martedì 29 settembre 2020

ore 00,38 (già 30 settembre 2020) Santa ed Apocalittica Notte

Mi capita spesso di restare fedele ad un'idea per tempi infiniti, suscitando reazioni diverse che vanno dallo stupore all'incredulità. E sono quello stupore e quell'incredulità a farmi sentire sciocca. Ma non so essere differente e colleziono sconfitte di cui oramai prevedo l'esito.

© Stefania Aurigemma

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Le circostanze spezzano le ossa di un uomo; ma non è mai stato dimostrato che esse spezzino l'ottimismo di un uomo...

(Gilbert Keith Chesterton)


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Casa Editrice Giuntina

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80 anni fa moriva Walter Benjamin. Ecco come Hannah Arendt comunicò la notizia a Gershom Scholem per lettera.

21 ottobre 1940

Caro Scholem, 

Walter Benjamin s’è tolto la vita, il 26 settembre, sul confine con la Spagna, a Port Bou. Aveva ottenuto un visto americano, ma dal 23 gli spagnoli lasciavano passare ormai solo chi era in possesso del passaporto «nazionale». Non so se queste mie righe La raggiungeranno. Ho incontrato più volte Walter nelle ultime settimane e mesi, da ultimo il 20 a Marsiglia. Questa notizia è giunta a noi come a sua sorella con quasi quattro settimane di ritardo. Ebrei muoiono in Europa e vengono sepolti come cani.

Sua Hannah Arendt

Da Arendt/Benjamin 

"L'angelo della Storia. Testi, lettere, documenti"


"Per vivere bisogna fare scelte e le scelte dipendono sempre dalle convinzioni che ci muovono, e quando non ne abbiamo perché abbiamo rinunciato a decidere per chi e cosa viviamo, finiamo con l’assorbire le «opinioni dominanti». Chi sceglie le «verità di maggioranza» spesso sceglie il potere non la verità, perché ci tranquillizza essere parte di qualcosa di più grande, avere una parte nel grande spettacolo"

Alessandro D’Avenia | 28 settembre 2020

https://www.corriere.it/alessandro-d-avenia-ultimo-banco/20_settembre_28/47-clarisse-d8088196-00f6-11eb-8a00-13bbbd5f28b0.shtml?fbclid=IwAR3iPrCAzJxUnGKdOKVz6k0F-z46O1r_dK6E8d18iHGDMkFP02qeKwZCvJE



L’ESTANY, IL CHIOSTRO COLOR DEL CACAO

https://beforechartres.blog/2020/09/27/il-chiostro-piu-bello-color-del-cacao-2/






Noi tendiamo a credere che la parola “volto” indichi il lato esteriore di una persona. Tuttavia, in ebraico, il termine usato per “volto” è “panim”, che viene dalla stessa radice di “pnim”, che significa “interiore”.

Nella lingua ebraica – la lingua santa della Creazione – le cose vengono nominate in base alla loro essenza. In questo caso, l’ebraico ci insegna che l’essenza di un volto è l’opposto di ciò che noi pensiamo abitualmente.

Per molti di noi, il volto è una maschera per i nostri sentimenti piuttosto che l’espressione della nostra personalità e della nostra più profonda santità. Abbiamo imparato a sorridere anche quando stiamo male o a piangere in modo ingannevole o a simulare la tristezza. La lingua ebraica ci insegna cosa deve esprimere il volto, non quello che noi vogliamo esprimere.

Il segno della santità di una persona si evidenzia quando la sua interiorità coincide con la sua esteriorità, e noi siamo in grado di riconoscerlo. Di solito, quando si incontra una persona di questo tipo si dice che lui/lei ha un’aura, una luce particolare. Il Libro di Koèlet (8,1) afferma: “La saggezza di un uomo riluce nel suo volto”.  

Nel volto di una persona santa noi scorgiamo come una luce, perché il suo volto riflette la sua anima.

~Rav Simon Jacobson,  “60 Days: A Spiritual Guide to the High Holidays”


https://www.facebook.com/LaNostalgiaDellEsule/posts/1285779638434038





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