venerdì 16 settembre 2022

Buone Pratiche di Resistenza..per una Santa Contaminatio e uno Splendente Meticciato nel plurale delle idee e delle genti



Descrizione

Il bosco di Sherwood in Gran Bretagna è conosciuto per la leggenda di Robin Hood. In queste terre è accaduto anche altro, ovvero è stato il luogo della rivolta dei luddisti. Il luddismo è il movimento dei tessitori inglesi dei primi dell'Ottocento, che si opposero alle nuove macchine tessili della rivoluzione industriale.

I luddisti tentarono una lotta contro una certa tecnologia e un certo tipo di progresso che stavano distruggendo le loro tradizioni, vale a dire saperi, forme di solidarietà, pratiche di vita, arte e comunità. Si rivoltarono non solo contro lo sviluppo tecnologico, ma anche contro la logica del profitto che arricchisce poche persone a scapito di tutte le altre.

I luddisti tentarono in questo modo di farsi giustizia da soli, in mancanza di un governo che salvaguardasse la loro autosufficienza economica, che comprendeva la vera civiltà fatta dalle comunità di vicinato, la casa, i campi, il mercato in piazza, le abilità del lavoro manuale. L'autore di questo libro vuole liberare i luddisti dalla storiografia ufficiale che li descrive come ottusi demolitori di macchine e raccontarli invece come l'unico movimento popolare che riuscì a capire cosa l'industrialismo avrebbe significato per l'umanità e la natura.

Bisogna chiarire che i luddisti si opponevano ai "macchinari nocivi alla comunità" perché il problema non consiste nell'usufruire o nell'astenersi dalla tecnologia, ma nel chiedersi se la tecnica si riveli benigna o maligna per chi vi ricorre, per la comunità circostante, per la cultura, per l'ambiente, per il futuro.

Questo libro, scritto in forma narrativa e con la sistematicità di un saggio storico e sociologico, è più che mai attuale in epoca di rivoluzione informatica e ci può fornire anche un po' di saggezza luddista per sopravvivere come specie consapevole.

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__ribelli_futuro_sale.php

Consultare anche la "rilettura" su

https://www.barbadillo.it/82463-riletture-ribelli-al-futuro-di-kirkpatrick-sale-oltre-i-luddisti-la-tecnica-non-e-mai-neutrale/


da cui  trascrivo

"n realtà, con i luddisti, come dimostrato ampiamente dal saggio,  ci troviamo di fronte ad una vera e propria ricolta contro il mondo moderno, condotta con l’ascia, la picca e il fucile in nome di valori tradizionali e di un tipo di vita comunitaria che l’incipiente rivoluzione industriale stava spazzando via: “I luddisti non erano ostili ad ogni strumento meccanico, ma a tutte le macchine nocive alla comunità, come veniva sancito in una loro lettera del marzo 1812, a quei congegni che la comunità non poteva approvare… a quel complesso di macchinari, in altre parole, prodotto con finalità esclusivamente economiche, a beneficio di pochi, mentre tutto il resto, la società, l’ambiente e la cultura, era considerato irrilevante”. Certamente, “cimare la lana e il cotone con grandi cesoie manuali era un’operazione difficile e faticosa, che la cimatrice meccanica avrebbe fatto altrettanto bene, con minor sforzo e in minor tempo… Ma (i tessitori, n.d.a.) sapevano e diventarono luddisti perché sapevano a cosa avrebbero rinunciato, accettando una tecnologia simile: al cameratismo delle botteghe dei cimatori, col suo orario libero; alla pausa per bersi una birra e scambiare due parole e all’orgoglio per la propria perizia, che sarebbero stati permutati con la schiavitù di fabbrica, con la disciplina, la gerarchia, il controllo”. I luddisti, dunque, furono ribelli di un genere particolare, “ribelli al futuro” assegnato loro dalla nuova economia, incoraggiata dal re e dal governo postisi a servizio del capitalismo industriale:


ed ancora in piena Contaminatio e Meticciato

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=5358

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