mercoledì 4 novembre 2015

L'Archimandrita Ermogene e l'Ufficiale di dogana sovietico



Mi si racconta

L'Archimandrita Ermogene di venerata memoria,  morto esule a Roma dopo essere stato vittima delle persecuzioni naziste prima e comuniste dopo . riusci una volta ,con un permesso speciale proprio agli inizi della segreteria Gorbaciov,  a recarsi nell'allora URSS per rivedere la sua patria e ritrovare,ove possibile,qualche familiare e qualche amico

Arrivato da Roma  a Mosca  si presenta alla dogana  con il suo abito talare e la sua bella croce pettorale per i controlli ovviamente legittimi

D'altra parte il Padre Ermogene di norma viveva con l'abito talare e la croce pettorale.Ed era quasi costante la sua presenza dentro la basilica di San Pietro per andar a pregare alla tomba del corifeo degli apostoli 

L'ufficiale di dogana è veramente letteralista nel disporre il controllo...Apre la qualsiasi..Rovescia  con fastidio e sgarbatamente tutto quanto stava in ciascuna valigia...

Una santa prova di pazienza per Padre Ermogene 

Alla fine il controllo si conclude e il Padre Ermogene rimette per come può il tutto in ciascuna valigia

L'Ufficiale lo saluta dicendogli  Io sono cristiano ortodosso

E qui la santa pazienza monastica di Padre Ermogene diventa apostolica parresia
"Ortodosso sicuramente....cristiano? ho qualche dubbio..."

Una conclusione che travalica e trascende l'episodio in sè e resta segno di ciò che è fondante e di ciò che non è fondante 











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