Luca capitolo 15 versetti da 20 a 24
20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe com-passione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; 23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa.
Il Padre è una persona "irresponsabile".agisce rovesciando volutamente e consapevolmente le regole e dei convenzioni e i chiari dettati teoliogici,sinagogali e civili della legge mosaica
Niente però nel codice civile degli Ebrei dava ad un figlio il diritto di chiedere la sua porzione, mentre viveva tuttora il genitore. Quindi alla richiesta del figlio minore il Padre non solo doveva rispondere picche ma proprio allontanarlo dal suo cospetto..Il figlio che aveva tanto osato non poteva stare più davanti a lui
Il Padre rompe la legge mosaica già una prima volta accettando la richiesta del minore ma la romperà totalmente alla luce di una delle conseguenze familiari giuridiche dopo avere dato il patrimonio al minore…Ora verso il minore egli non ha più né religiosamente né giuridicamente obblighi..Il minore è per lui l’estraneo
TUTTAVIA
vede lontano il figlio che sta per ritornare come se fosse sempre stato davanti alla finestra
ne ebbe com- passione
prende l’iniziativa dell’abbraccio e non gli consente di finire la confessione
gli censura l’ultima frase che il minore si era preparata"Trattami come uno dei tuoi servi" Quindi gli impedisce la normalità della legge mosaica Un perdono assolutamente gratuito quello del Padre e probabilmente neppure un perdono.. o appunto un iper- dono ed organizza la festa. Ed ora da irresponsabile per-bene può finalmente egli stesso chetarsi e riposare:NON HA TENUTO CONTO DELLA LEGGE MOSAICA E HA SCELTO DIVERSO E DISTANTE COMPORTAMENTO: il figlio non è feccia(lo sarà per il perfettino perfettino fratello maggiore moseicista più di Mosè), non è deliquente(lo sarà per il perfettino fratello maggiore moseicista più di Mosè), non deve essere rispedito da dove veniva (era di fatto questa la richiesta del perfettino perfettino fratello maggiore più moseicista di Mosè)e neppure trasferito in altro paese. E' persona anche ben prima di essere figlio... La veste :la veste del midrash ebraico indossata dagli adolescenti il giorno in cui diventano giuridicamente capaci di essere soggetti e persone e non cose o servi e la veste del midrash è sempre la veste di famiglia,la veste del padre che era la veste del nonno e così via in una catena a ritroso ab immemorabili...incredibile irresponsabilità del Padre che archivia la legge mosaica. Il Padre persona per-bene e non perbene. Un ottimo iconoclasta. Un convinto abolizionista.
E se vogliamo attardarci anche in una lettura teologica(chi lo fa, quasi sempre opera per ammorbare la parabola ..il Padre come Dio misericordioso, il minore come il ravvedimento e il pentimento, il maggiore come la perfida sinagoga che non accetta la Nuova Festa del (presunto) Nuovo Israele ) per non ammorbare la parabola bisognerebbe e occorre scrivere che la parabola, pur dentro lo schema sociale contemporaneo alla vicenda, è segno di rottura teologica. La parabola rifiuta qualsiasi lettura teologica ed ecclesiale. E' parabola laica, anche atea, e pure politica. Il padre facendo a meno di Mosè, fa a meno dell'ipotesi dio, almeno del dio ritenuto esistente e presente. Forse ..forse Dio sarà...
(forse continua)
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