martedì 3 ottobre 2023

il poeta Olmo Osca :Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo





Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo

 La voracità dell'uomo ha tolto tutto lo spazio vitale ai nostri coinquilini. Eppure blateriamo di ambiente e salvaguardia.

I veri ambientalisti sono gli altri animali, in milioni di anni non hanno creato alcun danno. Anche il difensore umano più genuino e sincero è mille volte più impattante di un animale non umano.

Quindi cosa ci resta? Una sola, singola lotta: essere al fianco, essere complici degli altri animali. Senza interferire, lasciandoli stare, smettendo di concepire la vita come un lungo e stretto collare.

Noi siamo la loro voce? Ma neanche per sogno. Non ho mai visto un animale altro gridare odio, sentenziare, giudicare, ergersi a padrone degli alberi, dei fiori, delle montagne, del mare. Il linguaggio degli altri animali è pura armonia. 

Siamo noi che non abbiamo più voce. Siamo noi che abbiamo smarrito l'animale che eravamo.


https://www.facebook.com/olmolosca/posts/pfbid027fqJjpNYw9LgGFzEbh31vaoW39YCRKkYzvUFzERuFiBberDLVsXQARUQ8AFzHUy5l


Olmo Losca nasce nell'estate del 1969 è un poeta e scrittore libertario italiano autore di versi sociali e racconti-favole per adolescenti. Il padre (Giulio Scapaticci) pittore anarchico, tra i fondatori di quella corrente artistica degli anni '50 denominata, dai giornalisti Giorgio Kaisserlian e Marco Valsecchi (nella prima esposizione italiana del 1956), "Realismo Esistenziale" ha contribuito alla sua formazione letteraria e politica. Olmo losca è autore, inoltre, di saggi e articoli sulla questione animale, sull'ecologismo e sulla critica sociale, con particolare attenzione all'anarchismo legato all'antispecismo


***

Da Sentieri in Cammino un libro di racconti sociali dove in forma di novelle brevi affronta le diseguaglianze e le oppressioni nei confronti degli ultimi. 


«Questi sono racconti, storie, novelle, destinate al vento di grecale. Quel vento freddo e impetuoso che ognuno di noi ha nel cuore. Una sorta di vento che investe un sentiero scomodo e lastricato di ostacoli, un "Vento sbagliato" parafrasando Faber. Lo sbaglio non è in funzione delle storie in sé, che vado a raccontare, ma della consapevolezza che queste storie trasportano: la libertà. E come sappiamo tutti, le storie di libertà, in questa società, sono quasi sempre sbagliate. L'osservare la libertà, cioè il concetto più bello che possiamo immaginare, per il potere è sempre sinonimo di errore. Il potere non vuole la libertà, anzi, ne obbliga la schiavitù dei nostri corpi. Ma non potrà mai obbligarci a non pensare, a non sognare, a non desiderare. Può toglierci tutto ma non il desiderio di emancipazione e di speranza. La speranza come costruzione del futuro in una dimensione nostra a prescindere dal luogo in cui siamo. L'Utopia possibile e concreta. Continueremo a sentire il vento anche se con le ali bruciate e ferite dal dolore. Le storie sono semplici come sono semplici le avventure dentro di noi; solchiamo i mari in piccole barche sbattute dal vento ma non affondiamo mai. Anche se la burrasca vuole inghiottirci. Ogni racconto è un impulso a viaggiare stando fermi, a sperimentare, a costruire. Ci sono i racconti sociali, quelli contro i generi imposti dalla società, quelli del freddo di montagna e della calura estiva. Il mio augurio è quello di conservare intatto il nostro essere bambini e bambine, il nostro sguardo sognante verso la libertà. Potrei definirlo un libro in cammino, cioè quello spazio temporale che non ha tempo e spazio. Il cammino che non conosce né direzioni né traguardi ma solo passi. Passi che non si fermano fino a quando non decidiamo noi se fermarli. Nessun'altro. Questo è il significato del titolo: "Sentieri in cammino". Quello sguardo unico e irripetibile che abbiamo a prescindere dalla geografia dove siamo nati, a dispetto dei confini o delle etnie. Lo sguardo non ha nulla di questo. Non ha colore o appartenenza, non ha obblighi o divieti. Lo sguardo è quella sensazione che ci riscalda in inverno, che ci dà sentimento e amore. Lo sguardo è un modo semplice per indicare che siamo tutti uguali, nelle differenze. Lo sguardo del bambino in mezzo al mare che, tra le onde, scrive al padre è lo stesso sguardo del senzatetto nelle vie anonime delle città, ed è lo stesso di quel marinaio che, deriso da tutti, ha come amica una capra solitaria o di Paloma, la ragazza "strana". Lo sguardo non ha barriere o sbarre, non ha recinzioni o muri. Lo sguardo vola come il cormorano in autunno, sale in cielo e sprofonda negli abissi marini subito dopo. Come dico sempre: la solitudine è un concetto che in solitudine non esiste. Così come quel cormorano che alla vista sembra solitario, è in realtà un meraviglioso spirito libero. Solo agli occhi degli altri ma gioioso ai suoi. Nonostante la vita, nonostante il dolore, nonostante la rabbia o lo sconforto. Nonostante le sconfitte o le perdite. Così siamo noi: cormorani che volteggiano liberi tagliando la pioggia, la burrasca, la tormenta, la siccità, la privazione, la fame e le disuguaglianze, le percosse e le umiliazioni. Non dimentichiamo mai chi siamo; spiriti unici e irripetibili. Creature che, nonostante una vita di "errori", siamo ancora capaci di volare. Siamo ancora capaci di amare.» (estratto dalla prefazione al libro).


https://www.anarcopedia.org/index.php/Olmo_Losca

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