giovedì 5 novembre 2020

La bella storia di Artaban, il quarto re magio






L’Epifania è luce, rivelazione e svelamento che nascono dall’illuminazione. L’Epifania racconta la grazia concessa ai Re Magi che si lasciarono illuminare e guidare dalla stella cometa, fino a trovare la Luce che era nata al mondo per illuminarlo e redimerlo dalle tenebre.

Ma furono soltanto tre, i Re Magi? La tradizione cristiana è ricca di leggende sul quarto Re Magio, non raccontato dai Vangeli, perché non arrivò in tempo, si perse per strada.

La più nota è quella scritta da Henry Van Dyke, pastore della Chiesa presbiteriana, pubblicata nel 1907. Protagonista del racconto è Artaban, che doveva partire assieme agli altri magi, ma si attardò e non fece in tempo a raggiungerli nell’orario stabilito per la partenza. Si mise lo stesso in viaggio per trovare Gesù: la sua ricerca sarebbe durata a lungo, per tutta la vita.

Artaban usò i doni che aveva preparato per Gesù Bambino per darli ai poveri e ai derelitti, e per salvare un bambino condannato a morte dalla strage decisa da Erode.

Ho trovato in rete una deliziosa videostoria, realizzata da Gthamban, e pubblicata sul suo canale youtube, tratta dal racconto di Henry Van Dyke. Mi è piaciuta così tanto che ho voluto tradurla e rimontarla, per nipoti e nipotini,  amici, e lettori di Lettere Meridiane. Potete guardarla qui sotto. Se vi piace, condividetela: è una bella storia di vita e di speranza.

In fondo siamo tutti un po’ Artaban, nel senso che tutti spendiamo la nostra vita in un viaggio alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Spesso li troviamo, senza accorgercene.

Ecco il video, più sotto il testo tradotto e il collegamento alla versione originale, in inglese. Buona visione.



http://www.letteremeridiane.org/2019/01/la-bella-storia-di-artaban-il-quarto-re-magio/


La storia del quarto Re Magio

tratta da “L’altro Re Magio”

di Henry Van Dyke

(1852-1933)

Testo di Gthamban

Traduzione Geppe Inserra



Nell’antica Persia,

in una città di nome Ecbatana,

viveva un uomo

chiamato Artaban.


Artaban faceva parte

di una remota comunità

di studiosi zoroastriani

conosciuti come Magi.


Gli Zoroastriani erano

astrologi e credevano

nella ricerca

del bene e della luce.


All’apparire di una Stella

più lucente delle altre,

Artaban annunciò alla sua comunità

che presto avrebbe raggiunto

altri tre Magi, per cercare con loro

il Re d’Israele appena nato.


Venduti tutti i suoi beni,

Artaban comprò tre preziosissimi

gioielli: uno zaffiro, un rubino

e una perla.


Voleva portarli con sé

per farne omaggio

al Re. Cominciò così

il viaggio di Artaban.


Quando partì, aveva solo

dieci giorni per incontrarsi con

i tre compagni al monte di Nimrod,

presso il Tempio delle Sette Sfere.


Ma, mentre Artaban si avvicinava

al Tempio, il giorno dell’incontro,

vide sulla strada un uomo agonizzante,

che si lamentava.


Che fare? Dare una coppa d’acqua

a quell’uomo morente

o proseguire, affrettandosi

per raggiungere gli altri Magi?


Dato che i Magi non erano

solo astrologi, ma anche

medici, Artaban si fermò.


Con la sua perizia e la sua sapienza

assistette per ore l’infermo, lo curò,

fin quando non gli tornarono le forze.


Dopo essere ripartito e dopo

aver raggiunto il luogo dell’appuntamento,

Artaban scoprì che i suoi amici

se n’erano andati.


Fu così costretto a vendere

lo zaffiro per comprare

una carovana di cammelli per

affrontare il prosieguo del viaggio.


Arrivò a Betlemme proprio mentre

i crudeli soldati di Erode stavano

massacrando i bambini innocenti

di quella città.


L’uscio di una casa era

aperto, e Artaban poter ascoltare

una mamma che cantava

la ninna nanna al suo bambino.


La donna gli disse

che i suoi amici Magi erano

giunti a Betlemme

tre giorni prima.


Avevano trovato Giuseppe

e Maria e il loro bambino,

e avevano lasciato i loro doni

ai suoi piedi. Quindi erano scomparsi

misteriosamente com’erano arrivati.


Giuseppe aveva preso sua moglie

e suo figlio ed era partito in segreto.

Girava voce che fossero andati

molto lontano, in Egitto…


All’improvviso, all’esterno della casa,

rumori, grida, confusione, pianti di donne.

E poi un grido disperato:

“I soldati di Erode

stanno uccidendo i bambini.”


Artaban si affacciò all’uscio

e vide una banda di soldati che

correva per strada, con le spade sguainate

e le mani insanguinate.


Il capitano raggiunse la porta,

ma Artaban lo fermò e gli diede

il rubino, chiedendogli di lasciare

in vita la mamma e il suo bambino.


Quindi Artaban, sempre seguendo il Re,

raggiunse l’Egitto, cercando dappertutto

le tracce della piccola famiglia

che era fuggita prima che arrivasse a Betlemme.


Per 33 anni, Artaban continuò a vagare

alla ricerca del suo Re, spendendo

la sua vita aiutando i poveri e i malati.

Alla fine, arrivò a Gerusalemme,

nei giorni della Pasqua.


C’era una grande commozione

a Gerusalemme. Improvvisamente,

una donna, fatta schiava per debiti.

mentre veniva trascinata in catene dai soldati,

si gettò ai piedi di Artaban.


Prendendo l’ultimo dei suoi tesori,

la perla, lo diede alla ragazza:

“È per la tua libertà, sorella!

È l’ultimo dei tesori che avevo

tenuto per il mio Re”.


Mentre Artaban parlava,

un forte terremoto scosse la città.

Fu colpito da una tegola.


Artaban seppe

che stava per morire

senza aver trovato il suo Re.

La ricerca era finita,

ed egli aveva fallito.


La giovane schiava riscattata, abbracciando

quell’uomo vecchio e morente,

udì una voce dolcissima, e poi vide

che le labbra di Artaban si muovevano

lentamente.


Artaban: “Ah, Maestro, ti ho tanto cercato. Dimenticami.

Una volta avevo preziosi regali da offrirti.

Adesso non ho più nulla.”

Gesù: “Artaban, tu mi hai già dato i tuoi doni.”

Artaban: “Non capisco, mio Signore.”


Allora quella voce inconfondibile

tornò a farsi sentire, e la donna

poté udirla chiaramente.


Gesù: “Quando ero affamato,

mi hai dato da mangiare,

quando avevo sete,

mi hai dato da bere,

quando ero nudo,

mi hai vestito.

Quando era senza un tetto,

mi hai preso con te.”


Artaban: “Non è così, mio Salvatore.

Non ti ho mai visto affamato,

e neanche assetato.

Non ti ho mai vestito.

Non ti ho mai portato nella mia casa.

Per trentatré anni ti ho cercato,

ma non ho mai visto il tuo volto

e non ti ho mai aiutato, mio Re.

Non ti ho mai visto fino ad oggi.”


Gesù: “Quando hai fatto queste cose

per l’ultimo, per il più piccolo

dei miei fratelli – tu le hai fatte per me.”


Artaban si rivolse alla donna

che aveva liberato dalle catene:

“Hai sentito che dice Gesù?

Abbiamo trovato il Re.

L’abbiamo trovato

ed egli ha accettato tutti i miei doni.”


Un lungo sospiro di sollievo

esalò flebilmente

dalle labbra di Artaban.


Il suo viaggio era finito.


I suoi regali

era stati accolti.

L’altro Re Magio

aveva trovato il Re.


E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Matteo 25:40


Artaban. La leggenda del quarto Re


https://www.associazionecheiron.it/artaban-la-leggenda-del-quarto-re/



Nell’antica città di Ectabana, in Persia, viveva un grande saggio, studioso degli astri del cielo di nome Artaban. Un giorno invitò alla sua corte alcuni Magi per informarli di un’importante scoperta che egli aveva fatto.


“Il destino mi ha messo tra le mani una preziosissima pergamena che racconta la nascita di un Re in Palestina. Costui porterà amore e speranza nel mondo. Io e i tre grandi saggi, Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, abbiamo interpretato gli astri lucenti e ciò che nel cielo è scritto. Per questo motivo andremo a far visita al nuovo Re. Io partirò prontamente portando con me tre preziosi doni: uno zaffiro, un rubino ed una perla. Tra tre giorni ci vedremo a Babilonia e da lì ci incammineremo insieme. Chi di voi vuole venire?”






Non ci fu risposta. Egli capì con rammarico che nessuno lo avrebbe accompagnato e che sarebbe dovuto partire da solo per raggiungere gli altri tre Re Magi.


Il giorno seguente partì. Durante la traversata di un deserto, sentì un lamento di sofferenza provenire da un’oasi. Si avvicinò e trovò un uomo ferito e in gravi condizioni. Decise di fermarsi per soccorrerlo e lo portò alla città più vicina. Entrati, lo accompagnò in una locanda dove poteva trovare rifugio, riposare ed essere curato.


Purtroppo l’uomo non aveva nulla per pagare la stanza e le cure, così Artaban diede al proprietario della locanda il suo zaffiro per permettere all’infermo di riposare ed essere curato a dovere. L’uomo, per ringraziarlo, gli disse che era venuto a conoscenza della nascita del Salvatore a Betlemme, città dove lui stesso era nato. Fu una grande notizia per Artaban e, nonostante avesse sacrificato il suo dono, sapeva di aver agito per una nobile causa.


I tre giorni erano passati ma comunque riprese il suo viaggio e, giunto a Babilonia, si accorse che ormai i tre Re Magi erano già partiti. Riposatosi alcuni giorni, riprese il viaggio dirigendosi verso Betlemme.


Impiegò molti giorni per giungere a Betlemme e, quando arrivò, scoprì che la città era invasa dai soldati del Re Erode. Egli aveva ordinato di cercare e uccidere tutti i primogeniti maschi perché temeva l’avvento del Re dei Re.


Mentre Artaban camminava per le vie di Betlemme riconobbe il pianto di un bambino che proveniva da una casa. Una donna era a terra rannicchiata e piangeva, tenendo il suo bambino tra le braccia. “I soldati stanno venendo a prendere mio figlio. Ti prego salvaci!” disse la donna ad Artaban. Egli si mise davanti alla porta di casa per sorvegliare e quando arrivò il soldato, gli disse: “Prendi questo rubino e vai via. Lascia in pace questa donna!”. Il soldato strabuzzò gli occhi davanti a quella pietra preziosa e, senza proferir parola, prese il gioiello e se ne andò.


Anche il secondo omaggio che Artaban voleva portare al Re era stato donato. L’uomo chiese alla donna se avesse sentito della nascita di un bambino, alla cui culla giunsero tre Re Magi con dei ricchi doni. La donna rispose: “Sì è successo non molto tempo fa. Ora quella famiglia è dovuta fuggire e nessuno sa dove sia andata”.


Con grande tristezza, il saggio salutò la donna e riprese il suo viaggio.

Passarono 33 lunghi anni e Artaban, ormai anziano e stanco di viaggiare, arrivò a Gerusalemme. La città era deserta perché la popolazione si era riunita vicino ad un monte chiamato Golgota dove stavano per essere giustiziati tre uomini. Uno di questi era da molti chiamato il Salvatore, da altri il Buon Pastore o anche il Re dei Giudei.


Artaban capì che si trattava di colui che da tempo stava cercando e si diresse verso il monte Golgota. Mentre si stava incamminando, sentì le urla di una donna catturata da alcuni soldati. Vedendo Artaban la donna lo pregò: “Aiutami buon uomo! Mi vogliono fare schiava contro la mia volontà!”. Il saggio, che ancora custodiva il terzo dono, prese la perla, la diede alla donna e così riscattò la sua libertà. Con questo gesto Artaban donò anche l’ultimo dei gioielli che voleva portare al nuovo Re!


Seduto a terra con la schiena poggiata al tronco di una grande palma, il vecchio saggio pensò: “Ho dedicato molti anni alla ricerca del nuovo Re ed ho dato via tutte le ricchezze che volevo donargli. Non l’ho mai trovato e, se anche lo trovassi adesso, non avrei niente da dargli per onorarlo!”


Improvvisamente vide una luce davanti a sé, accompagnata da una dolce musica celestiale. Artaban sentì una voce sconosciuta che gli disse: “Artaban non essere triste. In realtà, donando tutte le tue ricchezze a chi ne aveva più bisogno, tu mi hai trovato! In verità ti dico: quanto hai fatto ad ognuno dei tuoi fratelli, l’hai fatto a me!”


Artaban nel sentire quelle parole provò una gioia indescrivibile. Rasserenato, chiuse gli occhi per sempre e raggiunse nei Cieli il Re che tanto aveva cercato




https://www.eticamente.net/48050/la-storia-del-quarto-re-magio.html


https://www.ateatro.info/copioni/il-quarto-re/


https://maovalpiana.wordpress.com/2017/01/06/il-quarto-re-magio-artaban/

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