venerdì 28 settembre 2018

con e per l'augurio che i Dirigenti Scolasrici possano essere profeti -la questione degli alunni disabili



Per la provincia di Palermo  servizi di assistenza agli alunni disabili nelle scuole secondarie superiori (ad onere e carico della Città Metropolitana di Palermo  che ha assunto le competenze della non più esistente Provincia Regionale)  ancora non sono partiti -https://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/09/28/news/scuola_negata_appello_dei_disabili_sospendete_tutte_le_lezioni_-207550642/

Nulla di nuovo sotto il sole... una musica che si ripete da tempo e da anni e giustamente anche i Dirigenti Scolastici sono non soltanto indignati ma si trovano ad essere l'immediata fattuale controparte delle famiglie pur non essendo in nulla e per nulla controparte

La richiesta cittadina e pubblica ai dirigenti scolastici per sospendere le lezioni per tutti gli alunni ha pieno senso di testimonianza etica e di fedeltà intransigente ai valori e ai principi della Costituzione e diversi dirigenti scolastici hanno in spirito e verità condiviso la proposta ma non possono legalmente realizzarla e compierla .

La proposta non ha fattibilità procedurale.. Quel dirigente scolastico  che accettasse  questa testimonianza etica e questa intransigente fedeltà ai valori della Costituzione   sarebbe contestualmente denunciato -in linguaggio ecclesiastico si direbbe late sententiae- per interruzione di pubblico servizio (e se non venisse denunciato l'autorità gerarchicamente a lui sovraoridnata sarebbe a sua volta denunciata per omissione di atti d'ufficio )

Eppure e Tuttavia
Io spero vivamente e mi auguro che esista nelle istituzioni scolastiche statali della Provincia di Palermo almeno un dirigente scolastico che sospenda le lezioni e si autodenunci 

Esistono valori non negoziabili di estrema radicalità etica il cui dis-pretium al cuore dei credenti grida vendetta al cospetto di Dio padre dei deboli,dei poveri,degli orfani e delle vedove  e al cuore dei laici grida vendetta in nome e per conto della nobiltà stessa della loro coscienza

"Sia il vostro parlare si quando è si e no quando è no il di più viene dal maligno."

ed è cosa maligna non dare assistenza agli alunni disabili..tagliare i servizi della compassione e della condivisione sociale  in qualsivoglia ambito è demoniaco 

E purtroppo nel primato della mediazione procedurale,della necessità di una soluzione attraverso magari un tavolo tecnico istituzionale alla fine (ma in tempi non immediati) sicuramente una scelta sarà fatta che taciterà e nasconderà la questione per l'intero anno scolastico ma sarà come sempre una scelta al ribasso nella tristezza della dirigente scolastica che interviene alla fine dell'articolo indicato " Ma purtroppo anche quando partirà il servizio, se sarà come quello dell’anno scorso, si risolveranno i problemi solo in parte”.

 Manda, Signore, ancora profeti,
uomini certi di Dio,
uomini dal cuore in fiamme.

E tu a parlare dai loro roveti
sulle macerie delle nostre parole,
dentro il deserto dei templi:

a dire ai poveri
di sperare ancora.

Che siano appena tua voce,
voce di Dio dentro la folgore,
voce di Dio che schianta la pietra.


David Maria Turoldo da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988” – pag. 570



 




 

giovedì 27 settembre 2018

ma Dio tre volte santo può essere invocato nelle ricevute fiscali di una pizzeria ?


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Abbiamo questa sera scelto e deciso con mia moglie di prendere una pizza  in un locale vicino,molto vicino casa.Non ci andava per nulla dover e poter cucinare a casa per la cena. Ogni tanto una certa percentuale di santa e sana pigrizia ci sta e ci sta benissimo 

Nulla di specifico da segnalare rispetto al locale e al servizio. Usuale  usualità per pizzeria e ristorante abbastanza frequentati anche se  di fatto alla fine sul piano dei costi  un pò sopra le righe rispetto alla previsione di spesa che mia moglie ed io avevamo ipotizzato

Ma in fondo il capriccio della pigrizia si paga.Era come dire messo nel conto
Ero ospite di mia moglie: per questo mese e per il prossimo(e si spera solo fino al prossimo) ancora non mi è stata liquidata mensilmente la pensione .i noti e famigerati ritardi ministeriali dopo aver sciolto l'inpdap nella trasmissione dei flussi all'INPS. 

Mia moglie si reca alla cassa per pagare il conto (aspettavamo la telefonata della nostra amata nipotina e quindi abbiamo azzerato i tempi di attesa del conto al tavolo) .paga e torna ridendo sorniona ma anche un pò "basita" se non perfino disgustata ..e subito mi fa leggere lo scontrino..Non capivo all'inizio quando mi evidenzia alla fine dello scontrino la frase

"DIo vi benedica"

e qui mia moglie che ha un tasso di laicità non dico totale ma quasi .."Non ritiene il Padre Giovanni che siamo in presenza di simonia ? Non ritiene il Padre Giovanni che invocare Dio perchè abbiamo pagato e/o perchè abbiamo scelto questo locale e non altro sia assolutamente se non una bestemmia sicuramente un'oscenità nei confronti di Dio ?  Comunichi il Padre Giovanni il suo pensiero"

Va bene Nina andiamo a casa..Non ho parole.Sullo scontrino di certificazione di  denaro e di negozio contabile  no per favore Dio no...



 






mercoledì 19 settembre 2018

Oggi ore 15,15..Un giovane trentenne della Generazione tecnologica incontra un antico prete sciancato. e stavolta non ha l'ultima parola...........

Risultati immagini per foto di un giovane della generazione Zeta
Ore 15,15 di oggi 18 Settembre 2018.. Salgo sul bus 101 in talare e croce pettorale ed anche bastone  Devo partecipare ad  oggettive necessità pastorali e parrocchiali. Il bus è veramente affollato e (inavvertitamente ) mi scontro con un passeggero al quale subito chiedo scusa 
Il passeggero assolutamente in collera  si gira irato verso di me..nel vedermi si ferma un istante..Ecco lo guardo subito... Giovane Bello tecnologico con una sorta di astronave come cellulare e borsa del notebook a tracolla e i vesti sicuramente firmati..Ma l'ira è sempre cattiva consigliera

"E che c**z*o in questo bus affollato,in questo carnaio mancava solo il crocifisso ambulante"

insomma il disprezzo è servito ..la litigata proposta ..lo scontro è quasi invocato..

Ed io assolutamente calmo "Le ho chiesto scusa e la richiedo..Mi permetta una correzione..Cristo non è ambulante ma è viandante"

"Ma vai a fare in c*l*"

Una Signora mi guarda subito e quasi mi implora affinchè io eviti e glissi

"Va benissimo ci posso pure andare..Intanto Tu china il capo per la benedizione che male non ti fa.. Ti Benedica Dio tre volte Santo il  Padre il Figlio e lo  Spirito Santo"

E si sente chiaramente almeno l' Amen finale di almeno tre persone presenti nello spazio dell'incontro scontro con il giovane dal disprezzo facile e dall'astronave come cellulare












martedì 18 settembre 2018

i stigghiola e il Servizio Sanitario Nazionale in Sicilia


Immagine correlata

https://www.youtube.com/watch?v=Q5aFvPXHUxQ

La prima parte della giornata non è trascorsa per nulla bene.. almeno fino alle 13.00
Mi sono svegliato con un profondo malessere e vertigini difficilmente governabili. 
Mia moglie sapientemente sentenzia subito (il medico confermerà l'intuizione della moglie)...Sei in un processo per quanto lento di intossicazione. Anche se ora sei in pensione continui a mangiare in modo disordinato e se non ci fossi io...sarebbe anche peggio....(Omelia della moglie delle ore 9 e qualcosa).. La moglie telefona al medico di famiglia...Lo conosciamo da quaranta anni..siamo stati forse i suoi primi iscritti alla lista del Servizio Sanitario...Eravamo appena sposati..Il nostro medico ed amico  si sposò mesi dopo...

Quindi l'attesa del medico trascorre e transita tra acqua e bicarbonato...e stare un pò disteso a letto per governare al meglio possibile le vertigini e funziona...Le vertigini vengono governate e riesco anche a stare seduto senza dovere avere serio malessere

Il nostro amico e medico di famiglia conferma l'intuizione di mia moglie... Chiede e conferma cosa avessi utilizzato per cena la sera precedente(ed avevo preso dei dolci contro il rigoroso parere di mia moglie )...Mi deve prescrivere alcune fiale  e mi precisa che sono farmaci usuali ma non sono all'interno del ticket del Servizio Sanitario Nazionale  della Regine Sicilia e costano sui 25 Euro(in realtà il salasso sarà maggiore)

Mia moglie ed io  restiamo stupiti: L'intossicazione alimentare(in rigorosa lingua nazionale "untuossicu") è evento di per sè usuale con una percentuale costante nella vita dei palermitani e delle palermitane  e dei siciliani e delle siciliane

"Proprio per questo la Regione Sicilia non riconosce nel Servizio Sanitario Nazionale gran parte,la quasi totalità dei farmaci che contrastano l'intossicazione "

E ci spiega... Egli ha uno studio professionale in uno dei quartieri popolari di Palermo con densità alta di popolazione anche ormai al plurale delle genti...Ebbene tutto questo plurale delle genti o quasi tutto,uomini e donne, in fondo  si direbbe con Marx di per sè classi subalterne (a prescindere poi dal loro ruolo sociale realizzato) da  buoni ed ottimi palermitani impazzisce per "i stigghiola (traduco per i piemontesi ...  È un piatto di cucina povera, che viene generalmente preparato e servito per strada dal cosiddetto stigghiularu. Consiste di budella di agnello (ma anche capretto o pollo)  lavate in acqua e sale, condite con prezzemolo, con o senza cipolla, infilzate in uno spiedino, o arrotolate attorno a un  cipollotto , e cucinate direttamente sulla brace. Si mangiano calde, condite con sale e limone. Nella maggior parte dei casi si mangiano per strada in qualche bancarella. Caratteristico l'odore che si riconosce per strada, effetto del fumo talvolta provocato di proposito a maestria dallo stigghiolaro per attirare gente all'assaggio) 
poi aggiunge immediatamente  ed insieme pure le panelle ,crocchè e " a rascatura"( dicesi rascatura  specialità culinaria siciliana, strettamente collegata alla ricetta delle panelle e delle crocché! Come suggerisce il nome stesso, le rascature, raschiature in italiano, altro non sono che i residui delle panelle e delle crocché, tutto ciò che resta nelle pentole e nelle teglie e che viene, dunque, raschiato.
E’ stata la grande abilità nell’arte del recupero dei proprietari delle friggitorie ad inventare questa ricetta di recupero, mettendo insieme i vari residui vengono fuori delle frittelle il cui gusto è a metà tra le panelle e le crocché a cui viene data la forma di “polpette allungate”. )

..poi magari ulteriormente milnciana fritta 'ncapu o gas "(melenzane fritte direttamente sul fuoco  senza padella) 

e subito dopo o quasi subito arriva il malessere e si corre dal medico..
E il nostro amico e medico conclude "Con un tasso percentuale così alto di intossicazioni alimentari in Sicilia..ma voi seriamente pensate che la Regione abbia intenzione di dare il Nulla Osta per il SSN ai relativi farmaci di contrasto? " 

Ed infatti il necessario farmaco prescritto dal medico è costato Euro 30,90 ..perchè la confezione minima contiene 10 dosi...




sabato 15 settembre 2018

padre Michel-Marie Zanotti-Sorkine, ex chansonnier nei cabaret di Parigi ed oggi parroco cattolico a Marsiglia-parte prima




tratto da
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/02/06/news/i-tiepidi-vanno-allinferno-io-vado-a-marsiglia-in-talare-con-padre-zanotti-51191/

Bisogna andare a Marsiglia. Non per il pastis, non per il sapone, non per la bouillabaisse, ma per un prete. Un prete così potentemente prete come padre Zanotti, così ardente e appassionato, così trascinatore, in Italia non riesco a trovarlo. Dicono un gran bene di don Fabio Rosini, a Roma, che non sarà un ipocredente ma pure lui nelle foto appare in maglione o in tenuta da pastore anglicano: come mai? Perché tanti preti, anche buoni preti, indossano il clergyman? Forse perché d’accordo col pluriscomunicato e pluriuxoricida Enrico VIII? O perché ci tengono a somigliare ai signori delle pompe funebri? Padre Zanotti invece veste la talare siccome indossarla significa essere immediamente riconosciuti come operai di Dio, e subito interpellati per riparare anime. Mentre “andando in giro in borghese sei sicuro di una cosa: che non succederà niente”. Lo scrive in “I tiepidi vanno all’inferno” (Mondadori), un libro ad alta temperatura religiosa però non solo mistico, anche parecchio pratico, e che dovrebbe essere portato nei seminari perché insegna a fare il prete e fuori dai seminari perché mette voglia di farsi prete. Padre Zanotti esorta il sacerdote a “non essere uno tra gli altri”, a non mimetizzarsi (cosa che a lui riuscirebbe comunque difficile, essendo alto e bello come un attore). “Non lasciare che i fedeli ti diano del tu. E se lo fanno per lunga consuetudine con te, che premettano padre al tuo nome”. Devono leggerlo i preti che, specie su internet, omettono il don, confondendosi nel mare magno e non offrendo nessuna luce, nessun punto di riferimento, a chi nel mare magno si è perso. Io ho un contatto Facebook che non sono riuscito a capire se è un frate oppure un laico: non usa il fra, non veste il saio, solo Dio sa qual è la sua vocazione, ammesso che una vocazione ci sia.
Bisogna andare a Marsiglia per vedere in azione questo prete formidabile e si potrebbe anche fare, non è così distante. Inoltre padre Zanotti, come suggeriscono il cognome e la città di nascita, Nizza, ha sangue italiano nelle vene, e prima dell’ordinazione ha studiato a Treviso, Padova, Roma (Angelicum) quindi la nostra lingua dovrebbe conoscerla. Non è solo un po’ italiano, è anche un po’ ebreo, almeno come origine, e all’anagrafe e in copertina risulta Michel-Marie Zanotti-Sorkine: il secondo cognome ricorda il nonno materno, immigrato russo. Pertanto non è cresciuto in una famiglia molto cattolica, e in un ambiente ben poco cattolico ha vissuto quando, fino ai ventotto anni, cantava nei cabaret di Parigi e Montecarlo, e nemmeno oggi vive in un contesto così cattolico: a Marsiglia un quarto degli abitanti è maomettano e innumerevoli sono gli atei, i genderisti, gli omosessualisti, i cristiani arresi al mondo. Forse proprio per questo ha sviluppato una fisionomia cattolica nettissima fino a essere capace di scagliarsi contro “l’ecumenismo da due soldi, che consiste nel volere che i protestanti restino tali”. Non accusa il contesto ostile ma la tiepidezza del clero: “San Paolo ha forse beneficiato delle circostanze più favorevoli per annunciare il Regno? Andiamo, siamo onesti: non abbiamo più il sacro fuoco”.
 Qualche anno fa l’incendiario padre è diventato parroco di Saint-Vincent de Paul, gran tempio neogotico in fondo a la Canebière, pieno centro, che come molte chiese francesi e non solo francesi (a Firenze hanno appena chiuso San Marco, la chiesa del Beato Angelico, di Savonarola e La Pira) si stava spegnendo per mancanza di fedeli: adesso c’è la fila. Miracolo di una fede fiammeggiante che ha fatto tornare le pecore all’ovile con la predicazione (dal pulpito, l’ho visto su YouTube, fa impressione), la bellezza (candele vere, organo vero, confessionali veri), il fervore (“solleva la mano per benedire le persone e le cose, credi nel potere dell’acqua santa, sii soprannaturale!”) e l’estrema disponibilità: chiesa sempre aperta e lui sempre pronto a confessare, a incontrare chiunque anche senza appuntamento, anche nei caffè e nelle case, padre spirituale di un popolo multicolore di madri senza mariti, di giovani incerti, di vecchi malati. “En cas d’urgence, de jour comme de nuit, vous pouvez contacter le père curé au 0491485745. Il viendra sans tarder”, c’è scritto sul sito: senza tardare e in abito talare, perché tutti sappiano chi l’ha mandato


tratto da 
 https://www.intelligonews.it/intelligonews/articoli/30-giugno-2015/28034/la-lezione-di-padre-zanotti-sorkine-servono-dei-preti-come-dio-comanda/


Chi è il prete? È quello che ha “il potere di Cristo”. Certamente non dev’essere codardo, un uomo d’apparato, non deve andare a caccia di promozioni, non deve essere ossequioso per interesse, non deve essere tiepido, ipocrita, e via discorrendo. 

Con il linguaggio del grande predicatore, padre Michel-Marie Zanotti-Sorkine, ex chansonnier nei cabaret di Parigi, che all’età di ventotto anni abbandona le scene per vestire l’abito talare, scrive contro la tiepidezza dei sacerdoti responsabili del decadere della fede nei cuori degli uomini. 

Padre Michel-Marie è parroco in una parrocchia di un quartiere multietnico di Marsiglia, la sua chiesa un tempo era vuota, ora ha tanti fedeli. Il segreto di tutta questa rinascita è che l’ex chansonnier predica “i grandi precetti della Chiesa, il dono di sé, la carità verso il prossimo e la fiducia in Dio”. 

Il prete francese intende scuotere i suoi confratelli dalla tiepidezza, dalla debolezza, dalla leggerezza, dall’inoperosità, per questo ha scritto qualche anno fa un libro, recentemente pubblicato dalla Mondadori, I tiepidi vanno all’inferno (2014); lui stesso scrive che si tratta di un “Piccolo trattato dell’essenziale”, alcune riflessioni, su ciò che manca nell’uomo e nella società, alcuni li chiamano “valori, ma che in fondo non sono nient’altro che la vita quando si svolge come deve”. 

Sono 20 brevi capitoli, definiti dal parroco, “venti luci”. Padre Michel-Marie analizza il momento attuale della Chiesa e del mondo cattolico, la situazione è grave, anzi gravissima. Fa un elenco abbastanza negativo, ne propongo una sintesi: “La maggior parte delle nostre parrocchie è senza eredi, la messa non trattiene più il cuore; da molte parti fa addormentare, annoia, delude, allontana persino chi la fede ce l’ha; i battesimi diminuiscono, le aule di catechismo si svuotano, la confessione agonizza…”. 

I credenti non praticanti aumentano, “sguazzando in uno stato di indifferenza e serena neutralità, mentre i non credenti e gli agnostici di ogni genere pullulano e si moltiplicano allegramente”. E provocatoriamente ci invita a non sminuire la realtà: “Non dite che il numero non conta, che la qualità è più importante”. Soprattutto non accampiamo scuse, tipo che ci sono qua e là, “gli eterni segnali di speranza”. 
Certo don Michel-Marie riconosce l’esistenza dei tanti movimenti, delle associazioni cristiane, dei tanti preti, fratelli cristiani, giovani, veri araldi della fede, che ogni giorno si danno senza risparmiarsi. Nonostante tutto questo, la situazione rimane gravissima. Pessimismo? Non credo, il prete deve dare una scossa, deve provocare non deve predicare rassegnazione, e il libro di padre Michel-Marie ha questo intento. È evidente che la nostra società, quella occidentale, la Vecchia Europa, sta vivendo un “inverno religioso”

“Di chi è la colpa? Nostra, prima di tutto, preti di Gesù Cristo, che non lo siamo a sufficienza”, scrive padre Zanotti- Sorkine. “Via, siamo onesti e non appelliamoci alla società moderna, con i suoi sconvolgimenti, i suoi cambiamenti, i suoi conflitti tra culture e altre problematiche emerse, per giustificare il prosciugamento dello spirito cristiano nel nostro paese”. Insiste il prete francese: “Niente scuse, non sarebbe degno della santa Chiesa che si è sempre diffusa al di sopra del paganesimo o della falsità degli dei(…) E poi, pensiamo anche solo a San Paolo! Ha forse beneficiato delle circostanze più favorevoli per annunciare il Regno e edificarlo?(…) La verità è questa: non abbiamo più il sacro fuoco. L’immagine che diamo del sacerdozio è troppo insignificante. Non si tocca il cuore. I modi in cui ci poniamo sono inferiori al risultato atteso”. 

A questo punto il padre francese fa alcuni nomi di modelli, di santi sacerdoti a cui affidarsi, primo fra tutti san Giovanni Maria Vianney, il santo curato d’Ars, poi Vincenzo de’ Paoli, Giovanni Bosco, Massimiliano Kolbe. Pertanto rivolgendosi prima a se stesso e poi agli altri fratelli sacerdoti, ma anche ai cristiani tutti, dice: rimettiamoci tutti, in discussione radicale e con coraggio ribaltiamo le nostre organizzazioni e i nostri piani i cui frutti spesso sono stati molto scarsi. 

Il padre ci avvisa se non siamo d’accordo con questa premessa, certamente un po’ pessimista ma reale, e soprattutto se crediamo che tutto vada bene, chiudiamo il libro e preghiamo per lui. Per quanto mi riguarda, il libro non l’ho chiuso e l’ho letto tutto, trovandomi sostanzialmente d’accordo con il prete francese. Sono tanti i suggerimenti di padre Michel-Marie, che orgogliosamente per farsi riconoscere nelle strade, cammina sempre in talare nera. “La veste è una divisa da lavoro, un grembiule da cottimista; seppur nera, è una ‘tuta blu’(…) Portala, questa veste, e vedrai subito i frutti dell’immaginario dell’uomo che ti collegherà istintivamente a Vincenzo de’ Paoli, a Jerzy Popieluszko, a Giovanni Paolo II, che non ebbero paura di mostrare la loro scelta in materia d’amore”. 

Tra i tanti consigli, invita il prete a non essere freddo, distante, scuro in volto, “la bontà sia immediatamente percepibile nei tuoi occhi. Allenati davanti allo specchio”. Don Michel-Marie sottolinea anche che il prete deve avere classe, stile, mai la moda. Non dev’essere volgare, fare sempre il primo passo. 

Mai lamentarsi: “Credi che Dio ti serva le anime su un vassoio, già ben disposte, sottomesse e tutt’orecchi? Ma come puoi essere così immaturo? Dio ti manda gli storpi, i pazzi furiosi, le anime dannate, gli ottusi, i balordi, i tonti, ma sono tutti amati figli di Dio. Forza, fai piacere a Lui, salvali!” Il prete dev’essere allegro, una punta di umorismo, ma mai ironia nel tono della voce, mai una parola contro chicchessia. 

Adattati a ogni persona, ai suoi limiti, alle incoerenze. “Ama gli animali e rispettali facendo loro qualche carezza, quando capita”. Per quanto riguarda i problemi sociali, “se hai delle risposte dalle, ma ricordati che l’essenziale si trova oltre il tempo(…) prima di occuparti di politica, nei versetti del Vangelo guarda bene Cristo e i suoi problemi, e vedrai ciò che interessa a lui”. 

Sulle questioni ecclesiali, “Dì ciò che pensi, sii ciò che sei, alla luce di ciò che la Chiesa universale scrive sul tempo esatto che tu vivi. Non sbagliare decennio. Rispondi presente all’appello del papa. Il suo orologio fa l’ora esatta”. Ancora, “entra nell’orbita di santo Stefano che ha aperto la strada, e lascia alla massa dei chierici gli avvitamenti del linguaggio…”. Sulle verità di fede, scrive: “Un prete che non parla più del Cielo lo ha lasciato da molto tempo” e quindi occorre evocare il purgatorio, l’inferno, il paradiso. Curare la liturgia, la messa, niente improvvisazione, verbale o gestuale. Ognuno nel suo ruolo, il prete e il laico. 

Non bisogna clericalizzare i laici. Attenzione a quei fedeli “impegnati” che si collocano al di sopra dei loro fratelli che bussano alla porta della chiesa. Attenzione alle riunioni interminabili in parrocchia, “in cui la maggior parte del tempo i pensionati sollevano problemi che non esistono”. “Va oltre e portali oltre”. Astieniti da qualsiasi critica nei confronti dei tuoi fratelli, che siano vescovi o sacerdoti. Nell’ultima parte del testo, “che cosa manca oggi all’anima della vita”, padre Michel-Marie intravede una mancanza di buon senso, di gioia, di bontà, di silenzio, il desiderio d’amore, la pazienza, la perseveranza, l’umiltà


Sito web  del Padre Michel-Marie Zanotti-Sorkine

http://pere.michel-marie.fr/#!/accueil/




lunedì 10 settembre 2018

alla fermata del 106 due signore di una certa età ma non aspettavano il bus

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Oggi alle 8,15 ero alla fermata del bus  ..il solito bus 106... per recarmi al Liceo : il primo concreto incontro con il nuovo Direttore Amministrativo il caro collega Nino Greco(ci si conosce da tempo...) per delle consegne di dossier giuridico-amministrativi da parte mia ...

Comunico sin da subito che il bus si è presentato alla fermata alle 8,55...ma questo evento mica è straordinario...la solita normalità 

Alle 8,15 ho trovato sedute sulla panchina del gazebo della fermata(una sola panchina esistente da Via Marchese di Villabianca a Via Duca della Verdura per numero 4 fermata...anche questo rientra nella norma .....) due signore anziane...alle quali ho chiesto subito notizie ....Le signore mi hanno immediatamente avvisato che erano sedute dalle ore 8,00 e nessun bus si era presentato..ma non aspettavano il bus...speravano solo che la Chiesa di Via Ugdulena aprisse i battenti.Si erano già recate all'altra Chiesa  ..quella del convento di suore sempre in Via Marchese di Villabianca ..ma era chiusa... anzi osservano che  quasi sempre di mattina  era ed è chiusa
Sapevano che la Santa Messa nella Parrocchia di Via Ugdulena si sarebbe celebrata alle 9.00 (sa ..abbiamo letto l'avviso) e quindi speravano che un pò prima aprisse...(e questo è avvenuto per la serenità delle due care signore..)

Tuttavia (c'è sempre un tuttavia con e nelle signore di una certa età che giustamente pretendono l'apertura della Chiesa)....sa...c'è sempre però poi un vuoto di chiese aperte lungo la giornata e non solo in zona...Una nostra amica della nostra età ci dice che anche nella sua zona ...viale Lazio...è quasi sempre così...
Eppure basterebbe poco...e così noi anziani avremmo la possibilità di pregare ..di dire il Santo Rosario... di stare seduti e sedute davanti al Tabernacolo...

Alle 8,30/8,35 una delle due  si accorge che la Parrocchia è aperta e con letizia vi si recano....Ma il problema posto è veramente serio e riguarda tutte ma proprio tutte le chiese cristiane della nostra città...

La chiesa cristiana ..chiamata a vivere nella sua organizzazione verso il santo  popolo di Dio quasi a ciclo continuo...Non è facile  ma le due care signore hanno pienamente ragione






domenica 9 settembre 2018

Etica e Matematica Il saggio arabo

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Un arabo sapiente e sveglio, di nome Ahmed, si recava un giorno con il suo cammello da un’oasi all’altra del deserto del Sahara, per concludere certi suoi affari. Giunto all’oasi di Agadez, la sua attenzione fu richiamata da un gruppo di cammelli, presso i quali tre giovanissimi beduini discutevano e gesticolavano animatamente. Avvicinatosi, si accorse che la discussione stava per degenerare in un litigio, perché le voci dei tre si facevano sempre più alte e stizzose: “Così non può essere!”. “Per conto mio non posso accettare!”. “Ma non possiamo mica uccidere qualche cammello!”. Curioso, Ahmed chiese di che cosa si trattasse. Il maggiore dei tre giovani, trovandosi dinanzi un uomo dall’aspetto cordiale e dal portamento distinto, non ebbe difficoltà a spiegargli la causa della disputa. “Mio padre è morto e ha lasciato in eredità i diciassette cammelli che vedi qui riuniti, ordinando che fossero così divisi: metà a me, che sono il figlio maggiore, un terzo a mio fratello minore e un nono a questo nostro cugino. Ma come possiamo fare questa divisione senza sacrificare nessuna delle bestie? Come si fa a trovare la metà e poi la terza e la nona parte di diciassette? Abbiamo provato in tutte le maniere, ma nessuno di noi si è potuto dichiarare soddisfatto. Saresti in grado di trovare il modo di fare una divisione giusta?”. Ahmed rifletté un po’ e disse: “Proviamo”. Accostò il suo cammello al gruppo degli altri, e fece notare che in tal modo i cammelli non erano più diciassette ma erano diventati diciotto. “Bene! – continuò – ora che i cammelli sono diciotto, è facile trovare la metà; e quindi a te, che sei il maggiore, ne spettano nove”. Così il maggiore accettò ben volentieri, pensando che, rispetto ai diciassette dell’eredità paterna, nove cammelli era più di quanto potesse avere. Ahmed continuò rivolgendosi al fratello minore: “La terza parte di diciotto è sei; prendi dunque i tuoi sei cammelli”. E il fratello minore come potete immaginare, fu ben contento. Al cugino il saggio arabo disse: “La nona parte di diciotto è due: a te, dunque, restano due cammelli”. Così anche il cugino fu soddisfatto. Dopo che ognuno ebbe avuto i suoi, restava un cammello che Ahmed riprese, perché era il suo. I tre beduini, sorpresi da tanta abilità e saggezza, non finivano più di ringraziarlo e volevano compensarlo con molti doni; ma Ahmed, lieto di averli messi d’accordo, accettò soltanto un sacchetto di datteri per il suo cammello, e, così com’era venuto, riprese il suo viaggio.

https://bambini.uicca.it/il-saggio-arabo/

sabato 1 settembre 2018

1 settembre 2018

 

 

Accesso non autorizzato per posizione lavorativa chiusa. Rivolgersi al proprio ufficio amministrativo.

https://sidi.pubblica.istruzione.it/sidi-web/?pk_vid=51aeb0fc6aef556815357557065b2c87