martedì 17 ottobre 2023

i testi liturgici della Settimana Santa che noi chiesa ortodossa dovremmo azzerare perchè(a mio parere) antisemiti /contro gli ebrei

 


 

PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA SANTA 


Mattutino ed ore del  Santo e Grande Lunedi-


le traduzioni in italiano sono riscontrabili nel sito dell'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia- Patriarcato Ecumenico


a) Alliluia (3). Tono pl. 4, preceduto da questi stichi. Stico 1. Dal primo albeggiare a te si volge il mio spirito, o Dio, perché sono luce i tuoi precetti sulla terra.

Stico 2. Imparate la giustizia, abitanti della terra.

Stico 3. La gelosia afferrerà un popolo privo

di istruzione, perciò il fuoco divorerà gli avversari.

Stico 4. Aggiungi loro mali, Signore, aggiungi mali ai superbi della terra.


Kathisma. TONO 1 

O giudice invisibile, ti sei mostrato nella carne e sei venuto per essere giudicato da uomini iniqui, condannando con la tua passione la nostra condanna! E noi ti celebriamo, concordi lodiamo, magnifichiamo e glorifichiamo, o Verbo, il tuo potere


Vangelo secondo Matteo (21, 18-43). senza alcuna introduzione di chiarimento e tutto teso a mostrare di fatto e di diritto la teologia della sostituzione e la malvagità dei vignaioli 


INFATTI successivo stico

per il fico inaridito. Rappresentando nel fico la sinagoga degli ebrei, priva di frutti spirituali, Cristo con la sua maledizione lo fa inaridire. Fuggiamo il male del fico!.


Temendo il castigo del fico, disseccato perché sterile, o fratelli: portiamo frutti degni di penitenza al Cristo che ci concede la grande misericordia.



chiedendo scusa ai farisei(gente di per sè seria) controcanto ad un documento"fariseo" di alcuni docenti universitari palermitani







chiedendo scusa ai farisei(gente di per sè seria) controcanto ad un documento"fariseo" di alcuni docenti universitari palermitani 


Premessa 

pubblico il documento citato. Esso sembra a prima lettura una riflessione meditata e ponderata e,in alcune parti, ma con un sottotraccia "iniquo"che spesso si rivela. Darò evidenza a quel che a me appare come sottotraccia iniquo e politicamente ambiguo (ed "ambiguo" è usato per carità e misericordia)


Pubblicazione del documento(con le mie evidenziazioni )


Egregio Professore,

l’affissione della bandiera israeliana sulla facciata del Municipio di Palermo ci ha sorpresi e addolorati. Lei è una persona colta, un docente universitario, un ex-rettore dell’ateneo palermitano: sa dunque benissimo che l’azione di Hamas è una reazione indiscutibilmente feroce, autolesionistica e ingiustificabile, da condannare assolutamente, ma è una reazione ad un lunghissimo periodo di oppressione altrettanto ingiustificabile, in molte occasioni altrettanto feroce e anch'essa in definitiva autolesionistica. Oppressione portata avanti nel tempo dallo Stato d’Israele su territori che – secondo varie deliberazioni dell’ONU – non gli appartengono.

Perciò, solo se per anni fosse stata appesa la bandiera della Palestina in segno di solidarietà con le vittime quotidiane della politica di “terrore” israeliano avrebbe senso adesso esporre la bandiera d’Israele in segno di solidarietà con le vittime di questi giorni del terrorismo di Hamas. Ad oggi si contano purtroppo più di 1200 vittime israeliane, prevalentemente civili, falciate dalla furia di Hamas negli insediamenti dei coloni vicini alla striscia di fuori Gaza e altrettante o più vittime palestinesi, prevalentemente civili, schiacciate dalle bombe israeliane nella striscia di Gaza. A nostro avviso, non si possono usare due pesi e due misure: le vittime innocenti hanno la medesima dignità e il medesimo diritto alla solidarietà internazionale.

La nostra città di Palermo ha ospitato per secoli musulmani ed ebrei e anche ai nostri giorni ha l’ambizione di aprire le sue porte – e le porte della sua Università – a studenti provenienti da tutto il pianeta. La invitiamo dunque a ordinare la rimozione di quel simbolo che esprime unilateralità invece che equidistanza.

Le chiediamo, se vorrà esporre delle bandiere, un’eventuale esposizione di entrambe le bandiere dei due popoli dolorosamente in conflitto, affinché non ci siano dubbi sull’equivicinanza umana dei cittadini palermitani alle vittime innocenti dell’atroce conflitto.

Nella scia della cultura e della prassi nonviolenta, siamo convinti che l’unica via d’uscita dalla barbarie è nelle mani di chi romperà la spirale di odio, rifiutando la logica perversa omicida e suicida della guerra. Solo i civili israeliani e palestinesi che sceglieranno, anche con il nostro aiuto, la via della nonviolenza, dell'agire comune per la pace, potranno ridare speranza al futuro di Israele e Palestina, che hanno un destino sicuro solo nella convivenza.

Grati in anticipo della sua attenzione, porgiamo distinti saluti.

Bongiorno Giovanna

Cavadi Augusto

Cozzo Andrea

D’Angelo Gabriella

D’Asaro Maria

Gallo Roberto

Ganci Margherita

Mariscalco Jan

Mulé Mario

Ragonese Maria Rosa

Saieva Adriana


Palermo 13.10.2023


***

Manca (a mio avviso non per distrazione ma per scelta -il famoso sottotraccia) quel  dato politico ed etico che in sè e per sè,se espresso chiaramente e con sincera convinzione potrebbe dare serietà al documento.

a) Hamas NON rappresenta il popolo palestinese

b) Hamas è nemico del popolo palestinese


Questo dato viene taciuto,glissato,abbandonato e perfino viene chiarito  che certamente quella di Hamas è una reazione(attenzione:vocabolo Reazione e non Azione) "feroce"(attenzione feroce e non viene scritto l'aggettivo  terroristica come se Hamas fosse un'organizzazione quasi statuale al pari di Israele che è feroce nella reazione   e non una banda) e viene ancora scritto "  ma è una reazione ad un lunghissimo periodo di oppressione altrettanto ingiustificabile, in molte occasioni altrettanto feroce "(manca solo l'evidenza dell'aggettivo "legittima" e il sottotraccia è chiaro)


ed ancora

" La invitiamo dunque a ordinare la rimozione di quel simbolo che esprime unilateralità invece che equidistanza."

E' corretto ..Ma e tuttavia, equidistanza tra chi ? e torniamo al punto iniziale :Se non è stato detto che Hamas NON rappresenta i palestinesi  ed è nemico del popolo palestinese..l'equidistanza va chiarita ancora una volta..in caso contrario torna il sottotraccia.


Per il resto il documento è ottima esortazione e le colpe dello Stato di Israele e dei suoi governi sono ben chiare alla mia coscienza..ma dello Stato di Israele non del santo popolo della Santa Torah al quale,in quanto e perchè tale, le bande di Hamas e degli Hezbollah danno la caccia in tutto il pianeta..Tuttavia il documento,pur chiedendo al sindaco di Palermo, un'operazione di correttezza è un documento schierato che pretende di non esserlo. E come tale va rispedito al mittente per le dovute correzioni con una mia convinzione: solo i liberali e i libertari e non gli illiberali e gli antilibertari hanno titolo civico politico ed etico per inchiodare Israele alle sue enormi e brutali responsabilità passate,presenti, attuali, e di questo momento.

Padre Giovanni Festa

Presbitero cristiano a Palermo 


PS. dal web "“Hamas non rappresenta i palestinesi”, Abu Mazen rompe il lungo silenzio.Il leader dell’Autorità nazionale palestinese ha preso le distanze dai miliziani che il 7 ottobre hanno attaccato Israele...

martedì 3 ottobre 2023

il poeta Olmo Osca :Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo





Non siamo il centro del mondo, siamo solo dei semplici ospiti che si sono impadroniti del pianeta; devastandolo

 La voracità dell'uomo ha tolto tutto lo spazio vitale ai nostri coinquilini. Eppure blateriamo di ambiente e salvaguardia.

I veri ambientalisti sono gli altri animali, in milioni di anni non hanno creato alcun danno. Anche il difensore umano più genuino e sincero è mille volte più impattante di un animale non umano.

Quindi cosa ci resta? Una sola, singola lotta: essere al fianco, essere complici degli altri animali. Senza interferire, lasciandoli stare, smettendo di concepire la vita come un lungo e stretto collare.

Noi siamo la loro voce? Ma neanche per sogno. Non ho mai visto un animale altro gridare odio, sentenziare, giudicare, ergersi a padrone degli alberi, dei fiori, delle montagne, del mare. Il linguaggio degli altri animali è pura armonia. 

Siamo noi che non abbiamo più voce. Siamo noi che abbiamo smarrito l'animale che eravamo.


https://www.facebook.com/olmolosca/posts/pfbid027fqJjpNYw9LgGFzEbh31vaoW39YCRKkYzvUFzERuFiBberDLVsXQARUQ8AFzHUy5l


Olmo Losca nasce nell'estate del 1969 è un poeta e scrittore libertario italiano autore di versi sociali e racconti-favole per adolescenti. Il padre (Giulio Scapaticci) pittore anarchico, tra i fondatori di quella corrente artistica degli anni '50 denominata, dai giornalisti Giorgio Kaisserlian e Marco Valsecchi (nella prima esposizione italiana del 1956), "Realismo Esistenziale" ha contribuito alla sua formazione letteraria e politica. Olmo losca è autore, inoltre, di saggi e articoli sulla questione animale, sull'ecologismo e sulla critica sociale, con particolare attenzione all'anarchismo legato all'antispecismo


***

Da Sentieri in Cammino un libro di racconti sociali dove in forma di novelle brevi affronta le diseguaglianze e le oppressioni nei confronti degli ultimi. 


«Questi sono racconti, storie, novelle, destinate al vento di grecale. Quel vento freddo e impetuoso che ognuno di noi ha nel cuore. Una sorta di vento che investe un sentiero scomodo e lastricato di ostacoli, un "Vento sbagliato" parafrasando Faber. Lo sbaglio non è in funzione delle storie in sé, che vado a raccontare, ma della consapevolezza che queste storie trasportano: la libertà. E come sappiamo tutti, le storie di libertà, in questa società, sono quasi sempre sbagliate. L'osservare la libertà, cioè il concetto più bello che possiamo immaginare, per il potere è sempre sinonimo di errore. Il potere non vuole la libertà, anzi, ne obbliga la schiavitù dei nostri corpi. Ma non potrà mai obbligarci a non pensare, a non sognare, a non desiderare. Può toglierci tutto ma non il desiderio di emancipazione e di speranza. La speranza come costruzione del futuro in una dimensione nostra a prescindere dal luogo in cui siamo. L'Utopia possibile e concreta. Continueremo a sentire il vento anche se con le ali bruciate e ferite dal dolore. Le storie sono semplici come sono semplici le avventure dentro di noi; solchiamo i mari in piccole barche sbattute dal vento ma non affondiamo mai. Anche se la burrasca vuole inghiottirci. Ogni racconto è un impulso a viaggiare stando fermi, a sperimentare, a costruire. Ci sono i racconti sociali, quelli contro i generi imposti dalla società, quelli del freddo di montagna e della calura estiva. Il mio augurio è quello di conservare intatto il nostro essere bambini e bambine, il nostro sguardo sognante verso la libertà. Potrei definirlo un libro in cammino, cioè quello spazio temporale che non ha tempo e spazio. Il cammino che non conosce né direzioni né traguardi ma solo passi. Passi che non si fermano fino a quando non decidiamo noi se fermarli. Nessun'altro. Questo è il significato del titolo: "Sentieri in cammino". Quello sguardo unico e irripetibile che abbiamo a prescindere dalla geografia dove siamo nati, a dispetto dei confini o delle etnie. Lo sguardo non ha nulla di questo. Non ha colore o appartenenza, non ha obblighi o divieti. Lo sguardo è quella sensazione che ci riscalda in inverno, che ci dà sentimento e amore. Lo sguardo è un modo semplice per indicare che siamo tutti uguali, nelle differenze. Lo sguardo del bambino in mezzo al mare che, tra le onde, scrive al padre è lo stesso sguardo del senzatetto nelle vie anonime delle città, ed è lo stesso di quel marinaio che, deriso da tutti, ha come amica una capra solitaria o di Paloma, la ragazza "strana". Lo sguardo non ha barriere o sbarre, non ha recinzioni o muri. Lo sguardo vola come il cormorano in autunno, sale in cielo e sprofonda negli abissi marini subito dopo. Come dico sempre: la solitudine è un concetto che in solitudine non esiste. Così come quel cormorano che alla vista sembra solitario, è in realtà un meraviglioso spirito libero. Solo agli occhi degli altri ma gioioso ai suoi. Nonostante la vita, nonostante il dolore, nonostante la rabbia o lo sconforto. Nonostante le sconfitte o le perdite. Così siamo noi: cormorani che volteggiano liberi tagliando la pioggia, la burrasca, la tormenta, la siccità, la privazione, la fame e le disuguaglianze, le percosse e le umiliazioni. Non dimentichiamo mai chi siamo; spiriti unici e irripetibili. Creature che, nonostante una vita di "errori", siamo ancora capaci di volare. Siamo ancora capaci di amare.» (estratto dalla prefazione al libro).


https://www.anarcopedia.org/index.php/Olmo_Losca

domenica 13 agosto 2023

Riordino i miei pensieri in memoriam di Michela Murgia.

 


11 Agosto 2023

Le riflessioni di Michela Murgia spesso mi trovavano distante .
Michela Murgia ora è deceduta.
Sempre,e sopratutto negli ultimi anni della sua vita, è stata oggetto di disprezzo, insulti,violenze verbali, offese da parte di quel segmento (molto maggioritario) delle chiese cristiane identitarista, totalitario, neo talebano et similia.
Come spesso ora accade costoro scriveranno(e non si sa con quale autorità possano farlo) che l'affidano alla misericordia di dio. E saremo sempre nell'ordine dell'insulto e della violenza verbale dentro il linguaggio viscido e curiale(di ogni curia) del sorrisetto ipocrita appena abbozzato in un una faccia ufficialmente compunta e in realtà con la bocca nascostamente piena di bava alla bocca e di orgasmo predatorio e soddisfatto


12 Agosto 2023
Non mi interessa granchè l'omelia del parroco che ha celebrato i funerali di Michela Murgia a Roma .
Non mi interessa granchè il messaggio del cardinal Zuppi di riconoscimento post mortem.
Prendo atto che la linea ufficiale è quella del tomismo decaduto e decadente proposta da Avvenire..(si Avvenire.. il quotidiano che tanto appassiona gli orfani e i riciclati della sinistra italiana..gli intellettuali permalosi in particolare..Avvenire..un quotidiano "peronista" )
Pochissimi e rari,rarissime le riflessioni oneste e sincere dei cristiani verso la morte di Michela Murgia.Per il resto untosità e godimento non esplicitato ma presente bava alla bocca ma nascosta in assoluta congruità con gli insulti, il disprezzo, le violenze verbali irrorate alla Murgia in vita insieme e contestualmente ai giornali e agli esponenti perfettini perfettini della (me' coijoni) della Santa Tradizione. (sic..e risic!!!)
Spessissimo nel mio sommesso non ho concordato con le considerazioni civico-politiche di Michela Murgia con successive accese dialettiche in famiglia. Ma ci sta.
Michela Murgia muore da credente "soggettiva" (come oscenamente ha scritto il quotidiano peronista perchè il noto sistema della chiesa imperiale dal IV secolo ad oggi e domani ha paura, una fottutissima paura del"soggettivo" ) e muore da credente come ha dichiarato nella sua ultima intervista a Maggio 2023 . E' un fatto ..E i peronisti si attaccassero al tram..E gli imperiali ecclesiastici ed ecclesiali si attaccassero al tram..
E la "preghiera" di Salvini? chiedere a Totò del film i due colonnelli che fine può fare...

12 Agosto 2023
In memoriam Michela Murgia
E su un piano collettivo e politico io la bava alla bocca di orgasmo e godimento, per la scomparsa della Murgia, nei difensori di Dio Patria e Famiglia riesco a vederla.


13 Agosto 2023
l'odio agghiacciante di una vasta area di persone che hanno sempre odiato la Murgia in quanto e perchè tale ed ora finalmente,dentro la falsità dell'invocazione di misericordia e di riposa in pace, non riescono a nascondere il loro orgasmo di contentezza per la morte della nemica,nemica non tanto e non soltanto perchè collocata idealmente in una determinata impostazione ma proprio perchè dentro questa impostazione è rimasta donna di fede. E questo per gli odiatori cristianissimi è insopportabile.Qualcuno /Qualcuna ha anche espresso il proprio dubbio  sull'avvicinarsi di Michela Murgia  all'Energia che tutto benedice e quindi  sta dicendo sottotraccia. che la Murgia deve(e sottolineo deve) andare all'inferno e guai a Dio se Dio decide diversamente

***

in tutti i  commenti cristianissimi ma  "imperdonabili"riscontro la pervicacia nella consapevolezza di scrivere o di declarare malvagità per la contentezza che la nemica è morta. Ricordo anni fa uno scontro durissimo con un cattolico delle"insorgenze tradizionali" che affermava e continua ad affermare che l'assassinio di Ipazia è stato sicuramente commesso da cristiani in quanto e perchè tali ma andava compiuto in nome di un (presunto) bene superiore contra malum(Ipazia). Mutatis mutandis qui è la stessa logica

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 Il quotidiano Avvenire (non mi sono mai innamorato di Avvenire ..so bilanciare benissimo) ha esorcizzato la questione ..definendo soggettiva la fede e l'antropologia della Murgia . Ed è qui che ha dato la stura alla contentezza.. Ben gli sta insomma..era una soggettivista e quindi nemica di Dio e se Dio è clemente con lei, Dio non è più un dio cristiano..Questo il nodo.

martedì 27 giugno 2023

anno 2019 ..Alcune considerazioni su Ipazia e Cirillo

Ipazia indossava il tribonio, mantello ruvido e grezzo adottato come divisa dai filosofi. Statuina in terracotta, V secolo, identificata come rappresentazione della filosofa

Ipazia indossava il tribonio, mantello ruvido e grezzo adottato come divisa dai filosofi. Statuina in terracotta, V secolo, identificata come rappresentazione della filosofa


Ipazia non era cristiana e non voleva assolutamente diventare tale ..poi era anche una sapiente intellettuale e scienziata…Ergo fu uccisa a un gruppo di monaci e fu uccisa con un massacro in fondo organizzato come un orrendo  rituale 

Qualcuno  alcuni anni fa  asseri (proprio in sede di un dibattito duro, durissimo su Ipazia) che era stto atto di giustizia cristiano meritorio 

Io da prete cristiano mi muovo su altro versante e mi muovo all’interno della mia tenda ecclesiale ma  come sempre fino alle estreme periferie di essa stessa tenda sul ciglio del 
borderline ma restandovi dentro


Senza voler scomodare alcuna scenografia modernista e laica da tempo sono convinto che l’assassinio di Ipazia sia stato un gesto(lasciando aperto il quesito se San Crillo sapesse o non sapesse…mi piace pensare che sapesse ed è diventato santo proprio perché Ipazia l’ha perdonato e ha compiuto da morta intercessione per lui …) ..dicevo un gesto assolutamente antitradizionale, vigliaccamente antisapienziale, mentre politicamente è stato il vergognoso suggello della e all’apostasia teodosiana che ha avvelenato la Chiesa Cristiana e soprattutto –ed è qui il paradosso  spirituale-è stato un assassinio cristiano compiuto da cristiani in nome e per conto di Gesù Cristo nella lettura che questi cristiani hanno fatto del Vangelo e del Signore

Qui il paradosso…E’ stata uccisa in nome e per conto di Gesù Cristo ,  ma ergo ed ebbene è stata uccisa in disprezzoa Gesù Cristo,in odium fidei christianae e soltanto dei cristiani consapevoli di essere tali possono porre in essere la tremenda vergogna oscena di uccidere Gesù Cristo in nome di Gesù Cristo



Ipazia è quindi persona di snodo etico ..Con il suo assassinio i cristiani si codannano da se a se stessi ad essere “i puttani” del potere in ogni sua forma possibile ad Oriente come ad Occidente .Ipazia con la sua morte efferata svela ai cristiani ieri come oggi la nostra miseria e la nostra pochezza interiore..Dopo Ipazia e con Ipazia i cristiani hanno crocifisso realmente e concretamente il loro Signore ..Ogni assassinio compiuto dai cristiani resta sempre quello di Ipazia e con Ipazia è come se noi stessi avessimo messo a morte il Signore.

Da lì entra-ed è l’unica possibiltià provvidenziale che è restata e ci resta- ma soltanto alle estreme periferie di ogni tenda ecclesiale – dentro ogni tenda il conflitto e l’antinomia,lo strazio del conflitto…La Chiesa cristiana ha anche poi vissuto ed avuto fiori di testimoni e fiori di santità ma come condannati alla minorità.

Ipazia non va recuperata come cristiana..Non lo era enon lo voleva essere.Nella sua dignità di pagana è stata accolta nell’Oltre di Dio tre volte santo e tale è rimasta ..pagana e gentilitas .Noi non possiamo battezzare Ipazia neppure da morta…Possiamo solo chiedere a lei il permesso asintattico di ritenerla martire pagana/martire cristiana e se Ella vorrà in Dio tre volte santo lodarla con l’antico titolo di megalomartire

Tutto qui 

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...sta nel sentirsi sempre in guerra e in guerra santa .Non sto tematizzando l’irenismo melenso da nutella e da baci perugina..Sto semplicemente tentando di leggere la storia dell’ignobile assassinio di Ipazia da noi cristiani commesso(e commesso non per opera isolata di un branco di dementi ma commesso proprio ecclesialmente in modo strutturale ed organico) come lo snodo del fallimento cristiano …Insomma ammazzando Ipazia ci siano subito sputtanati…per le serie ancora oggi attuale che tutto quel che noi tocchiamo rischia sempre di essere infettato…Dovremmo trovare allora un rimedio ed un’alternativa per potere restare radicalmente fedeli al vangelo magari tornando a dar primato alla linea eremitico-catacombale e non a quella imperial-teodosiana…Posizione la prima assolutamente tradizionale,la seconda assolutamente modernista  da subito e sovversiva

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Ipazia in quanto uccisa da cristiani viene ella pagana uccisa in disprezzo a Gesù Cristo 

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.mi pare perfetto...bava alla bocca e lavoro da macellai...!!!


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 l'omicidio di Ipazia una vergogna realizzata all'interno della degenerazione teodosiana di una Chiesa(degenerazione dalla quale nesusno è esente e che continua ancora oggi..dovunque in ogni ramo della cristianità) ormai totalitaria e di Stato che da perseguitata e martire diventò persecutoria e di potere ..


E lo dico da cristiano e da prete e non per una banalità modernista ma proprio in forza della  Tradizione  la quale per la quale non appena si capì la degenerazione ,ci ha donato i Padri del Deserto  ..come un elegante ed orante mandare a quel paese(meglio mandare al diavolo...come luogo naturale) ogni sogno di respublica christiana ad oriente come ad Occidente..

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Cirillo sicuramente era convinto della necessità di operare questo malicidio o comunque di non punire gli esecutori.E in questo non possiamo non vedere un deficit verso il Vangelo  in Cirillo

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l massacro di IPAZIA: picchiare ,denudare ,cavare gli occhi e scarnificare,indi fare a pezzi e bruciare i resti di un essere umano in una discarica...



giovedì 13 aprile 2023

Isaac e il carrello della spesa al supermercato

 





Mi sono recato al supermercato di zona con il mio carrello per la spesa. Si lascia il carrello vicino alle casse e si utilizza uno dei carrelli del supermercato inserendo una monetina. Ho inserito 1€. Ho collocato nel carrello ciò che era necessario obbedendo  quasi"perinde ac cadaver" alle indicazioni tassative della badessa di casa e mi sono presentato alla cassa per pagare...Come diciamo a Palermo(ma credo non solo a Palermo) "pagare e sorridere".

E come sempre un giovane straniero non europeo mi ha aiutato a sistemare nel carrello personale tutti gli acquisti. Conosco Isaac da tempo. E,sistemati gli acquisti, lascio il carrello del supermercato a Isaac per quel tacito e rispettoso patto infra di noi sulla monetina collocata dentro l'apposito scomparto del carrello.

Sto per uscire quando Isaac mi si pare davanti e mi si inginocchia ringraziandomi per l'Euro.E mi ringrazia a mani giunte. Probabilmente fino a quel momento aveva ottenuto ben poco.

L'ho fatto subito rialzare e l'ho"cazziato" e l'ho "cazziato" duramente  

Ma il problema non è Isaac che,quasi certamente, domani ringrazierà in ginocchio  colui il quale /colei la quale avrà  inserito 2€ nello scomparto del carrello. 

E non c'è risposta. 




venerdì 7 aprile 2023

La Pasqua/Le Pasque nelle varie congregazioni cristiane -anno 2023

 


Il post non  tematizza alcunché riguardo al testo  indicato.
Ma  esso è stato pubblicato come  archetipo del contenuto del post 





E' già cominciato il "teologicamente corretto di cortesia" dei reciproci auguri tra cristiani vari (e spesso variopinti) che festeggiano la Pasqua  in data diverse  in funzione dei calendari utilizzati per il ciclo liturgico del menoriale 


I cristiani ortodossi/noi cristiani ortodossi celebranti la Pasqua in data 16 Aprile 2023 faremo gli auguri ai cristiani di tradizione occidentale che celebrano il 9 Aprile 2023 e riceveremo i loro auguri domenica 16 aprile 2023 


Tutto bene allora? "manco per niente".Siamo nella reciproca notazione della buona educazione e della cortesia sociale ammantata e/o mistificata dall'aureola della fede. Solo mistificata.


Vediamo all'opera la reciproca mistificazione

Questione: Sarebbe doveroso  che le chiese cristiane tutte celebrassero pur se non in comunione la Pasqua in una data comune da riscontrare insieme  in un patto pubblico 


Risposta degli Ortodossi: Certo. Si seguano allora le indicazioni operative e vincolanti dei sette concili ecumenici  con OVVIAMENTE l'indicazione teologica che la Pasqua cristiana  deve di necessità essere successiva alla Pesach ebraica Quindi si segua il calendario giuliano.E per alcune chiese ortodosse il calendario giuliano seppur non come  codificazione dottrinaria viene vissuto come deposito intangibile della fede. Insomma,dicono/diciamo. La data comune della Pasqua già esiste: è la nostra. Attenetevi a questa magari cavalcando verso la via di Damasco e vi rinnoverete


Risposta dell'Occidente cristiano latino (laddove latino sta anche per francofono ed anglofono)..Una data comune  deve essere UNA DATA  che superi le diverse tradizioni da calendario liturgico,insomma una novità, un sano compromesso, magari rendendo la Pasqua una festa a data fissa e non più mobile al di là delle indicazioni storiche (e non dommatiche) dei concili .


E la cortesia allora ?

Solo una cambiale reciprocamente pagata al quanto siamo tolleranti!!!

E come si sa la tolleranza non è mai riconoscimento di un diritto soggettivo che prescinda esso stesso dallo stesso riconoscimento, ma solo una concessione feudale di grande misericordia per la serie "non lo meriti ma alla fin esisti e quindi,anche se sei uno schifoso eretico e scismatico, ed anche se ho seri dubbi sulla "realtà ontologica"(sic e risic!!! ndr) del tuo essere come congregazione nella sequela a Cristo, ti faccio gli auguri e così faccio un gran figurone "(Ecco perchè le mignotte ci precederanno, in quanto e perchè tali, nel regno dei cieli con tutta la loro forza, nobiltà e dignità..ndr. e forse lo abiteranno soltanto loro e altri cari amici  ed amiche che le nostre chiese ritengono -ma ormai nel silenzio codardo del politicamente corretto- in odor di zolfo ndr) 


Allora ? Allora niente.. Ormai fare gli auguri di Pasqua anche da parte mia ai cristiani di tradizione latina correrebbe il  rischio di stare-nonostante tutto- dentro la cornice della "teologia della correttezza  che poi pugnala alle spalle". 

Quindi proprio per fare gli auguri ai cristiani di tradizione latina , è proprio il non farli e comunicare loro il senso del non farli a partire dagli auguri a mia moglie, a mia sorella e a tanti cari amici ed amiche.


Almeno stavolta non partecipo all'abominio della desolazione


Padre Giovanni Festa











lunedì 20 marzo 2023

Al dipartimento visite mediche dell'INPS a Palermo.. E non c'è risposta

S. Hirszenberg, "Spinoza scomunicato", (1907)

S. Hirszenberg, "Spinoza scomunicato", (1907)


Mercoledi u.s. ho accompagnato un carissimo amico (abitavamo nello stesso condominio di Via Pitrè) al dipartimento visite fiscali dell'INPS di Palermo.Era stato convocato,dopo un anno, per la sua richiesta  di invalidità civile e dello status di "handicap grave" per la sua seria patologia. 

Scrivo subito che, di fronte alla numerosa e significativa documentazione sanitaria presentata, gli stessi medici fiscali della Commissione, pur con tutte le cautele del caso,hanno di fatto mostrato esito di riconoscimento di quanto richiesto.Si resta in attesa dei decreti formali e finali.

Ho vissuto circa due ore ,un po' meno, di imbarazzo,di sconfitta e di amarezza.

Ancora una volta un'umanità dolente, uomini, donne e pure ragazzi e ragazze, bambini e bambine colpiti e colpite, spesso anzi quasi sempre "malamente" ed alcuni ed alcune pure irreversibilmente . Tutti e tutte in attesa  della convocazione effettuata non anagraficamente ma con il codice alfanumerico consegnato al momento della presentazione delle credenziali di invito. 

La domanda sul perchè  della malattia,del dolore e della sofferenza  non ha risposta e tutte le risposte,in qualsivoglia coniugazione ad oggi offerte, o mentono sapendo di mentire o,peggio, costruiscono alienazione e l'autoflagello della rassegnazione.

Io non so se "L' Alzati e Cammina" abbia mai avuto effettivi riscontri storici,di concretezza storica. E' possibile. Ma nel mio limitato universo dei miei quasi 72 anni non ne  ho riscontro e per pudore, paura, terrore di rendermi ridicolo ma anche per concretezza di vita  non ho detto "L' Alzati e Cammina" a nessuno dei presenti quel giorno per tutto il tempo che l'amico mio ed io abbiamo atteso la "chiamata". E resto con il dubbio tragico che Dio  possa e voglia benedire alcune culle, dimenticarne altre, maledirne altre ancora e sempre senza preavviso e non si sa perchè e con quale eventuale criterio realizzi tutto questo. Ed è la stessa identica sensazione che vivo quasi ogni giorno lungo le strade della mia città. Non c'è  risposta e non c'è risoluzione.

Durante il tempo dell'attesa l'amico mio ed io non abbiamo svolto conversazione se non frasi banali sull'attesa, sul disordine nei servizi igienici, e su quanti cittadini e cittadine erano stati convocati nello stesso ristretto periodo di un'ora. 

Per ora ho ripreso,senza motivazione alcuna, la lettura di Baruch Spinoza,l'ebreo olandese anatemizzato dalla stessa sinagoga.

Almeno in Spinoza trovo un'indicazione operativa

Da una parte l'assoluta constatazione del reale. Quel che accade e quel che è accaduto e quel che  accadrà non poteva non accadere, non può non accade, non potrà non accadere. Il reale si fotografa ed è pure scorretto e disonesto scomodare Dio(e lo  si scrive a tutela di Dio)  in qualsivoglia senso lo si voglia fare. Di Dio nulla si può dire..Il grande assente /il grande baro  non è onnipotente ma neppure onnifragile. E' perchè non è.

E l'ebreo Spinoza dentro questa cornice necessitata  invita se stesso ed anche me ad essere in contraddizione. Probabilmente anzi sicuramente non saremo mai in grado di modificare quel che dovrà accadere ma l'impegno di solidarietà concreta, di tolleranza condivisa, l'impegno all'abbattimento di ogni tipo di barriera non possono essere abbandonati. Se esiste ancora un senso al cristianesimo nonostante se stesso sta -forse-nella spes contra spem,nella speranza contro ogni speranza che Paolo di Tarso,persona dalle certezze tetragone e dalla sicumera totale, forse senza rendersene conto ha tematizzato. 
















giovedì 2 marzo 2023

a Sant'Arcangelo di Romagna nel luglio 2014



Un fine settimana di qualche mese fa passeggiando per una città che amo in modo particolare, Sant’Arcangelo di Romagna il paese di Tonino Guerra, ho riscoperto sui muri della città la targa dedicata a Germano, il calzolaio oltre che assaggiatore di vini della città.
Sulla targa posta su di un muro così c’è scritto ” Germano e’ morto che aveva 94 anni povero com’era sempre vissuto. I parenti hanno trovato un suo libretto di Banca carico di soldi che lui si e’ sempre rifiutato di toccare. Erano gli assegni che da trent’anni gli arrivavano mensilmente per la morte nella grande guerra del giovane figlio ufficiale d’artiglieria”. (Giovanni Terzi  blog il Terzoincomodo. luglio 2014) 




sabato 18 febbraio 2023

Sara Cassandra, la sua maestra di yoga ,un chakra e il festival di Sanremo



[io e la mia insegnante di yoga]
- Cassandra, hai un chakra in squilibrio.
- Oh (...) Mi scusi maestra, ma se un mio chakra è in squilibrio, dico io, magari barcolla, non si regge in piedi, e allora, mi chiedo, questo chakra potrebbe chessò... cadere?
- C a d e r e?
- Sì per esempio se il mio chakra del cuore è in squilibrio potrebbe cadermi nel chakra del plesso solare e però urtando il chakra del plesso solare andrebbero a finire entrambi i chakra nel mio chakra della radice e
- Noaspettaaguardaallora
- Ecco cosa dev’essere successo ieri sera! Probabilmente avevo i chakra talmente squilibrati che mi sono caduti tutti verso la zona genitale, appesantendola parecchio, sa, stavo guardando Sanremo e avevo la sensazione che mi cascassero le palle

venerdì 17 febbraio 2023

a Palermo alla fermata del bus 106 e in panchina due simpatici anziani ore 12,00 del 17 febbraio 2023

 




Attendevo alla pensillina  il transito della linea 106 per rientrare da Piazza Politeama a casa mia. Nella panchina interna alla pensillina  due simpatici anziani stanno conversando: uno di loro (lo chiameremo Totò) era molto amareggiato e l'altro(lo chiameremo Vicè) cercava di consolarlo e di dargli coraggio. Riesco a capire che Totò ha subito un grosso torto o da un amico o perfino da un familiare..Vicè cerca di calmarlo e  gli dice"Ma parrasti cu so frati ? " (Ma hai parlato con suo fratello?). e qui Totò sbotta. "So frati è un fangu..Rici di essere pissona ra chiesa. Ma,Vicè,un ci criu.Non ra chiesa ru Signuri ma ra chiesa di sta minchia" (Suo fratello è un fango. Dice di essere persona di chiesa.Ma,Vincenzo, non ci credo. Non è della Chiesa del Signore ma della chiesa "di sta minchia"

Il bus della linea 106 si presenta quasi puntuale. Salgo ma i due simpatici anziani restano dentro la pensillina.. Hanno ora un serio problema teologico da risolvere. Quando la chiesa è chiesa del Signore e quando è chiesa "di sta minchia? " 




martedì 31 gennaio 2023

dedicato come canto di ultimo commiato per la sinistra (presunta) tutta quanta:tutto va bene madama la marchesa




dedicato  come  canto di commiato  alla sinistra (presunta) tutta quanta: da Lorenzo Guerini e Dario Franceschini a De Magistris, dall'ex ministro Speranza agli accademici "castali" della (presunta,anzi una menzogna) società civile,da D'Alema ai centri sociali,insomma-per capirci.- quelli organizzati e costruiti dai figli annoiati della borghesia annoiata  cafonal chic  per poi ottenere curriculum importante ai fini accademici e diventare scrittore di immediati e-book h.24 

Dedicato anche ad alcuni carissimi amici e carissime amiche già compagni della(presunta )  sinistra palermitana e siciliana  che ancora continuano a pontificare. Non lo fanno in malafede..anzi (ma è peggio) in assoluta buonafede..il che li e le rende  "teste di minchia di mare" (scritto e detto con sim-patia/em-patia ed amicizia) 

***

Allo Battista, che c'è di nuovo,
cos'è accaduto? Dite un po'!
Voglio sapere che cosa trovo
quando al castel ritornerò.
 
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben,
però l'attende forse una sorpresa
che dir non posso fare a men:
un incidente banal, meschino,
è morto il suo bel cavallino;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.

 
Allo, allo Martin, che cos'è stato,
il mio caval come morí?
Spiegami orsú, servo fidato,
quale disgrazia lo colpí?

 
Tutto va ben, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben,
però l'attende ancora una sorpresa,
che dir non posso fare a men:
morí il cavallo per asfissia,
ché si incendiò la scuderia;
a parte ciò, Madama la Marchesa,
va tutto ben, va tutto ben.

 
Allo, allo Jean, ma com'è andata,
la scuderia chi mi incendiò?
Tu sei per me servo fidato,
questa disgrazia come andò?

 
Cela n'est rien, Madame la Marquise,
cela n'est rien, tout va très bien,
però l'attende ancora una surprise,
che dir non posso fare a men:
una scintilla varcò il cancello
dal tetto in fiamme del castello;
mais à part ça, Madame la Marquise,
tout va très bien, tout va très bien.

 
Allo Giuseppe, servo zelante,
il mio castello si incendiò?
Parlate, orsú, son trepidante,
non state lí fra il sí e il no!

 
Le spiegherò, Madama la Marchesa,
c'erano i ladri nel castel,
la sua parure di zaffiri hanno presa,
insieme a tutti i suoi gioiel;
fuggendo un ladro rovesciò
una candela sul comò,
fece del mobile un falò,
cosí il castello si incendiò,
le fiamme il vento propagò
ed alle stalle l'appiccò
e fu cosí che dopo un po'
il suo cavallo le asfissiò;
ma a parte ciò, Madama la Marchesa,
tutto va ben, va tutto ben.

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domenica 29 gennaio 2023

Il 25 aprile 1951 Piero Calamandrei, nella commemorazione del volo antifascista su Roma di Lauro de Bosis avvenuta il 3 ottobre 1931, così argomentava:

Piero Calamandrei 2.JPG



Il 25 aprile 1951 Piero Calamandrei, nella commemorazione del volo antifascista su Roma di Lauro de Bosis avvenuta il 3 ottobre 1931, così argomentava:

"dobbiamo ricordare che chi primo lanciò il grido nel silenzio sconsolato furono gli uomini isolati ed esemplari che anche negli anni del buio seppero segnare la strada e mantenere la continuità tra il primo e il secondo Risorgimento. La Resistenza è stata possibile perché Matteotti è stato pugnalato; perché Amendola è stato abbattuto dai sicari e Gobetti stroncato a bastonate; perché i Rosselli sono stati assassinati; perché Gramsci è stato fatto morire in galera; perché Lauro de Bosis si è inabissato nella notte dopo avere assolto il suo voto. Sono essi i precursori della Resistenza; essi i fratelli di tutti i caduti dell’ultima guerra, di tutti i torturati dai tedeschi, di tutti i trucidati dai fascisti, di tutti gli scomparsi nei campi di deportazione."


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La resistenza armata contro il nazifascismo si svolse tra l’8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945, ma, l’antifascismo organizzato iniziò ad operare molto prima, precisamente nel 1924, anno dell’assassinio di Matteotti. La protesta dell’Aventino da parte dei parlamentari che si riconoscevano negli ideali liberaldemocratici, l’opposizione di Luigi Albertini in Senato, nonché il conseguente malcontento nato nel Paese, segnarono di fatto l’inizio dell’azione antifascista che per anni si sviluppò nella clandestinità sia in Italia che all’estero.

Matteotti, con la sua attività e il suo impegno nel Partito socialista, nel sindacato, nel comune di Villamarzana del quale era sindaco, nel Parlamento, rappresentava l’essenza dell’articolazione della vita democratica che la dittatura fascista si proponeva di abolire.

La sua figura viene ricordata ed onorata non solo perché fu un martire, ma anche perché rappresentò un punto di riferimento per gli antifascisti e per le forze liberali e democratiche: diversi furono i giovani che in suo nome aderirono al Partito socialista e in suo nome, durante la Resistenza, si sarebbero battuti contro l’invasore tedesco e il nemico interno fascista nelle Brigate Matteotti, delle quali Sandro Pertini fu il massimo esponente.

Erano gli eredi di quella opposizione morale – originatasi l’indomani dell’omicidio del deputato socialista – costituita da due generazioni cresciute nel Ventennio, che ruppero definitivamente gli argini all’indomani dell’8 settembre del 1943. Quella opposizione ebbe tra i suoi maggiori esponenti le personalità più vicine al deputato socialista, che in suo nome diedero inizio alla lotta antifascista.

Ma durante il Ventennio, molto prima del 1943, molte furono le azioni antifasciste volte, se non a destituire, a scalfire Mussolini e il suo regime. Nacquero, infatti, attività clandestine da parte di varie forze liberali e democratiche che continuavano a coltivare la speranza della libertà nell’attesa di completare quel “secondo Risorgimento” a cui Calamandrei e Pertini, con le loro parole, avevano fatto riferimento.

C’è dunque un evidente nesso tra le biografie di molti oppositori del regime, che parte appunto da Matteotti, attraversa e orienta le vicende personali e l’azione di figure come Rosselli, Pertini, Parri, Turati, per arrivare fino alle pagine più alte della Resistenza: è un filo di altissimo “addestramento” civile e morale nel nome della libertà e della democrazia.

Infatti, accanto a quelli che potremmo definire gli “eredi diretti” del deputato socialista troviamo poi movimenti di “opposizione morale” silenziosa, riconducibili a cenacoli intellettuali raggruppati attorno ad influenti personalità delle élites italiane, con la particolare accezione – dato il momento storico – di essere portatori di idee liberal -democratiche non necessariamente riconducibili a un partito in particolare: forze che poi sarebbero andate a formare – assieme a ai cosiddetti “eredi diretti” il Comitato di liberazione Nazionale il 9 settembre del 1943.

Richiamiamo due tra i tanti casi che si potrebbero ricordare.

Il primo è il cenacolo che si riunisce attorno a Umberto Zanotti Bianco a Roma, e che annovera tra i suoi frequentatori personalità quali Rinaldo e Lavinia Taverna, Titina e Giuliana Benzoni, Ferdinando Martini, Jacques Maritain e Nina Ruffini. La vicinanza di questo mondo alla causa della principessa Maria Josè fece maturare nei suoi partecipanti l’avversione alla dittatura che maturò durante quella lunga resistenza, di cui prima si accennava, e che esplose dopo l’8 settembre decretando l’abbandono degli ambienti cospirativi a favore di una lotta senza quartiere contro il nemico: complice anche il fatto che dal 1921 l’Animi di cui Zanotti era il presidente era ospitata a Palazzo Taverna.

Il secondo caso preso in esame serve ad avvalorare la maturazione di quella generazione che, troppo giovane per avere vissuto direttamente l’omicidio e la vicenda umana di Matteotti, era comunque cresciuta nell’esempio della libertà e dei valori della difesa della patria impartito dalla prima generazione che aveva originato l’opposizione morale di cui prima dicevamo. Rinaldo e Cristina Casana, con accanto la mamma Costanza Taverna, precisamente nipoti e figlia di Rinaldo e Lavinia Taverna nonché affini di Giuliana Benzoni, misero in piedi a Novedrate in Brianza una base d’appoggio per i partigiani nella loro villa di famiglia. Qui si incontravano personaggi di ogni appartenenza politica. Qui si tennero molte delle riunioni del CLNAI, con la partecipazione di personaggi tra i più diversi, tra i quali Giuseppe Dozza del partito comunista il liberale Alfredo Pizzoni, Augusto De Gasperi, fratello di Alcide, politici evasi, ebrei ricercati dai tedeschi, inglesi, figli di amici risaliti dal Sud senza appoggio, che trovarono lì un rifugio sicuro. Ospitalità trovarono a Novedrate anche i membri dell’OSS americana, che qui aveva istallato una radio clandestina, guidata dal comandante Elia. Addirittura, una volta Edgardo Sogno e Guido Vanzetti vi portarono, evaso dalle carceri di Como, l’uomo politico democristiano Pietro Mentasti.

L’azione di coordinamento svolta dai fratelli Casana configura una rete di resistenza liberal-democratica alla quale partecipavano figure di varia provenienza politica che ambivano ad un riscatto della patria e alla riconquista delle libertà perdute, alla quale nessuno che si definisse antifascista poteva esimersi dal partecipare, e che durante quei venti mesi si sarebbe articolata in una lotta armata coadiuvata da una robusta struttura logistica e organizzativa.

https://tocqueville-acton.com/2022/10/29/la-memoria-matteottiana-e-la-guerra-di-liberazione-nazionale/