L’Epifania è luce, rivelazione e svelamento che nascono dall’illuminazione. L’Epifania racconta la grazia concessa ai Re Magi che si lasciarono illuminare e guidare dalla stella cometa, fino a trovare la Luce che era nata al mondo per illuminarlo e redimerlo dalle tenebre.
Ma furono soltanto tre, i Re Magi? La tradizione cristiana è ricca di leggende sul quarto Re Magio, non raccontato dai Vangeli, perché non arrivò in tempo, si perse per strada.
La più nota è quella scritta da Henry Van Dyke, pastore della Chiesa presbiteriana, pubblicata nel 1907. Protagonista del racconto è Artaban, che doveva partire assieme agli altri magi, ma si attardò e non fece in tempo a raggiungerli nell’orario stabilito per la partenza. Si mise lo stesso in viaggio per trovare Gesù: la sua ricerca sarebbe durata a lungo, per tutta la vita.
Artaban usò i doni che aveva preparato per Gesù Bambino per darli ai poveri e ai derelitti, e per salvare un bambino condannato a morte dalla strage decisa da Erode.
Ho trovato in rete una deliziosa videostoria, realizzata da Gthamban, e pubblicata sul suo canale youtube, tratta dal racconto di Henry Van Dyke. Mi è piaciuta così tanto che ho voluto tradurla e rimontarla, per nipoti e nipotini, amici, e lettori di Lettere Meridiane. Potete guardarla qui sotto. Se vi piace, condividetela: è una bella storia di vita e di speranza.
In fondo siamo tutti un po’ Artaban, nel senso che tutti spendiamo la nostra vita in un viaggio alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Spesso li troviamo, senza accorgercene.
Ecco il video, più sotto il testo tradotto e il collegamento alla versione originale, in inglese. Buona visione.
http://www.letteremeridiane.org/2019/01/la-bella-storia-di-artaban-il-quarto-re-magio/
La storia del quarto Re Magio
tratta da “L’altro Re Magio”
di Henry Van Dyke
(1852-1933)
Testo di Gthamban
Traduzione Geppe Inserra
Nell’antica Persia,
in una città di nome Ecbatana,
viveva un uomo
chiamato Artaban.
Artaban faceva parte
di una remota comunità
di studiosi zoroastriani
conosciuti come Magi.
Gli Zoroastriani erano
astrologi e credevano
nella ricerca
del bene e della luce.
All’apparire di una Stella
più lucente delle altre,
Artaban annunciò alla sua comunità
che presto avrebbe raggiunto
altri tre Magi, per cercare con loro
il Re d’Israele appena nato.
Venduti tutti i suoi beni,
Artaban comprò tre preziosissimi
gioielli: uno zaffiro, un rubino
e una perla.
Voleva portarli con sé
per farne omaggio
al Re. Cominciò così
il viaggio di Artaban.
Quando partì, aveva solo
dieci giorni per incontrarsi con
i tre compagni al monte di Nimrod,
presso il Tempio delle Sette Sfere.
Ma, mentre Artaban si avvicinava
al Tempio, il giorno dell’incontro,
vide sulla strada un uomo agonizzante,
che si lamentava.
Che fare? Dare una coppa d’acqua
a quell’uomo morente
o proseguire, affrettandosi
per raggiungere gli altri Magi?
Dato che i Magi non erano
solo astrologi, ma anche
medici, Artaban si fermò.
Con la sua perizia e la sua sapienza
assistette per ore l’infermo, lo curò,
fin quando non gli tornarono le forze.
Dopo essere ripartito e dopo
aver raggiunto il luogo dell’appuntamento,
Artaban scoprì che i suoi amici
se n’erano andati.
Fu così costretto a vendere
lo zaffiro per comprare
una carovana di cammelli per
affrontare il prosieguo del viaggio.
Arrivò a Betlemme proprio mentre
i crudeli soldati di Erode stavano
massacrando i bambini innocenti
di quella città.
L’uscio di una casa era
aperto, e Artaban poter ascoltare
una mamma che cantava
la ninna nanna al suo bambino.
La donna gli disse
che i suoi amici Magi erano
giunti a Betlemme
tre giorni prima.
Avevano trovato Giuseppe
e Maria e il loro bambino,
e avevano lasciato i loro doni
ai suoi piedi. Quindi erano scomparsi
misteriosamente com’erano arrivati.
Giuseppe aveva preso sua moglie
e suo figlio ed era partito in segreto.
Girava voce che fossero andati
molto lontano, in Egitto…
All’improvviso, all’esterno della casa,
rumori, grida, confusione, pianti di donne.
E poi un grido disperato:
“I soldati di Erode
stanno uccidendo i bambini.”
Artaban si affacciò all’uscio
e vide una banda di soldati che
correva per strada, con le spade sguainate
e le mani insanguinate.
Il capitano raggiunse la porta,
ma Artaban lo fermò e gli diede
il rubino, chiedendogli di lasciare
in vita la mamma e il suo bambino.
Quindi Artaban, sempre seguendo il Re,
raggiunse l’Egitto, cercando dappertutto
le tracce della piccola famiglia
che era fuggita prima che arrivasse a Betlemme.
Per 33 anni, Artaban continuò a vagare
alla ricerca del suo Re, spendendo
la sua vita aiutando i poveri e i malati.
Alla fine, arrivò a Gerusalemme,
nei giorni della Pasqua.
C’era una grande commozione
a Gerusalemme. Improvvisamente,
una donna, fatta schiava per debiti.
mentre veniva trascinata in catene dai soldati,
si gettò ai piedi di Artaban.
Prendendo l’ultimo dei suoi tesori,
la perla, lo diede alla ragazza:
“È per la tua libertà, sorella!
È l’ultimo dei tesori che avevo
tenuto per il mio Re”.
Mentre Artaban parlava,
un forte terremoto scosse la città.
Fu colpito da una tegola.
Artaban seppe
che stava per morire
senza aver trovato il suo Re.
La ricerca era finita,
ed egli aveva fallito.
La giovane schiava riscattata, abbracciando
quell’uomo vecchio e morente,
udì una voce dolcissima, e poi vide
che le labbra di Artaban si muovevano
lentamente.
Artaban: “Ah, Maestro, ti ho tanto cercato. Dimenticami.
Una volta avevo preziosi regali da offrirti.
Adesso non ho più nulla.”
Gesù: “Artaban, tu mi hai già dato i tuoi doni.”
Artaban: “Non capisco, mio Signore.”
Allora quella voce inconfondibile
tornò a farsi sentire, e la donna
poté udirla chiaramente.
Gesù: “Quando ero affamato,
mi hai dato da mangiare,
quando avevo sete,
mi hai dato da bere,
quando ero nudo,
mi hai vestito.
Quando era senza un tetto,
mi hai preso con te.”
Artaban: “Non è così, mio Salvatore.
Non ti ho mai visto affamato,
e neanche assetato.
Non ti ho mai vestito.
Non ti ho mai portato nella mia casa.
Per trentatré anni ti ho cercato,
ma non ho mai visto il tuo volto
e non ti ho mai aiutato, mio Re.
Non ti ho mai visto fino ad oggi.”
Gesù: “Quando hai fatto queste cose
per l’ultimo, per il più piccolo
dei miei fratelli – tu le hai fatte per me.”
Artaban si rivolse alla donna
che aveva liberato dalle catene:
“Hai sentito che dice Gesù?
Abbiamo trovato il Re.
L’abbiamo trovato
ed egli ha accettato tutti i miei doni.”
Un lungo sospiro di sollievo
esalò flebilmente
dalle labbra di Artaban.
Il suo viaggio era finito.
I suoi regali
era stati accolti.
L’altro Re Magio
aveva trovato il Re.
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Matteo 25:40
Artaban. La leggenda del quarto Re
https://www.associazionecheiron.it/artaban-la-leggenda-del-quarto-re/
Nell’antica città di Ectabana, in Persia, viveva un grande saggio, studioso degli astri del cielo di nome Artaban. Un giorno invitò alla sua corte alcuni Magi per informarli di un’importante scoperta che egli aveva fatto.
“Il destino mi ha messo tra le mani una preziosissima pergamena che racconta la nascita di un Re in Palestina. Costui porterà amore e speranza nel mondo. Io e i tre grandi saggi, Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, abbiamo interpretato gli astri lucenti e ciò che nel cielo è scritto. Per questo motivo andremo a far visita al nuovo Re. Io partirò prontamente portando con me tre preziosi doni: uno zaffiro, un rubino ed una perla. Tra tre giorni ci vedremo a Babilonia e da lì ci incammineremo insieme. Chi di voi vuole venire?”
Non ci fu risposta. Egli capì con rammarico che nessuno lo avrebbe accompagnato e che sarebbe dovuto partire da solo per raggiungere gli altri tre Re Magi.
Il giorno seguente partì. Durante la traversata di un deserto, sentì un lamento di sofferenza provenire da un’oasi. Si avvicinò e trovò un uomo ferito e in gravi condizioni. Decise di fermarsi per soccorrerlo e lo portò alla città più vicina. Entrati, lo accompagnò in una locanda dove poteva trovare rifugio, riposare ed essere curato.
Purtroppo l’uomo non aveva nulla per pagare la stanza e le cure, così Artaban diede al proprietario della locanda il suo zaffiro per permettere all’infermo di riposare ed essere curato a dovere. L’uomo, per ringraziarlo, gli disse che era venuto a conoscenza della nascita del Salvatore a Betlemme, città dove lui stesso era nato. Fu una grande notizia per Artaban e, nonostante avesse sacrificato il suo dono, sapeva di aver agito per una nobile causa.
I tre giorni erano passati ma comunque riprese il suo viaggio e, giunto a Babilonia, si accorse che ormai i tre Re Magi erano già partiti. Riposatosi alcuni giorni, riprese il viaggio dirigendosi verso Betlemme.
Impiegò molti giorni per giungere a Betlemme e, quando arrivò, scoprì che la città era invasa dai soldati del Re Erode. Egli aveva ordinato di cercare e uccidere tutti i primogeniti maschi perché temeva l’avvento del Re dei Re.
Mentre Artaban camminava per le vie di Betlemme riconobbe il pianto di un bambino che proveniva da una casa. Una donna era a terra rannicchiata e piangeva, tenendo il suo bambino tra le braccia. “I soldati stanno venendo a prendere mio figlio. Ti prego salvaci!” disse la donna ad Artaban. Egli si mise davanti alla porta di casa per sorvegliare e quando arrivò il soldato, gli disse: “Prendi questo rubino e vai via. Lascia in pace questa donna!”. Il soldato strabuzzò gli occhi davanti a quella pietra preziosa e, senza proferir parola, prese il gioiello e se ne andò.
Anche il secondo omaggio che Artaban voleva portare al Re era stato donato. L’uomo chiese alla donna se avesse sentito della nascita di un bambino, alla cui culla giunsero tre Re Magi con dei ricchi doni. La donna rispose: “Sì è successo non molto tempo fa. Ora quella famiglia è dovuta fuggire e nessuno sa dove sia andata”.
Con grande tristezza, il saggio salutò la donna e riprese il suo viaggio.
Passarono 33 lunghi anni e Artaban, ormai anziano e stanco di viaggiare, arrivò a Gerusalemme. La città era deserta perché la popolazione si era riunita vicino ad un monte chiamato Golgota dove stavano per essere giustiziati tre uomini. Uno di questi era da molti chiamato il Salvatore, da altri il Buon Pastore o anche il Re dei Giudei.
Artaban capì che si trattava di colui che da tempo stava cercando e si diresse verso il monte Golgota. Mentre si stava incamminando, sentì le urla di una donna catturata da alcuni soldati. Vedendo Artaban la donna lo pregò: “Aiutami buon uomo! Mi vogliono fare schiava contro la mia volontà!”. Il saggio, che ancora custodiva il terzo dono, prese la perla, la diede alla donna e così riscattò la sua libertà. Con questo gesto Artaban donò anche l’ultimo dei gioielli che voleva portare al nuovo Re!
Seduto a terra con la schiena poggiata al tronco di una grande palma, il vecchio saggio pensò: “Ho dedicato molti anni alla ricerca del nuovo Re ed ho dato via tutte le ricchezze che volevo donargli. Non l’ho mai trovato e, se anche lo trovassi adesso, non avrei niente da dargli per onorarlo!”
Improvvisamente vide una luce davanti a sé, accompagnata da una dolce musica celestiale. Artaban sentì una voce sconosciuta che gli disse: “Artaban non essere triste. In realtà, donando tutte le tue ricchezze a chi ne aveva più bisogno, tu mi hai trovato! In verità ti dico: quanto hai fatto ad ognuno dei tuoi fratelli, l’hai fatto a me!”
Artaban nel sentire quelle parole provò una gioia indescrivibile. Rasserenato, chiuse gli occhi per sempre e raggiunse nei Cieli il Re che tanto aveva cercato
https://www.eticamente.net/48050/la-storia-del-quarto-re-magio.html
https://www.ateatro.info/copioni/il-quarto-re/
https://maovalpiana.wordpress.com/2017/01/06/il-quarto-re-magio-artaban/
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