Palermo il 10 Settembre 2020 -Afterfeast of the Nativity of the Mother of God
Gentile Veneziani
ho letto con rispetto ed attenzione la sua riflessione "Alla lunga perderemo la faccia"
Al di là di alcune valutazioni da cui dissento ,l'impianto di meditazione e di riflessione ha un suo orizzonte di senso ,sopratutto quando Ella scrive "Quando rivolgersi all’altro smetterà di essere uno scoprirsi ma un coprirsi, non un rivelarsi ma un velarsi, quando avremo ormai assorbito dentro di noi quel metro che ci separa per ragioni di sicurezza dal prossimo, come vivremo la nostra vita, le nostre espressioni del volto, i nostri contatti? Quando le nostre bocche saranno saracinesche abbassate, persiane chiuse dietro cui sibilare lo stretto necessario, che sarà della nostra umanità? In particolare noi meridionali che siamo abituati a parlare toccando l’interlocutore, deplorevole ma calorosa abitudine, che colloqui gelidi avremo – alla lunga – quando perderemo questa prossimità incarnata, con la sua gestualità espressiva"
Ma c'è sempre un TUTTAVIA e non è un Tuttavia politico .La leggo spesso con attenzione,come leggo con attenzione Alain De Benoist e l'esperienza di quella antica destra che si è formata su Diorama di Marco Tarchi e sulla Rivista Elementi/Elements e di entrambe le riviste io ,frequentante un marciapiede distinto e distante dal suo,conservo intere annate e le conservo non in cantina. Ma qui il Tuttavia non è politico
E' il Tuttavia del diritto ad avere paura,del dovere ad avere paura
Alla fine della sua riflessione Ella ci ricorda il profondo significato esistenziale dello stesso mistero cristiano dell'Incarnazione e da prete cristiano allora coniugo il Tuttavia. Saprà sicuramente del feroce dibattito che si è svolto e si svolge all'interno delle Chiese Cristiane di tradizione episcopale e sacramentale sulla partecipazione ai Santi Misteri dell'Eucarestia . Per molti,moltissimi di noi preti e laici della chiese cristiane i Santi Misteri di per sè e in sè non possono trasmettere il virus e quindi chi non partecipa all'Eucarestia per paura è un vile,ha uin serio deficit di fede, è spiritualmente malato ai limiti dell'apostasia e dell'eresia.
Io,invece ed invero, concordo con quanto ha scritto sui social un mio caro amico,presbitero anch'egli,fratello,confratello e concelebrante. E ha scritto esattamente il contrario .I Santi Misteri possono trasmettere il virus e quindi mi avvicino,scrive il caro confratello,trascrivo a memoria,sapendo che posso perfino finire intubato e morire.Ma l'assoluta priorità è la partecipazione al Mistero. Insomma partecipo forse con paura,meglio con timore e tremore ma partecipo.Ovviamente è finito anch'egli nella lista mai completa e mai completata degli eretici e degli apostati
Io,invero ed invece, per paura non mi avvicino .Certo mi avvio verso i 70 anni,ho situazioni pregresse dal punto di vista clinico e il mio medico,cattolico praticante,mi ha fraternamente avvisato , ma quand'anche avessi 40 anni e fossi nella forza vitale di chi "acchiana i muralisci"(tra noi meridionali ci si comprende) non mi avvicinerei
Non uso qui alcuna citazione del Vangelo. Il citazionismo usato come grimaldello per arruolare Dio al proprio schieramento in qualsivoglia ambito mi ha sempre fatto orrore. Il mio amato Dietrich Bonhoeffer,pastore luterano ed ieromartire, ci ha insegnato che il vero coraggio,l'"aver le palle" fortemente sbattute sul tavolo della propria contemporaneità sta nel vuoto senza garanzia dell'etsi Deus non daretur. E il noto barone della favola entra nel gorgo tenebroso ed oscuro tenendosi appena al codino ma vi entra.
Il Tuttavia del diritto alla paura e Giuseppe Saraò, Psichiatra, Psicoanalista membro ordinario SPI, mi ha ricordato recentemente sull'Huffington Post "Siamo di fronte a un paradosso che è connaturato al nostro destino di umani: abbiamo bisogno degli altri ma nel contempo l’alterità è portatrice di disordine, spesso di scandalo. Infatti l’altro tende a sovvertire, per il fatto semplicemente di esserci, il nostro ordine (interno ed esterno), ci ripropone continuamente uno scarto, una differenza; in poche parole siamo obbligati a fare un lavoro psichico di riduzione, di bilanciamento, di riconsiderazione dei nostri desideri.In questo passaggio storico la presenza dell’altro ci può contagiare, e anche i nostri cari possono rappresentare un pericolo; questo pone un dilemma drammatico che evoca la dimensione del perturbante di cui Freud ci ha parlato: uno spaesamento, un disorientamento. Emerge qualcosa di sorprendente e inquietante, c’è un qualcosa che ci abita e ci sfugge, una estraneità con cui siamo costretti a misurarci, non possiamo sottrarci."
E quindi,Gentile Veneziani, con il diritto e per il diritto alla paura(nulla toglie che possa essere considerato codardia e viltà, ma non sposta nulla) io ,pur sapendo che sia Ella nell'impianto complessivo della sua riflessione e il mio caro confratello indicato sopra proponete orizzonti di senso pure liberatori e liberanti, continuerò a portare la mascherina, a rispettare il distanziamento e a chiedere fortemente magari con delicata chiarezza e con chiara delicatezza,con parresia apostolica a quanti(e sono tanti) sui bus, negli ipermercati privi di controllo, nei negozi superati i controlli non rispettano l'altrui diritto ad avere paura E mi creda a Palermo rischi l'aggressione se lo evidenzi. A paura si aggiunge paura. Ma il diritto alla paura è diritto soggettivo inalienabile fin dalla nascita e,per i credenti (mi permetta questa irriverenza) , è confermato nel Mistero del Santo Battesimo E se un diritto va esercitato e declarato anche sui bus ,agli ipernercati e dentro i negozi
"
Hier stehe ich ,ich kann nicht anders "
La ringrazio per l'attenzione e cordialmente La saluto in,se permette e penso di si, Cristo Gesù il Teantropo,il Risorto dai morti che al Getsemani ebbe paura
Padre Giovanni Gaetano Festa sacerdote cristiano nella tradizione ortodossa a Palermo
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.