali. La grande differenza rispetto al modello delle industrie culturali televisive e radiofoniche è che non viene venduta audience di massa ma comportamenti individualmente controllati. Quello che hai definito “microtargeting” è possibile perché si sono appropriati delle “ritenzioni”, ovvero quello che trattengo nella mia memoria di tutte le attività passate, e delle “protensioni”, cioè le anticipazioni sull’avvenire, quello che vorrei fare ecc. Tutto questo è passato sotto il controllo dei social network e può essere molto facilmente manipolato, per una ragione molto semplice, che è la seguente. I sistemi funzionano a una velocità milioni di volte superiore alla nostra nel trattare i nostri stessi dati. Se ad esempio interagisco con Google o con Amazon, per cercare un articolo o comprare un libro, Google ha dati sui miei comportamenti da più di vent’anni, ed è capace di processare queste informazioni con metodo statistico e calcoli delle probabilità 3 milioni e 100 mila volte più velocemente di me. Un data center infatti funziona a due terzi della velocità della luce nelle sue analisi, mentre il mio sistema nervoso funziona a una velocità di conduzione di 60 m/s. Quindi il sistema va più veloce di me, mi precede e conseguentemente mi prescrive i comportamenti.”

https://rizomatica.noblogs.org/2020/05/territori-laboratorio-per-una-economia-politica-ipermaterialista/


"Ma, soprattutto, credo che, in Italia come altrove, debba ancora essere del tutto pensato come Stiegler abbia delineato, senza tregua, come sottolineano anche prefattori e postfattori de La miseria simbolica, forme di resistenza e di invenzione all’interno della società del controllo digitale in cui claustrofobicamente sembriamo rinchiusi, ormai quasi inconsapevoli dei suoi confini."

(FEDERICO FERRARI 26/11/2021)

martedì 7 dicembre 2021

per le buone praticheCompendio del Manifesto convivialista




Compendio del Manifesto convivialista

(Questo testo è il compendio del Manifeste convivialiste, pubblicato il 14 giugno 2013 presso la casa editrice Le Bord de l’eau (ora disponibile in traduzione italiana: Manifesto convivialista, edizioni ETS, Pisa 2014). I lettori che saranno d’accordo con i princìpi qui esposti potranno testimoniarlo dichiarando il loro appoggio (www.lesconvivialistes.fr). Trad. it. di Francesco Fistetti


Dichiarazione di interdipendenza

Mai come oggi l’umanità ha avuto a disposizione tante risorse materiali e competenze tecnico-scientifiche. Considerata nella sua globalità, essa è ricca e potente come nessuno nei secoli passati avrebbe potuto mai immaginare. Non è detto che sia anche più felice. Tuttavia, non c’è nessuno che desideri tornare indietro, poiché ognuno si rende conto che di giorno in giorno si aprono sempre maggiori e nuove potenzialità di realizzazione individuale e collettiva.

Eppure, nonostante ciò, nessuno è disposto a credere che questa accumulazione di potenza possa essere perseguita indefinitamente senza che, in una logica immutata di progresso tecnico, si ritorca contro se stessa e metta a repentaglio  la sopravvivenza fisica e morale dell’umanità. Le prime minacce che incombono su di noi sono di ordine materiale, tecnico, ecologico ed economico. Minacce entropiche. Ma noi siamo molto più impotenti nell’immaginare delle risposte adeguate al secondo tipo di minacce. Alle minacce di ordine morale e politico. A quelle minacce che potremmo definire antropiche.

Il problema numero uno

Sotto i nostri occhi c’è un’evidenza accecante: l’umanità ha saputo realizzare dei  progressi tecnici e scientifici sorprendenti, ma resta ancora incapace di risolvere il suo problema fondamentale: come gestire la rivalità e la violenza tra gli esseri umani? Come convincerli a cooperare, pur consentendo loro di contrapporsi senza massacrarsi? Come contrastare l’accumulazione della potenza, ormai illimitata e potenzialmente auto-distruttiva, contro gli uomini e contro la natura?

Se l’umanità non saprà trovare una risposta a questi interrogativi, è destinata a scomparire. E questo proprio quando si sono create tutte le condizioni materiali di un benessere generalizzato, purché si prenda coscienza della loro finitezza. Abbiamo a disposizione molteplici elementi di risposta, che nel corso dei  secoli sono stati apportati dalle religioni, dalle morali, dalle dottrine politiche, dalla filosofia e dalle scienze umane e sociali. Così pure, le iniziative che si muovono in direzione di un’alternativa all’attuale organizzazione del mondo sono innumerevoli, promosse da migliaia e migliaia di organizzazioni o associazioni,e da decine o centinaia di milioni di persone. Queste iniziative si presentano sotto varie denominazioni e ai più diversi livelli: la difesa dei diritti dell’uomo,del cittadino, del lavoratore, del disoccupato, della donna o dei bambini; l’economia sociale e solidale con tutte le sue componenti: le cooperative di produzione o di consumo, la mutualità, il commercio equo, le monete parallele e complementari, i sistemi di scambio locale, le innumerevoli associazioni di mutuo soccorso;l’economia cognitiva dei network (cfr. Linux, Wikipedia, ecc.); la decrescita e il post-sviluppo; i movimenti slow food, slow town, slow science; la rivendicazione del buen vivir, l’affermazione dei diritti della natura e l’elogio della pachamama; l’altermondialismo, l’ecologia politica e la democrazia radicale, gli indignados,Occupy Wall Street; la ricerca di indicatori alternativi di ricchezza, i movimenti della trasformazione personale, della sobrietà volontaria, dell’abbondanza frugale, del dialogo tra le civiltà, le teorie del care, la nuova concezione dei “benicomuni” (commons), ecc.

Perché queste iniziative così ricche possano contrastare con un’adeguata potenza le dinamiche letali del nostro tempo e non siano confinate nel ruolo di mera contestazione o di semplice palliativo, diventa decisivo unire le loro forze e le loro energie. Da qui l’importanza di sottolineare ed enunciare ciò che hanno in comune.


Sul convivialismo

In comune hanno la ricerca di un convivialismo, di un’arte di vivere insieme (convivere) che consenta agli esseri umani di prendersi cura gli uni degli altri e della Natura, senza negare la legittimità del conflitto, ma trasformandolo in un fattore di dinamismo e di creatività, in uno strumento per scongiurare la violenza e le pulsioni di morte. Per trovarlo abbiamo urgente bisogno di un corredo dottrinale minimo e condivisibile, che consenta di rispondere contemporaneamente, ponendole su scala planetaria, almeno a quattro questioni di base (più una):

- La questione morale: che cosa è lecito per gli individui sperare e che cosa devono proibirsi?

- La questione politica: quali sono le comunità politiche legittime?

- La questione ecologica: che cosa possiamo prendere (d)alla natura e che cosa dobbiamo restituirle?

- La questione economica: quale quantità di ricchezza materiale ci è lecito produrre, e in che modo, per essere coerenti con le risposte date alla questione morale, politica ed ecologica?

- Ognuno è libero di aggiungere, se vuole, a queste quattro questioni quella del rapporto con il sovrannaturale o con l’invisibile: la questione religiosa o spirituale. O la questione del senso.

Considerazioni generali

Il solo ordine sociale legittimo universalizzabile è quello che si ispira ad un principio di comune umanità, di comune socialità, di individuazione, e di un conflitto che bisogna saper tenere sotto controllo e, quindi, creativo.

Principio di comune umanità: al di là delle differenze del colore della pelle, di nazionalità, di lingua, di cultura, di religione o di ricchezza, di sesso o di orientamento sessuale, c’è una sola umanità, che deve essere rispettata nella persona di ognuno dei suoi membri.

Principio di comune socialità: gli esseri umani sono esseri sociali per i quali la ricchezza più grande è la ricchezza dei loro rapporti sociali.

Principio di individuazione: nel rispetto di questi due primi princìpi, la politica legittima è quella che consente ad ognuno di affermare nel modo migliore la  sua peculiare individualità in divenire, sviluppando la sua potenza di essere e di agire senza nuocere a quella degli altri.

Principio del conflitto tenuto sotto controllo e creativo: poiché ognuno tende a manifestare la propria peculiare individualità, è naturale che gli esseri umani possano contrapporsi gli uni agli altri. Ma è legittimo farlo solo nella misura in cui ciò non mette in pericolo il quadro della comune socialità che rende feconda  e non distruttiva una tale rivalità.

Da questi princìpi generali discendono alcune:

Considerazioni morali

Ciò che ad ogni individuo è lecito sperare è di vedersi riconoscere un’eguale dignità con tutti gli altri esseri umani, di accedere alle condizioni materiali che gli permettano di realizzare la sua concezione della vita buona, nel rispetto delle concezioni degli altri.

Ciò che non gli è consentito è di travalicare nella dismisura (la hubris dei Greci), cioè di violare il principio di comune umanità e di mettere a rischio la comune socialità.

Concretamente, il dovere di ciascuno è di lottare contro la corruzione.

Considerazioni politiche

Nella prospettiva convivialista, uno Stato, un governo o un’istituzione politica nuova possono ritenersi legittimi solo se:

- rispettano i quattro princìpi – di comune umanità, di comune socialità, di individuazione e del conflitto tenuto sotto controllo – e se promuovono la realizzazione delle considerazioni morali, ecologiche ed economiche ad essi collegate.

Più specificamente, gli Stati legittimi garantiscono a tutti i loro cittadini più poveri un minimo di risorse, un reddito di base, quale che sia la sua forma, che li ponga al riparo dall’abiezione della miseria, e impediscono progressivamente ai più ricchi, attraverso l’instaurazione di un reddito massimo, di sprofondare nell’abiezione dell’estrema ricchezza oltrepassando un livello che vanificherebbe i princìpi di comune umanità e di comune socialità.

Considerazioni ecologiche

L’Uomo non può ritenersi padrone e possessore della Natura, e ciò sulla base del presupposto che, lungi dall’opporvisi, deve trovare con essa, almeno metaforicamente, una relazione di dono/ controdono. Per lasciare alle generazioni future un patrimonio naturale protetto, deve, dunque, restituire alla Natura quanto o più di quello che egli prende o riceve da lei.


Considerazioni economiche

Non esiste una correlazione accertata tra ricchezza monetaria o materiale da un lato e felicità o benessere dall’altro. La situazione ecologica del pianeta rende necessario ricercare tutte le forme possibili di una prosperità senza crescita.

Perciò, è urgente, in una prospettiva di economia plurale, costruire un equilibrio tra Mercato, economia pubblica ed economia di tipo associazionistico (sociale e solidale), a seconda che i beni o i servizi da produrre siano individuali, collettivi  o comuni.

Che fare ?

Non bisogna nascondersi che occorrerà affrontare potenze enormi e formidabili, sia finanziarie che materiali, tecniche, scientifiche, intellettuali, militari e criminali. Contro queste potenze colossali e spesso invisibili o non localizzabili, le tre armi principali saranno:

- L’indignazione di fronte alla dismisura e alla corruzione, e la vergogna che è necessario far sentire a coloro che direttamente o indirettamente, in modo attivo o passivo, violano i princìpi di comune umanità e di comune socialità.

- Il sentimento di appartenere ad una comunità umana mondiale.

- Al di là delle «scelte razionali» degli uni verso gli altri, la mobilitazione degli affetti e delle passioni.

Rottura e transizione

Ogni politica convivialista concreta e applicata dovrà necessariamente tener. conto:

- dell’imperativo di giustizia e di comune socialità, che implica la riduzione progressiva delle diseguaglianze clamorose che a partire dagli anni Settanta sono esplose in tutto il mondo tra i più ricchi e il resto della popolazione.

- dell’esigenza di prendersi cura dei territori e dei luoghi, cioè di riterritorializzare e rilocalizzare ciò che la globalizzazione ha smisuratamente esternalizzato.

- L’assoluta necessità di tutelare l’ambiente e le risorse naturali.

- L’obbligo incondizionato di eliminare la disoccupazione e di offrire a ciascuno una funzione e un ruolo riconosciuti in attività utili alla società.

La traduzione del convivialismo in risposte concrete significa articolare, situazione per situazione, le risposte a partire dall’urgenza di migliorare le condizioni di vita degli strati popolari e di costruire un’alternativa al modo di vita attuale, così gravido di minacce di ogni tipo. Un’alternativa che smetta di far credere che la crescita economica illimitata possa essere ancora la risposta a tutti  i nostri mali.

https://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/postfil/article/view/954/780


https://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/postfil/issue/view/103/showToc

e a 70 anni ritorno sempre in Via Pitrè: Nofriu 'n carrozza

 




Tra il civico 191/f(dove abitavo) e il civico 191/p  si mostrava una  piccola traversina con i locali allora utilizzati dalla succursale della. scuola media Cavour e il locale del bigliardo principe di via Pitrè. La traversina era poi chiusa da un'inferriata che la divideva dalle proprietà di un'importante famiglia.


il bigliardo era gestito da un simpatico ed impunito "bigliardista":Onofrio detto  Nofrio o meglio ancora Nofriu.

Nofrio era un disabile e di quelli gravissimi e seri: viveva in  carrozzina a rotelle perchè privo di entrambi gli arti inferiori.

Ne ho un buon ricordo ..un sano pirata di buona e concreta umanità

Esilaranti ed oneste le sue conversazioni sempre pubbliche  con l'allora giovane vice parroco di Via Pitrè Altarello di Baida, oggi monsignore con più di 80 anni dopo essere stato rettore del seminario, parroco e vicario episcopale  e decano del presbiterio di Palermo

"Giovanni tu 'u sai ..io. sugnu accussì cumminatu ma a mia i fimmini mi piaciunu assai. Allura una,du voti o misi i picciotti mi portanu intra 'na buttana . T'assicuru ca i picciotti un trasunu..io 'un boglio. Mi caricano capu o lietto e dopo mezzurata mi venno a pighiari.U sacciu è piccatu mortali. Ma a mia i fimmini piacunu assai"

(Giovanni tu lo sai io sono così combinato ma a me le donne piacciono tantissimo.Allora una,due volte al mese i ragazzi mi portano in un appartamento di una puttana. Ti posso assicurare che i ragazzi non partecipano. Io non voglio. Mi stendono sul letto e dopo mezzora tornano a riprendermi. Lo so che è peccato mortale. Ma a me le donne piacciono tantissimo")


Giovanni :Nofriu a mia 'un mi interessa ca tu vai a buttane.Mi interessa sapiri quantu cornutii i cristiani cà' rintra o bigliardo  per truccari e pi sordi"

Giovanni (Nofrio a me non interessa che tu vada a puttane, Mi interessa sapere da te quando e come intrallazzi  le persone  al bigliardo con trucchi e per soldi)


Nofrio "Minchia Giovanni tu vo' sapiri cosi serie..Ma tu hai raggiuni . U Signuri mi pò perdonare?  ma iddu u sapi che io cornutio sempri"

Nofrio" (E Che  minchia Giovanni tu vuoi sapere cose serie, Ma hai ragioni. Ma il Signore mi potrà perdonare? ma lo sa che io continuerò.)


E Giovanni dava l'assoluzione. 


Uno dei saluti di noi ragazzi entrando in bigliardo  era d'affetto grande "Nofriu sì  cuinnutu". Al saluto  Nofrio rispondeva  "To patri è  curnutu" e si rideva. Io non lo dicevo

Mi chiamò.. Tani' parrai cu tu patri. Si tu mi boi beni m 'a a salutari come l'avutri. To patri è daccordu.

(Tanino  ho parlato con tuo padre.. Se tu mi vuoi bene mi devi salutare come gli altri. Tuo padre è d'accordo)

E lo salutai come gli altri. Rispondeva  e si rideva.


Ed arrivò il giorno del trionfo pubblico di Nofrio.

Noi ragazzi decidemmo improvvisamente di far uscire Nofrio dal bigliardo per una passeggiata in carrozzina per Via Pitrè

Alcuni di noi uscirono  e fermarono il traffico nelle due. direzioni verso via Pitrà bassa e verso Boccadifalco, autobus compresi. Altri facevano segno agli amici in traversina  di avvicinarsi.  E spuntò un nugolo di ragazzi che trasportava la carrozzina con Nofrio per realizzare il noto detto palermitano

"Nofriu in carrozza"


Riposa in pace amico mio ..Tu si cuinnutu. 




mercoledì 1 dicembre 2021

Stare con la Costituzione:Senatore Monti No Grazie

 




E' ovvia , lungo l'intero iter politico e sanitario dell'attuale pandemia, la divisione del paese in due schieramenti ben precisi, esiti costanti e prevedibili del clima d'odio da guerra civile che da tempo, dalla fine della Prima Repubblica, ci avvolge, avvolge tutti noi e tutti ci siamo dentro.

Ho pensato ed ancora penso che  il movimentismo  del "No" sia funzionale al tentativo di "rivincita" sul 25 Aprile. Il dichiararsi libertari mi puzza oltremodo: sa molto di anarco- soggettivismo  e di quello che viene definito in sede storica come "diciannovismo"

Poi sono arrivati dentro il movimentismo del "No" i professori universitari con tanto di curriculum operativo liberale, laburista, di sinistra, cattolico adulto. Ovviamente  il quesito mi si è posto. I professori hanno organizzato la raccolta di firme per il referendum abrogativo dell'istituzione del "Green Pass", si mostrano garanti della Costituzione con un quasi costante riferimento all'originaria, quella del 1948. E' oggettivamente ingiusto pensare che Cacciari voglia dare la spallata "diciannovista" alla Repubblica. 

Ma giunge poi la notizia che il gruppo, ormai folto, degli accademici organizzerà a breve a Torino un seminario di studi come protocollo alla formazione di un possibile partito politico la cui rappresentanza parlamentare potrebbe già esistere sin d'ora se andranno a buon fine  i contatti con quel nucleo di dissidenti pentastellati che ha formato il gruppo parlamentare "L'Alternativa c'è"  riandando alle origini del movimento e quindi al Vaffa del noto Beppe. 

E quindi non ci siamo: i signori professori non tutelano la Costituzione. 


Improvvisamente l'ex Presidente del Consiglio e Senatore a Vita Mario Monti, iscritto al partito  del "Si" (al quale partito io aderisco) fa la seguente dichiarazione in TV:

"“Da due anni, dall’inizio della pandemia abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il nostro mondo è desueto. Due cose sono state toccate: la comunicazione e la governance del mondo. Subito abbiamo iniziato ad utilizzare il termine guerra perché è una guerra ma non abbiamo minimamente usato in nessun paese una politica di comunicazione adatta alla guerra. E forse oggi non si riesce più ad avere una comunicazione come quella che si aveva nel caso di guerre. Io credo che bisognerà trovare un sistema che concili certamente la libertà di espressione ma che dosi dall’alto l’informazione”[...] Parlando continuamente di covid si fanno solo disastri. Comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell’informazione. Bisogna trovare delle modalità meno democratiche. Abbiamo accettato limitazioni molto forti alla nostra libertà di movimento. Il governo istruito dalle autorità sanitarie dovrebbe tenere le redini di questo modello di comunicazione”, 


Senatore  Monti  No Grazie!!!  Anche lei non tutela la Costituzione.  E constato che all'interno del governo e dei gruppi parlamentari di centro sinistra in particolare e  all'interno dei grandi gruppi editoriali. tutti  hanno taciuto e tacciano come se la sua dichiarazione non fosse mai "stata data"


Resta la questione : Chi tutela la Costituzione affinché  da essa si venga tutti tutelati ?