Pubblico alcune parti della denuncia
L’Italia ha le mani sporche di sangue e non può pensare a lungo di farla franca. L’apparato militar-industriale gioca un ruolo centrale in ogni conflitto oggi attivo nel mondo. Quello rivestito a Gaza, West Bank, Libano, Yemen è a dir poco scandaloso, e anche il tricolore dovrebbe sventolare oggi sulle macerie palestinesi o libanesi a suggellare una complicità attiva, in realtà pura combelligeranza.
Come denunciato dall’instancabile Antonio Mazzeo in un video del 19 novembre, da 20 anni, in base a un accordo bilaterale, le forze armate israeliane si addestrano alla guerra nelle basi e nei poligoni italiani. I caccia addestratori utilizzati per bombardare Gaza li ha forniti Leonardo 14 anni fa.
negli ultimi 4 mesi del 2023 ne ha fornito per 2 milioni di euro, nei primi 6 mesi del 2024 per circa 8 milioni. Nello stesso periodo ha acquistato sistemi d’arma israeliani, testati a Gaza sulla pelle della popolazione palestinese, per 31 milioni e sta discutendo l’acquisto di un nuovo lotto di missili Spike per circa 300 milioni, anch’essi testati nella distruzione di Gaza. Leonardo e la controllata a Oto Melara forniscono i proiettili alle unità navali israeliane, artefici della distruzione del porto di Gaza.
La controllata americana Leonardo DRS produce gli elicotteri Coala impiegati nei bombardamenti nella Striscia e si appresta a siglare un accordo col Pentagono per l’invio di cingolati. Se il governo Meloni dichiara un giro d’affari di soli 80 milioni, tace sulle centinaia di milioni dell’azienda controllata dal Tesoro Leonardo, i cui addestratori sono presenti nelle più importanti strutture militari israeliane. Dalle basi italiane, Sigonella in testa, decollano gli aerei spia che forniscono i dati all’esercito israeliano per colpire gli obiettivi. Sempre da Sigonella ogni guerra d’Israele ha ricevuto un sostegno indispensabile; attualmente vi decollano i Galaxi pieni di armi di provenienza USA.
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