martedì 17 ottobre 2023

i testi liturgici della Settimana Santa che noi chiesa ortodossa dovremmo azzerare perchè(a mio parere) antisemiti /contro gli ebrei

 


 

PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA SANTA 


Mattutino ed ore del  Santo e Grande Lunedi-


le traduzioni in italiano sono riscontrabili nel sito dell'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia- Patriarcato Ecumenico


a) Alliluia (3). Tono pl. 4, preceduto da questi stichi. Stico 1. Dal primo albeggiare a te si volge il mio spirito, o Dio, perché sono luce i tuoi precetti sulla terra.

Stico 2. Imparate la giustizia, abitanti della terra.

Stico 3. La gelosia afferrerà un popolo privo

di istruzione, perciò il fuoco divorerà gli avversari.

Stico 4. Aggiungi loro mali, Signore, aggiungi mali ai superbi della terra.


Kathisma. TONO 1 

O giudice invisibile, ti sei mostrato nella carne e sei venuto per essere giudicato da uomini iniqui, condannando con la tua passione la nostra condanna! E noi ti celebriamo, concordi lodiamo, magnifichiamo e glorifichiamo, o Verbo, il tuo potere


Vangelo secondo Matteo (21, 18-43). senza alcuna introduzione di chiarimento e tutto teso a mostrare di fatto e di diritto la teologia della sostituzione e la malvagità dei vignaioli 


INFATTI successivo stico

per il fico inaridito. Rappresentando nel fico la sinagoga degli ebrei, priva di frutti spirituali, Cristo con la sua maledizione lo fa inaridire. Fuggiamo il male del fico!.


Temendo il castigo del fico, disseccato perché sterile, o fratelli: portiamo frutti degni di penitenza al Cristo che ci concede la grande misericordia.



chiedendo scusa ai farisei(gente di per sè seria) controcanto ad un documento"fariseo" di alcuni docenti universitari palermitani







chiedendo scusa ai farisei(gente di per sè seria) controcanto ad un documento"fariseo" di alcuni docenti universitari palermitani 


Premessa 

pubblico il documento citato. Esso sembra a prima lettura una riflessione meditata e ponderata e,in alcune parti, ma con un sottotraccia "iniquo"che spesso si rivela. Darò evidenza a quel che a me appare come sottotraccia iniquo e politicamente ambiguo (ed "ambiguo" è usato per carità e misericordia)


Pubblicazione del documento(con le mie evidenziazioni )


Egregio Professore,

l’affissione della bandiera israeliana sulla facciata del Municipio di Palermo ci ha sorpresi e addolorati. Lei è una persona colta, un docente universitario, un ex-rettore dell’ateneo palermitano: sa dunque benissimo che l’azione di Hamas è una reazione indiscutibilmente feroce, autolesionistica e ingiustificabile, da condannare assolutamente, ma è una reazione ad un lunghissimo periodo di oppressione altrettanto ingiustificabile, in molte occasioni altrettanto feroce e anch'essa in definitiva autolesionistica. Oppressione portata avanti nel tempo dallo Stato d’Israele su territori che – secondo varie deliberazioni dell’ONU – non gli appartengono.

Perciò, solo se per anni fosse stata appesa la bandiera della Palestina in segno di solidarietà con le vittime quotidiane della politica di “terrore” israeliano avrebbe senso adesso esporre la bandiera d’Israele in segno di solidarietà con le vittime di questi giorni del terrorismo di Hamas. Ad oggi si contano purtroppo più di 1200 vittime israeliane, prevalentemente civili, falciate dalla furia di Hamas negli insediamenti dei coloni vicini alla striscia di fuori Gaza e altrettante o più vittime palestinesi, prevalentemente civili, schiacciate dalle bombe israeliane nella striscia di Gaza. A nostro avviso, non si possono usare due pesi e due misure: le vittime innocenti hanno la medesima dignità e il medesimo diritto alla solidarietà internazionale.

La nostra città di Palermo ha ospitato per secoli musulmani ed ebrei e anche ai nostri giorni ha l’ambizione di aprire le sue porte – e le porte della sua Università – a studenti provenienti da tutto il pianeta. La invitiamo dunque a ordinare la rimozione di quel simbolo che esprime unilateralità invece che equidistanza.

Le chiediamo, se vorrà esporre delle bandiere, un’eventuale esposizione di entrambe le bandiere dei due popoli dolorosamente in conflitto, affinché non ci siano dubbi sull’equivicinanza umana dei cittadini palermitani alle vittime innocenti dell’atroce conflitto.

Nella scia della cultura e della prassi nonviolenta, siamo convinti che l’unica via d’uscita dalla barbarie è nelle mani di chi romperà la spirale di odio, rifiutando la logica perversa omicida e suicida della guerra. Solo i civili israeliani e palestinesi che sceglieranno, anche con il nostro aiuto, la via della nonviolenza, dell'agire comune per la pace, potranno ridare speranza al futuro di Israele e Palestina, che hanno un destino sicuro solo nella convivenza.

Grati in anticipo della sua attenzione, porgiamo distinti saluti.

Bongiorno Giovanna

Cavadi Augusto

Cozzo Andrea

D’Angelo Gabriella

D’Asaro Maria

Gallo Roberto

Ganci Margherita

Mariscalco Jan

Mulé Mario

Ragonese Maria Rosa

Saieva Adriana


Palermo 13.10.2023


***

Manca (a mio avviso non per distrazione ma per scelta -il famoso sottotraccia) quel  dato politico ed etico che in sè e per sè,se espresso chiaramente e con sincera convinzione potrebbe dare serietà al documento.

a) Hamas NON rappresenta il popolo palestinese

b) Hamas è nemico del popolo palestinese


Questo dato viene taciuto,glissato,abbandonato e perfino viene chiarito  che certamente quella di Hamas è una reazione(attenzione:vocabolo Reazione e non Azione) "feroce"(attenzione feroce e non viene scritto l'aggettivo  terroristica come se Hamas fosse un'organizzazione quasi statuale al pari di Israele che è feroce nella reazione   e non una banda) e viene ancora scritto "  ma è una reazione ad un lunghissimo periodo di oppressione altrettanto ingiustificabile, in molte occasioni altrettanto feroce "(manca solo l'evidenza dell'aggettivo "legittima" e il sottotraccia è chiaro)


ed ancora

" La invitiamo dunque a ordinare la rimozione di quel simbolo che esprime unilateralità invece che equidistanza."

E' corretto ..Ma e tuttavia, equidistanza tra chi ? e torniamo al punto iniziale :Se non è stato detto che Hamas NON rappresenta i palestinesi  ed è nemico del popolo palestinese..l'equidistanza va chiarita ancora una volta..in caso contrario torna il sottotraccia.


Per il resto il documento è ottima esortazione e le colpe dello Stato di Israele e dei suoi governi sono ben chiare alla mia coscienza..ma dello Stato di Israele non del santo popolo della Santa Torah al quale,in quanto e perchè tale, le bande di Hamas e degli Hezbollah danno la caccia in tutto il pianeta..Tuttavia il documento,pur chiedendo al sindaco di Palermo, un'operazione di correttezza è un documento schierato che pretende di non esserlo. E come tale va rispedito al mittente per le dovute correzioni con una mia convinzione: solo i liberali e i libertari e non gli illiberali e gli antilibertari hanno titolo civico politico ed etico per inchiodare Israele alle sue enormi e brutali responsabilità passate,presenti, attuali, e di questo momento.

Padre Giovanni Festa

Presbitero cristiano a Palermo 


PS. dal web "“Hamas non rappresenta i palestinesi”, Abu Mazen rompe il lungo silenzio.Il leader dell’Autorità nazionale palestinese ha preso le distanze dai miliziani che il 7 ottobre hanno attaccato Israele...

martedì 3 ottobre 2023

il poeta Olmo Osca :Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo





Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo

 La voracità dell'uomo ha tolto tutto lo spazio vitale ai nostri coinquilini. Eppure blateriamo di ambiente e salvaguardia.

I veri ambientalisti sono gli altri animali, in milioni di anni non hanno creato alcun danno. Anche il difensore umano più genuino e sincero è mille volte più impattante di un animale non umano.

Quindi cosa ci resta? Una sola, singola lotta: essere al fianco, essere complici degli altri animali. Senza interferire, lasciandoli stare, smettendo di concepire la vita come un lungo e stretto collare.

Noi siamo la loro voce? Ma neanche per sogno. Non ho mai visto un animale altro gridare odio, sentenziare, giudicare, ergersi a padrone degli alberi, dei fiori, delle montagne, del mare. Il linguaggio degli altri animali è pura armonia. 

Siamo noi che non abbiamo più voce. Siamo noi che abbiamo smarrito l'animale che eravamo.


https://www.facebook.com/olmolosca/posts/pfbid027fqJjpNYw9LgGFzEbh31vaoW39YCRKkYzvUFzERuFiBberDLVsXQARUQ8AFzHUy5l


Olmo Losca nasce nell'estate del 1969 è un poeta e scrittore libertario italiano autore di versi sociali e racconti-favole per adolescenti. Il padre (Giulio Scapaticci) pittore anarchico, tra i fondatori di quella corrente artistica degli anni '50 denominata, dai giornalisti Giorgio Kaisserlian e Marco Valsecchi (nella prima esposizione italiana del 1956), "Realismo Esistenziale" ha contribuito alla sua formazione letteraria e politica. Olmo losca è autore, inoltre, di saggi e articoli sulla questione animale, sull'ecologismo e sulla critica sociale, con particolare attenzione all'anarchismo legato all'antispecismo


***

Da Sentieri in Cammino un libro di racconti sociali dove in forma di novelle brevi affronta le diseguaglianze e le oppressioni nei confronti degli ultimi. 


«Questi sono racconti, storie, novelle, destinate al vento di grecale. Quel vento freddo e impetuoso che ognuno di noi ha nel cuore. Una sorta di vento che investe un sentiero scomodo e lastricato di ostacoli, un "Vento sbagliato" parafrasando Faber. Lo sbaglio non è in funzione delle storie in sé, che vado a raccontare, ma della consapevolezza che queste storie trasportano: la libertà. E come sappiamo tutti, le storie di libertà, in questa società, sono quasi sempre sbagliate. L'osservare la libertà, cioè il concetto più bello che possiamo immaginare, per il potere è sempre sinonimo di errore. Il potere non vuole la libertà, anzi, ne obbliga la schiavitù dei nostri corpi. Ma non potrà mai obbligarci a non pensare, a non sognare, a non desiderare. Può toglierci tutto ma non il desiderio di emancipazione e di speranza. La speranza come costruzione del futuro in una dimensione nostra a prescindere dal luogo in cui siamo. L'Utopia possibile e concreta. Continueremo a sentire il vento anche se con le ali bruciate e ferite dal dolore. Le storie sono semplici come sono semplici le avventure dentro di noi; solchiamo i mari in piccole barche sbattute dal vento ma non affondiamo mai. Anche se la burrasca vuole inghiottirci. Ogni racconto è un impulso a viaggiare stando fermi, a sperimentare, a costruire. Ci sono i racconti sociali, quelli contro i generi imposti dalla società, quelli del freddo di montagna e della calura estiva. Il mio augurio è quello di conservare intatto il nostro essere bambini e bambine, il nostro sguardo sognante verso la libertà. Potrei definirlo un libro in cammino, cioè quello spazio temporale che non ha tempo e spazio. Il cammino che non conosce né direzioni né traguardi ma solo passi. Passi che non si fermano fino a quando non decidiamo noi se fermarli. Nessun'altro. Questo è il significato del titolo: "Sentieri in cammino". Quello sguardo unico e irripetibile che abbiamo a prescindere dalla geografia dove siamo nati, a dispetto dei confini o delle etnie. Lo sguardo non ha nulla di questo. Non ha colore o appartenenza, non ha obblighi o divieti. Lo sguardo è quella sensazione che ci riscalda in inverno, che ci dà sentimento e amore. Lo sguardo è un modo semplice per indicare che siamo tutti uguali, nelle differenze. Lo sguardo del bambino in mezzo al mare che, tra le onde, scrive al padre è lo stesso sguardo del senzatetto nelle vie anonime delle città, ed è lo stesso di quel marinaio che, deriso da tutti, ha come amica una capra solitaria o di Paloma, la ragazza "strana". Lo sguardo non ha barriere o sbarre, non ha recinzioni o muri. Lo sguardo vola come il cormorano in autunno, sale in cielo e sprofonda negli abissi marini subito dopo. Come dico sempre: la solitudine è un concetto che in solitudine non esiste. Così come quel cormorano che alla vista sembra solitario, è in realtà un meraviglioso spirito libero. Solo agli occhi degli altri ma gioioso ai suoi. Nonostante la vita, nonostante il dolore, nonostante la rabbia o lo sconforto. Nonostante le sconfitte o le perdite. Così siamo noi: cormorani che volteggiano liberi tagliando la pioggia, la burrasca, la tormenta, la siccità, la privazione, la fame e le disuguaglianze, le percosse e le umiliazioni. Non dimentichiamo mai chi siamo; spiriti unici e irripetibili. Creature che, nonostante una vita di "errori", siamo ancora capaci di volare. Siamo ancora capaci di amare.» (estratto dalla prefazione al libro).


https://www.anarcopedia.org/index.php/Olmo_Losca