mercoledì 26 febbraio 2025

per un minimo sindacale di sopravvivenza: Psst... hey tu... Congiuntivo... Proprio tu... ascolta...



https://www.facebook.com/excathedra2.0/posts/pfbid02JtgnEjTbBXF9o3A3LoJCPm8x24Z7dYB54vURgEz46YCRPYBmPjPFBJ6sZbXT2zfPl


Se non esistessi, bisognerebbe inventarti.

E invece ci sei, anche se qualcuno preferirebbe che tu sparissi, che ti rassegnassi a un ruolo marginale, che ti adattassi a un mondo più semplice, dove il dubbio si trasforma in certezza e il desiderio in ordini secchi e diretti.

Se tu fossi meno poetico, forse saresti più amato.

Ma così non saresti tu.

Penso che tu sia il modo verbale di chi parla con educazione, di chi esprime concetti senza imporli. Vuoi mettere come addolcisci gli imperativi in congiuntivi esortativi?

Stai zitto caxxo!

Stia zitto che è meglio...

Insomma, sei il vento leggero che soffia tra le possibilità, l’ombra gentile del forse, la voce sommessa di chi non impone, ma suggerisce.

E allora mi spingo oltre e ti dico che tu sei il verbo della democrazia.

Forse è per questo che ti danno per spacciato? Ma loro non sanno che te ne stai lì, tranquillo, a passeggiare tra le parole di chi ancora crede che un mondo con un po’ di gentilezza valga sempre più di uno pieno di parole storte e sgualcite.

E comunque, caro Congiuntivo, sappi che, nel caso ti trascurassero, noi italiani ci siamo inventati il condizionale, il modo verbale che addolcisce i rimpianti:

"Ah, se avessi studiato..."

Ma tu, intanto, stai lì, che nel primo commento ti ho dedicato una canzone...

Con affetto e un filo di preoccupazione,

un tuo professore affezionato.


primo commento


Gino Pacifico |SEMBRI UNA FOGLIA

https://www.youtube.com/watch?v=EU6jnd147CE


***
Testo della canzone


Sola,

ti protegge una coperta,

e niente sembra farti bene

Guardi le mani

le vedi ingrassate

le unghie di smalto sporcate

Quadri

pareti gialline

tendine

ditate sui vetri

Tu guardi dovunque

chissà cosa vedi

Basta,

non vuoi più sapere

non vuoi più rialzarti così non potrai più cadere

Vene, qualcosa ti scorre lì dentro, lo sento

Sembri una foglia, una vela leggera

la barca più piccola in questa bufera

E sembri una foglia una vela leggera,

una barca minuscola in questa bufera


Sola,

ti scalda una coperta

Ti stringi, ti metti sul fianco

ogni oggetto è fuori fuoco, è opaco

ogni cosa si copre di bianco

Tutto scorreva, tu andavi,

non c'era motivo

eppure sbandavi tremavi

perché lo sentivi che non c'era più spiegazione

E sei caduta in ginocchio

sotto una doccia bollente,

hai sentito lo strappo

e infine più niente,

non sentivi più niente

E ora sembri una foglia, una vela leggera

la barca più piccola in questa bufera

E sembri di sfoglia, di tela leggera

Una barca minuscola in questa bufera


Fuori

c'è una sigaretta

una maglietta indossata storta

una lunga coda alla frontiera

una spiaggia nera

Fuori

Vento, temporale

fogli di giornale a volare agitati

sui viali dei parchi spogliati

Fuori

buche da saltare

strade in salita

biglietti da fare

qualcuno che invita, che viene a chiamare


Fuori

è arrivata l'estate

E' una notte di frasi avverate, di carte girate

E sembri una foglia, una vela leggera

la barca più piccola in questa bufera

Sembri di sfoglia, di tela leggera

barca minuscola in questa bufera

E sembri di carta di paglia di cera

la fiamma più debole che resisteva




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