martedì 30 giugno 2015

In un villaggio in Medioriente c'erano quattro chiese...


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In un villaggio in Medioriente c'erano quattro chiese

La Chiesa Greco Cattolica ovviamente in comunione con Roma dedicata a San Giovanni Profeta Precursore e Battista 

La Chiesa Ortodossa  in giurisdizione Antiochena di santa contemporaneità araba e di antica serietà costantinopolitana dedicata a Santo Ignazio Teoforo

La Chiesa Siro Ortodossa  nobile ed antica congregazione precalcedonese e chiesa di martiri dedicata a San Pietro corifeo degli apostoli e primo vescovo del trono di Antiochia 

La Chiesa  Anglicana della Comunione di Canterbury dedicata alla Holy Cross


In Medioriente la banalità delle accademie ecumenistiche neppure è pensata nè è pensabile...Le comunità sanno di essere divise e divise seriamanente ma sanno anche-nel vissuto della loro quotidianità cristiana- di essere unite ed unite seriamente

«Ogni giorno combattenti armati e addestrati dall’Occidente arrivano per ucciderci ...»

 

E Tuttavia in quel villaggio come in ogni villaggio del Medioriente i cristiani parlano di perdono. 

Non appena riconciliazione, ma perdono per tutti. Non è un caso che questi cristiani del Medio Oriente siano figli e nipoti di martiri. Basta pensare alla comunità armena, sopravvissuta a massacri, discendenti di persone che hanno lasciato tutto o hanno dato la vita per la fede

Torniamo alle nostre quattro chiese in quel villaggio 

Non mi interessa qui nè conoscere nè elencare le inziative comuni che le quattro congregazioni mettono insieme nel loro vissuto quotidiano cristiano anche-senza che nessuno si strappi le vesti(a suo tempo ne bastò uno ..un certo Caifa)-a livello di momenti di preghiera scrivo tutti insieme ( gli aggettivi "unitari e comuni"li lasciamo ai professionisti dell'ecumenismo  ultimi nipoti di potere dei professionisti dell'antimafia..Leonardo Sciascia li avrebbe saputi disegnare quanti altri mai  dico questi professionisti dell'ecumenismo accademico  tutti elegantini e tutte elegantine ..ma ovviamente mai andati e mai andate in Medioriente ) 

Torniamo alle nostre Chiese di quel villaggio in Medioriente  uno dei tanti dove abitano "le genti perseguitate del Medio Oriente, e particolarmente le più fragili: quelli che sono morti per odio alla fede o per disprezzo verso la loro umanità; quelli che sono stati scacciati, spogliati di ogni cosa, malmenati, ridotti in schiavitù, venduti come bestiame, violentati o ridotti a oggetto di godimento bestiale.Famiglie intere hanno dovuto prendere il cammino dell'esilio nell'insicurezza, la paura, la penuria."

Torniamo in quel villaggio per e in quelle Chiese

I missili dell'Isis.del Califfato distruggono la Chiesa di San Giovanni Battista

"Colui che sin dal seno materno è stato santificato e ha ricevuto la pienezzadella profezia, oggi dalla sterile è nato, per annunciare chiaramente la venuta del Signore: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino."
 
e i cristiani e le cristiane di ecclesialità greco cattolica chiesero ospitalità orante e liturgia agli ortodossi  Non mi importa sapere in che termini e in che modalità. L'ottennero Gloria a Dio
 
Poi L'Isis con i suoi missili distrugge la chiesa ortodossa di San Ignazio Teoforo
 
"E, giunto a Roma, nell'anno 107, il Vescovo di Antiochia fu veramente " macinato " dalle innocenti belve del Circo, per le quali il Martire trovò espressioni di una insolita tenerezza e poesia: " Accarezzatele, scriveva infatti, affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno ". 
 
 
 
E cristiani e cristiane greco cattolici  e cristiani e cristiane ortodossi antiocheni  chiesero ospitalità orante e liturgia ai Siro Ortodossi   Non mi importa sapere in che termini e in che modalità. L'ottennero Gloria a Dio
 
 
Poi L'Isis con i suoi missili distrugge la chiesa siro -ortodossa di Pietro corifeo degli apostoli e primo vescovo del trono di Antiochia 


La sapienza di Dio, il Verbo coeterno al Padre, così predisse nel
Vangelo: voi siete i tralci dal buon frutto, illustrissimi apostoli, recanti
nei vostri rami il grappolo dolce e
maturo del quale nutrendoci noi
fedeli, ne sperimentiamo il gusto
allettante. O Pietro, pietra della fede
e tu, Paolo, vanto dell’ecumene,
sostenete il gregge che acquisiste
con i vostri insegnamenti.

 
 E cristiani e cristiane greco cattolici  e cristiani e cristiane ortodossi antiocheni  e cristiane e cristiani siro ortodossi chiesero ospitalità orante e liturgia agli anglicani   Non mi importa sapere in che termini e in che modalità. L'ottennero Gloria a Dio
 
 Poi L'Isis con i suoi missili distrugge la chiesa anglicana Holy Cross

Salva Signore il tuo popolo e custodisci la tua eredità concedi la vittoria sull'avversario e con la tua croce custodisci ogni respiro 

A quel punto cristiani e cristiane greco cattolici  e cristiani e cristiane ortodossi antiocheni  e cristiane e cristiani siro ortodossi e cristiane e cristiani anglicani chiesero ospitalità a Dio tre volte santo insieme  in strada e nelle case....
 
insieme nei nascondimenti...
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 




sabato 27 giugno 2015

Anni fa in territorio della diaspora un Vescovo buono e mite


 http://www.alphaomegachurchsupplies.com/images/P/4184-110-W260-01.jpg
Anni fa ,molti anni fa  in territorio della diaspora  ma si in Europa Occidentale un Vescovo buono e mite si trovò improvvisamente una parrocchia priva di prete.
Improvvisamente il parroco,un buon parroco,era tornato in Dio triuno nel seno di Abramo,di Isacco e di Giacobbe in un luogo di refrigerio in un luogo luminoso in un luogo erboso dove non c'è mai più notte la luce senza fine
Quel Vescovo buono e mite si comportò subito da pastore   Annullò tutti i suoi impegni  e si recò in quella parrocchia  
Accompagnò al e nel Signore il suo figlio presbitero  celebrando il funerale e pregando intensamente fino al cimitero
Ma non ripartì subito  Si fermo in quella parrocchia anche per il Sabato e la Domenica e celebrò i Santi Misteri del Teantropo e Risorto
Promise alla congregazione parrocchiale  al più presto un nuovo parroco/rettore  per la santificazione di tutto il popolo verso la Parousia del Signore e  citò intensamente San Paolo ai Romani  "raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione, e come destino avete la vita eterna."
Tornato alla sua sede episcopale  telefonò ad un suo presbitero  parroco in una congregazione con due preti  e vedovo con figli ormai sposati  e con dolcezza (stimava e rispettava quel prete ) gli chiese,gli propose  mica gli impose  di essere il parroco della congregazione senza rettore per la dipartita improvvisa ed improvvida  del confratello
Qui avvenne  il trauma, l'incredibile antiecclesiale ,l'insulto alla scrutatio cordis e al ministero episcopale 
Quel prete non rispose come in fondo era suo diritto  Padre Santo mi dispiace ma non vorrei,veda Ella una seconda ed altra soluzione e se non la trova  io sono e sarò obbediente

No quel prete  comunicò al Vescovo cioè all'angelo custode della Chiesa Locale,al testimone oculare nella fede del Cristo Risorto  che prima di accettare o di non accettare doveva ricevere l'autorizzazione del proprio padre spirituale 

...una sorta di ecclesiologia in cui l'episcopato viene ridotto a dato gestionale ed organizzativo  e il senso ecclesiale viene svilito in una sorta di appello pseudocarismatico confuso,caotico e disordinato 

..una malattia spirituale,un morbo di protagonismo antiecclesiale 
Quel Vescovo buono e mite si comportò allora -con sofferenza e dolore-nella parresia apostolica ,proprio degli apostoli 
In Gal 2,11-14 Paolo ricorda di aver avuto una disputa con Pietro: “Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto"
Quel Vescovo buono e mite allora disse a quel prete di confuso anarchismo pseudocarismatico 
Sai che ti dico..Concordo con te  Torna dal tuo padre spirituale e resta al tuo paese..Per questa chiesa locale  il Signore ha chiamato me come il di lei sposo   Amin 

venerdì 26 giugno 2015

Forse e Finalmente !!!!



La tragedia personale ed ecclesiale di quanti e di quante nelle chiese cristiane osano ancora far memoria dei Santi Padri e delle Sante Madri a partire dai Padri ed anche dalle Madri del Nuovo Testamento sta nel fallimento possibile di questo lor far memoria e riferimento

Fallimento che non può e non deve essere imputato agli altri, al mondo, alla società secolarizzata ma a se stessi/a se stesse   e a noi stesse/noi stesse

Fallimento di credibilità personale di fronte al Vangelo

Citare i Padri e le Madri deduce che si vivano senza se e senza ma ,senza compromessi, senza mediazione e senza  interpretazione

Sine glossa  direi e lo dico a me stesso  Esistono monaci cristiani perché tutti i cristiani sono monaci

Questo non accade   A me questo non accade....e non perché mi venga impedito dall'esterno (suvvia  sono e siamo cristiani assicurati, difesi, garantiti, concordatari senza problemi...mica viviamo in Medioriente ) ma perché la ragion strumentale del reale e del razionale, del pensar positivo ,dell'inserimento nelle logiche del mondano, anche delle logiche di nobiltà etica , ci e mi è gradito, ci e mi affascina


" Essere ortodossi non è la filosofia di alto livello e la speculazione, ma consumare, a forza di usarlo, il proprio libro di preghiere. Essere ortodossi non è l'università, è il monastero! Essere ortodossi non è osservare il curriculum universitario, è osservare il calendario della Chiesa. Essere ortodossi è essere divorati dal fuoco dello Spirito vivente, che li inabita."
(Arciprete Andrew Phillips, Chiesa Ortodossa-russa - 1956).


Leggo questa riflessione e mi accuso senza problemi della mia omissione e del mio peccato ma non si può dir bugie a se stessi  Lo si sa bene che esiste un modo fariseo di dichiararsi pubblicano e quindi cambiare tutto affinché nulla cambi


E il fallimento è anche per ciascuno di noi un fallimento ecclesiale

Con il solo citare senza viverli in profondo e in verità, senza cioè ravvedimento e conversione, dono delle lacrime di contrizione e delle lacrime di gioia  ,noi facciamo non ecclesialità ma ideologia

Facciamo diventar la chiesa un partito politico, un sindacato, un'associazione culturale ,una fazione

Entriamo nel dibattito del mondo e con il mondo quando invece da questo dibattito dovremmo star fuori per non ricevere veleno e quindi poi per non dare veleno

Se restiamo nel dibattito alla fine saremo i primi ad infettare tutto e tutti

Fuggire il dibattito. . Dentro l'Areopago non abbiamo speranza e bene che ci vada  ci potrà finire come finì a Paolo quando cerco di annunciare all'egemonia accademica  del mondo il Cristo Risorto

"Su questo ti sentiremo un'altra volta"


Proprio pochi minuti fa mi sono trovato davanti a questo testo insieme facile facile ma anche denso, un testo allora di preghiera del nostro Padre tra i Santi Justin Popovic

"La Chiesa è la personalità del Cristo Diouomo, un organismo divinoumano, non certo un’organizzazione umana. La Chiesa... è l’eternità divinoumana incarnata nei limiti del tempo e dello spazio. Si trova in questo mondo ma non è di questo mondo (Gv 18,36). Essa si trova in questo mondo per innalzarlo al cielo, da dove essa stessa proviene"

Per quel che mi riguarda sono molto lontano assai da questa chiamata

Ma la chiamata arriva anche alle ore 20.10 del 26 giugno 2015 nel caldo dell'estate palermitana ed arriva anche dopo 30 anni di (a questo punto se non proprio presunta sicuramente un po' nel compromesso con il mondo ) ortodossia

Forse è proprio vero quel che mi diceva un caro confratello in questi mesi...Forse ora in emeritazione diventerai cristiano e cristiano ortodosso

Forse e Finalmente !!!!






martedì 23 giugno 2015

I controllori dell'Azienda degli Autobus




Ho un dibattito  aperto ..apertissimo con i controllori dell'azienda dei bus ..e purtroppo per loro assisto ad episodi e ad eventi che non mi fanno tacere

non mi fanno tacere nè come cittadino nè come prete

non fanno tacere nè Gaetano Festa nè  Padre Giovanni Festa e questi due che raramente si amano e men che meno vanno d'accordo..su questo  elemento sono un tutt'uno

Avevo chiesto alla dirigenza del mio Liceo permesso d'uscita alle 13.30  con una richiesta di un'ora e trenta minuti di anticipo rispetto al mio orario usuale di servizio

Nessun problema per eventuali recuperi  Il giorno in cui dovessi presentare al ministro Giannini il totale netto tra permessi,ritardi ,riposi compensativi  da me utilizzati e lavoro straordinario aggiuntivo non pagato dallo Stato  per deficit di erogazione,il prodotto interno lordo della repubblica  andrebbe in corto circuito per quanto mi dovrebbero pagare e il ministro prima e il capo dello stato dopo mi convocherebbero  per una concertazione aziendale al massimo livello 

Ho già fatto sapere loro che io mi rappresenterei da me stesso..Non ho necessità dei sindacati e della loro casta/consorteria 


Esco da scuola insieme con il collega della direzione amministrativa che ha come orario di servizio 07.30/13.30 ...puntuale sia all'entrata sia all'uscita ..Un pò di strada insieme ..qualche commento-devo riconoscere corretto- del collega intorno all'organizzazione del lavoro e alle varie e diverse professionalità

Arrivo alla fermata del bus...Si presenta il bus che conduce palermitani e turisti a Mondello ,la nostra rinomata o presunta tale spiaggia del litorale e del lido ...Ma non è molto affollato..

Cominciano i problemi usuali: l'infernale attrezzo dell'obliteratrice  per timbrare il biglietto è disattivata....Ormai ho imparato la lectio brevis  normativa  Non ci si crede  ma sul retro del biglietto l'autorità dell'azienda dei bus è scritto che è onere dell'utente,in sede di non funzionamento dell'infernale attrezzo,scrivere con penna  orario e data...

La ricerca della penna è assolutamente assurda e surreale...Siamo tutti figli ed eredi dei computer e quindi non scriviamo più ma digitiamo e firmiamo appunto digitalmente ..

Ma mi sovviene con immediata perfidia  che -in un ultimo incontro/scontro con uno dei controllori in questione -mi fu detto che di per sè l'autista ha la mentovata  penna

Chiedo all'autista e mi si porge con fastidio la penna  ..Una normale penna a scatto ma guarda tu con il logo dell'azienda 

Scrivo...orario e data...Mi siedo  e alla fermata successiva salgono due controllori e giustamente si inizia il controllo...Ma....fermata immediatamente dopo...altri  due....4 controllori 4 per una trentina di persone e nessun controllore sul bus navetta che precedeva affollato come sempre e notoriamente ricettacolo di scippatori e "  mano morte " ed anche sicuramente di  "portoghesi " in misura consistente

Ma con il caldo palermitano volete mai che i controllori intorno alle 14.00 salgano sul bus navetta principale snodo della città dentro un carnaio ?

Una giovane e bella signora che era salita  subito dopo me e aveva correttamente chiesto all'autista se aveva biglietti da far acquistare(in vettura il biglietto costa 0.40 centesimi in più ) e ricevuta risposta negativa dall'autista comunica sempre correttamente ad uno dei 4 su 4 l'intera dinamica e fa per scendere

Qui scopro una normativa che d'ora in poi utilizzerò ..Il controllore decide che la bella e giovane signora può restare in bus perchè aveva chiesto correttamente all'autista il biglietto ma poichè l'autista non possiede biglietti ,la giovane e bella signora  ha fatto il suo dovere di cittadina e non c'è necessità che venga costretta a scendere o peggio ad essere multata

Da domani ci proverò pure io  Ma dubito che con me e per me  funzionerà...mi manca la dotazione di e da madre natura per far costruire al controllore la normativa immediata

Insomma "sparse le trecce morbide"  Niet....calvo su calvo e sciancato per di più
Sull'"affannoso petto"..mai avuto l'affannoso petto...conosco questi affanni per averli contemplati e come dire di essi gioito ma non sono nella mia dotazione

Poi 2 su 4 scoprono che una non giovane e non bella signora e per di più straniera non ha fatto il biglietto... 

Prima fase ...il sermone civico sul dovere bla bla bla..tutto giusto(non si capisce e lo faccio timidamente notare perchè 1 su 4 debba dare del tu alla signora...la prima occhiata  mi arriva...mi hanno inquadrato  ..il "rompiglione" c'è ) ..

seconda fase  ..direi da manuale ..il sermone teologico del panegirico...Quanto è stata brava la bella e giovane signora italiana che si è comportata correttamente con l'autista ed è stata quindi premiata  mentre quanto cattiva e poco perbene è questa signora  non giovane e non bella che non ha fatto il biglietto 

terza fase....operazione multa ,,ma la signora o non ha il documento di identità o non lo vuole dare  e quindi  ai 4 su 4 i nervi cominciano a  salire e alla fine 1 dei 4 intima  Signora o mi dà il documento o chiamo la pattuglia ..Un urlo e un grido

Qui Gaetano Festa e Giovanni Festa scattano insieme  stampella compresa...Non c'è di più esplosivo in queste situazioni del mix tra un direttore amministrativo di liceo e un prete ...Replico che la multa è giusta,la richiesta dei documenti legittima  ma l'urlo no. Il controllore invece avrebbe dovuto prendere il suo bravo cellulare aziendale ..chiamare la pattuglia  in silenzio ..incrociare la pattuglia e la pattuglia così con rispetto di tutti e della legge e della signora avrebbe fatto il proprio dovere

No... non c'era la necessità di mortificare pubblicamente la signora non bella e non giovane e per di più straniera

Poi il prete ha il sopravvento sul direttore amministrativo...Per caso dentro la mia borsa c'era dalla mattina un piccolo Nuovo Testamento che oggi di mattina a Piazza Politeama alcuni cristiani evangelici distribuivano ai passanti...Lo prendo e lo consegno all'urlante  "Se lo legga" 

..proprio davanti alla fermata di casa mia ....Amin


 




 






domenica 21 giugno 2015

Oggi a San Caralampo il fratello Mihail




Anche questa domenica  nel Signore ci sono riuscito:Sono arrivato a San Caralampo in tempo per il Vangelo del Mattutino , la pericope domenicale che varia per un ciclo aurorale di nove toni ma che è sempre resurrezionale .Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede

Ed oggi il popolo santo di Dio mi ha fatto meditare fortemente sulla Resurrezione 

Adagio adagio seduto tra il popolo santo di Dio mentre il giovane parroco presiede e celebra ricevo dai fratelli e dalle sorelle  le loro candele,i piccoli pani per le intenzioni per i vivi e per i morti  con l'elenco dei nomi e le offerte per la vita concreta della parrocchia

L'ho scritto altre volte  ...una lunga,lenta processione sempre continua almeno fino al canto del Kerubikòn e al Grande Ingresso ..una processione che  è  in sè  piena confessione di fede ,è il Credo come dire  visto  in azione

Întru una, sfîntă, sobornicească şi apostolească Biserică. 
Mărturisesc un botez spre iertarea păcatelor.
Aştept învierea morţilor; 
Şi viaţa veacului ce va să fie. Amin.


Mi siedo per dar riposo alla gamba .E apro i bigliettini e leggo i nomi dei vivi e dei morti e chiedo sempre al Signore Risorto che mi dia attenzione,preghiera,rispetto per quei nomi e per il fratello e la sorella che li ha presentati  ..

E' vita vissuta,cuore sincero e cuore forte, è affidare nella propria fede al Signore Dio tre volte santo i nostri affetti,la nostra famiglia,i nostri amici e quanti e quante hanno chiesto a noi peccatori di pregare per loro e quanti e quante si sono addormentati certi e sicuri che risorgeranno

Aveva ed ha perfettamente ragione San Paissios del Monte Athos..Questi nomi vanno-anche se sommessamente,anche se a fior di labbra- veramente letti e non soltanto posare su di essi per un istante lo sguardo. Confesso e ringrazio Dio che oggi mi sono ricordato di quel che ha detto il Santo dell'Athos


E a poco a poco capisco o meglio credo di capire perchè il Signore Dio mi ha chiamato al congedo canonico e mi ha condotto qui .... 

Gli occidentali che tornano all'Una ed Indivisa Chiesa del Signore,che tornano alla chiesa ortodossa, in un momento della loro vita devono fare esperienza concreta di fede della fede e della vita di un popolo ortodosso...devono stare con il popolo ortodosso,devono stare dentro il popolo ortodosso per non  correre il pericolo di essere solo superbi intellettuali che magari sanno il greco,il latino e pure la teologia ma che non hanno mai vissuto con il cuore degli ortodossi..

Gli occidentali ortodossi devono andare a lezione

Intuisco ,anche confusamente,che questa è la risposta al mio perchè e ringrazio Dio. Mi ha aspettato per trenta anni  Poi ha deciso Lui...


La Resurrezione .......Ho in mano un foglietto ....il coro è alla seconda antifona e al canto del "monoghenis" 


Figlio unigenito e Verbo di Dio, pur essendo immortale, hai accettato per la nostra salvezza di incarnarti dalla santa Madre-di-Dio e semprevergine Maria; senza mutare ti sei fatto uomo, Cristo Dio, e, crocifisso, hai calpestato la morte con la morte; Tu sei uno della santa Trinità e sei glorificato insieme con il Padre e con il santo Spirito: salvaci

Unule-Născut, Fiule şi Cuvîntul lui Dumnezeu, Cel ce eşti fără de moarte, şi ai primit, pentru mîntuirea noastră, a Te întrupa din Sfînta Născătoare de Dumnezeu şi Pururea Fecioara Maria; Carele neschimbat Te-ai întrupat. Şi răstignindu-Te, Hristoase Dumnezeule, cu moartea pe moarte ai călcat. Unul fiind din Sfînta Treime, împreună slăvit cu Tatăl şi cu Duhul Sfînt, mîntuieşte-ne pe noi.

Sto per leggere a fior di labbra dalla colonna dei vivi un nome  Mihail e lo vedo tagliato

Il Signore mi dà subito l'intuizione ed alzo lo sguardo..Mihail è da oggi il primo dei nomi della colonna dei defunti,meglio degli addormentati,di quanti e di quante sono certi che risorgeranno nel Signore

Ecco perchè la santa tradizione rumena alla fine di ogni celebrazione di memoria per i defunti esplode gioiosa nel canto 

Hristos a înviat din morţi, cu moartea pe moarte călcînd, şi celor din morminte viaţă dăruindu-le.  

Cristo è Risorto dai morti ,ha calpestato la morte con la morte e a chi giace nei sepolcri ha donato la vita  

E non finisce qui: mentre il coro canta  un giovane papà tiene in braccio la sua piccola figlia e le fa baciare le icone dell'iconostasi .

Ecco è come avere trovato  la terza colonna dei fogliettini,quella dei vivi, quella degli addormentati e quella dei santi ,l'icona ....


Ecco fratello Mihail potresti finire nella terza colonna ,nelle sante icone 

Amin  



 

 

 












venerdì 19 giugno 2015

Del mestolo felicemente regnante


 

I Commensali arrivano nel luogo comune... Ma non esiste un'unica tavola comune....ma tanti tavoli collocati pure ad una certa distanza l'uno dall'altro .

I tavoli sono già stati riservati per i singoli commensali  per gruppi di amici infra di loro

I commensali portano perfino da casa propria  le sedie,le posate,il bicchiere e perfino la tovaglia per i singoli tavoli ed anche il proprio pane,il proprio vino e la propria acqua ,il proprio olio e il proprio aceto

I commensali parlano tra loro per gruppi e per tavoli  e nessuno  scambia saluto con i commensali di altri tavoli..anzi  spesso si percepisce nell'aria la diffidenza  reciproca ...Sorrisi formali ma coltelli tra i denti

Solo comune è il luogo..per il resto una babele continua

Viene portata  come unica  portata  un grande pasticcio,una grande insalatona per nulla amalgamata ma come dire per sezioni

I serventi presentano ai singoli commensali l'enorme contenitore  e l'unico mestolo da usare perchè avvertono non sono consentiti più mestoli..Il mestolo deve essere unico ed è quello offerto e presentato dalla casa...il mestolo felicemente regnante 

Dall'unico mestolo e solo dall'unico mestolo  in ciascun tavolo  i commensali presenti prendono  quella parte di pasticcio/di insalatona gradita  per poi consumarla   all'interno esclusivo del proprio tavolo senza scambio e senza contaminazione

Inutile sottolineare che ciascun commensale per singoli tavoli ironizza  in modo greve e pesante sulla parte di pasticcio/insalatona presa da altri commensali di altri tavoli 

Può accadere  pure che all'interno dei singoli tavoli tra commensali seduti insieme improvvisamente non si è più concordi su qualche ingrediente del pasticcio/insalatona presa  ed allora i serventi -onde evitare che qualcuno dei commensali  scappi e vada via- subito  preparano un altro ed ulteriore nuovo  tavolo e -sempre nel contenitore e con l'unico mestolo e restando nel luogo comune - consegnano quella sezione nuova di insalatona gradita al nuovo gruppo che si è formato per scissione da qualche tavolo

Qualche volta capita che il mestolo felicemente regnante si stufa/si stufi di tutto ciò e si dimetta 
 


martedì 16 giugno 2015

Ma chi sono questi folli che cantano inni alle 14.15/14.20 ?


http://www.adimedia.it/digital/wp-content/uploads/2014/06/innario-aperto-510x346.jpg

Alle 13.30 ero già fuori scuola e tra l'altro -ma nella contabilizzazione complessiva l'infernale macchina statuale mi resta sempre in debito- non avevo completato le sei ore contrattuali e direi canoniche e stavo cercando ,nei pressi di via Dante, "un tabaccaio" autorizzato dall'Agenzia delle Entrate  a ricevere il mio pagamento(con tanto di annesso ravvedimento ) per la TASI

Ma a quell'ora e in quella zona  nessun tabaccaio e nessun tabaccaio autorizzato 

Ovviamente ciabattando con la mia stampella mi rassegnai  Avrei pagato la TASI (con tanto di annesso ravvedimento) presso "il tabaccaio autorizzato" vicino casa mia

Il caldo torrido...la stampella...il bus  che non era neppure all'orizzonte  mi fan decidere di prendere una traversa di Via Dante ,la traversa con un minimo di alberi che ti proteggono dal caldo torrido

Non avevo nè la forza nè la voglia di aspettare il bus e neppure di traversare via Dante fino al Politeama subendo il sole del 15 giugno in una sorta di deserto pesante  La traversina mi sembrò essere  insieme l'Hermon e il Tabor 

Salmo 88 

11 I cieli sono tuoi, tua pure è la terra;
tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso.
12 Hai stabilito il settentrione e il mezzogiorno;
il Tabor e l'Ermon mandano grida di gioia al tuo nome.
13 Tu hai un braccio potente;
la tua mano è forte, alta è la tua destra.
14 Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
bontà e verità vanno davanti a te.


Sarei arrivato a piazza politeama  "lento pede" con qualche stazione/stasis (ormai la bottiglia di acqua minerale frizzante  mi è fedele amica e compagna..si frizzante..per la serie  una botta di vita e da piazza politeama avrei avuto maggiore scelta per i bus .Certo "lento pede" e con la stampella ..da tempo non camminavo così tanto 

Da un pò di tempo il Signore chissà perchè si diverte ma -come dice un mio caro amico e fratello di fede ecclesiale- il Signore quando gioca,gioca per vincere e quindi bara senza se e senza ma e nel suo divertimento mi fa ritrovare memoria della mia vita

Non avevo mai fatto  attenzione  ma oggi(stampella compresa) si...In quella traversina abitava secoli e secoli fa la mia docente di ecclesiologia a Scienze Religiose e mi trovo davanti proprio la sua abitazione...Certo che so dove ora  ella dimori,insegni,scriva e relazioni  Eravamo allora giovani ..ricordai  nell'immediato la prima settimana di Studi Liturgici organizzata dall'Istituto Scienze Religiose a San Martino delle Scale con la sua relazione che qualche fastidio episcopale produsse  e sopratutto per la prima volta l'attuazione del Motu Proprio di Papa Paolo VI  per cui presbiteri cattolici di rito latino e presbiteri cattolici di rito bizantino potevano concelebrare insieme.

Per la prima volta nella mia vita  presi parte alla Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo e nonostante tutti i chiarimenti previ,durante e dopo ricordo che Nulla ma proprio Nulla compresi

Circa 10 anni dopo il Signore mi avrebbe chiamato a celebrare i mirabilia Dei con la Liturgia del Crisostomo prima come diacono e 13 anni dopo il diaconato come presbitero in altra scelta di vita e in diversa comunione ecclesiale 

Avevo percorso adagio adagio aiutato dagli alberi e dalla stampella e dalla provvidenziale acqua minerale frizzante..si frizzante..per la serie  una botta di vita....l'intera traversina e  vado a sinistra sempre verso piazza politeama...E siamo così alle 14.15/14.20 

Pochi passi lungo il marciapiede e sento cantare inni cristiani  .Ma chi sono questi folli alle 14.15/14.20? 

Sembrava un negozietto..cinque persone cinque ...mi rendo conto che è una chiesa evangelica libera di quelle tradizionali fuori dalla nomenclatura come spesso dico io ginevrina 

Mi fermo     cantano ....

"Signore, apri le mie labbra,
e la mia bocca proclami la Tua lode;
poiché il sacrificio Tu non gradisci,
e, se io offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzerai."


Entro e mi siedo 

Il canto ripetuto almeno tre volte   poi finisce e si fa silenzio

Accanto  me si siede un uomo più giovane di me  ma  diciamo tra i 40/45 anni  E' il pastore(mi chiarisce  "conduttore "...la loro ecclesiologia è questa ) Gli dico chi sono..Non replica... Mi dice "Aspetta qualche minuto"  Tremo all'idea di far teologia alle 14.30/14.45 ...Va all'ambone  Si recita il Padre Nostro  e poi la benedizione biblica finale

2Corinzi 13,13

La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Torna al banco e mi dice  Ti accompagno a casa...Rientrato a casa alle 15.15

Ovviamente ho pagato la TASI



 
 













domenica 14 giugno 2015

Lo diceva credo Ireneo di Lione Celebrare la Divina Liturgia come se fosse la prima,come se fosse l'ultima,come se fosse l'unica .


17 anni di presbiterato ,il primo anniversario in regolare congedo canonico per motivi di salute fino ad eventuale possibile guarigione......Un pò di amaro torna ma come la badessa/igumena/la mia sposa   mi ha già detto :"Nel Signore si chiude un ciclo..nel Signore  il Signore ne apre un secondo secondo la chiamata che ora Egli ti fa e come famiglia ci fa " ,allora quel sapore di amaro viene subito inghiottito insieme con gli antidolorifici e il gastroprotettore ingeriti appena alzato


Mi sono alzato presto come se dovessi andare in ufficio..Oggi voglio arrivare a San Caralampo almeno prima del Vangelo del Mattutino

Secondo le sante regole dei santi canoni in quanto prete in congedo sin dal 5 Maggio avevo chiesto al nostro amato pastore il Metropolita Gennadios attraverso il nostro vicario generale il Padre Evangelos Yfantidis (che è un amico vero ) la benedizione per potere anche concelebrare con il Padre Martinian Epure parroco di San Caralampo proprio oggi anniversario della mia ordinazione presbiterale

Quasi in tempo reale  con una fraterna telefonata del Vicario ed Amico la benedizione era arrivata in pienezza di paternità dal Metropolita e il caro giovane fratello il Padre Martinian,una volta informato,aveva comunicato e ottenuta la benedizione dal suo vescovo il giovane Vescovo Silvano..

Insomma nella normalità di una caduta e di una stampella e nella necessità di un congedo canonico mi vivo ancora una volta a Palermo l'unità panortodossa che è stata una nostra costante in questi anni

L'esistenza quotidiana rivela sempre sorprese...Esco da casa in talare,croce pettorale e stampella  e immediatamente alla fermata del bus......Una giornata di sole estivo a Palermo (io preferisco l'inverno ..mi difendo...in estate e nell'estate palermitana...anche se ti metti nudo non hai risolto nulla ) ...Arriva a piedi Maria,la signora ucraina (ne ho già scritto ) e questo mi sorprende..Maria abita  almeno a 10 Km dalla parrocchia di Sant'Alessandro del patriarcato di Mosca (il giovane parroco Padre Andrej anche lui un caro fratello)...Maria mi dice che  andrà a piedi .e dopo i saluti e la benedizione con letizia riprende a camminare..l'aspettano ancora  4 Km ...alla faccia della mia stampella penso io sorridendo su me stesso 

Arriva il bus.  Che tipo estroso è Dio tre volte santo !!!!  Sul bus ,dopo anni ed anni,incontro carico dei suoi quasi ottanta anni ,il sempre giovane Peppino Sciano...erano gli anni settanta ....i comitati politici per opporsi ad una   Sicilia colonia e colonizzata fatta di ascari e di sudditi  ......le manifestazioni e i comizi per ridare dignità allo statuto siciliano con il ripristino dell'Alta Corte scippata contro lo statuto ...e magari con chiarezza-sicuramente in Peppino- il valore dell'indipendenza della Sicilia....sogni...luci generose ed analisi politiche liceali ed universitarie.

Peppino sa del mio essere prete ..nessuna necessità di chiarire e spiegare all'anziano laico ed indipendentista ed allora -per buoni 10 minuti-(Peppino si sta recando , sognando sempre  l'indipendenza, nella sede del suo piccolo partito anticolonialista...Peppino 80 anni ? ma no siamo -per quei 10 minuti-nel 1973 ) il Signore mi permette-proprio nel giorno dell'anniversario della mia ordinazione- la memoria laica della mia esistenza,una parte della memoria laica 

Peppino scende prima  ..al Politeama....Arrivo a San Caralampo -Dio tre volte santo  sia lodato-prima del Vangelo del Mattutino

Se Padre Martinian Epure non ci fosse,bisognerebbe inventarlo: mi accoglie sempre con il sorriso e mi toglie la mia borsa a tracolla  ,abbastanza pesante per uno "sciancato" e la colloca lui dove deve stare...

San Caralampo è -anche qui Dio sia lodato- l'antica Chiesa di San Vito (a proposito : domani
15 Giugno:memoria del Santo Martire Vito e i suoi compagni Modesto e Crescenza. Originari della Sicilia. Martiri in Lucania intorno al 303 sotto Diocleziano)  era una  chiesa romano cattolica era ormai da tempo chiusa al culto..I fratelli e le sorelle di Romania a Palermo l'han fatta tornare ad essere casa del Signore e testimonianza concreta ,solida,autentica della loro e della nostra professione di fede ortodossa

Recito davanti alle Sante Icone dell'iconostasi le preghiere iniziali ..Il Vima -ovviamente "orientato" -è collocato dopo quattro gradini ..Antica chiesa tridentina era..e -ma guarda tu Signore anche questo oggi ?- ripenso e rivedo mia Nonna Ciccina

Introíbo ad altáre Dei.

Ad Deum qui lætíficat iuventútem mèam

La Nonna è venuta a trovarmi.. abbiamo fatto ecclesialmente pace..ci voleva l'emeritazione del nipote

Salire i tre gradini ed indossare gli splendidi paramenti che il Padre Martinian mi ha preparato non è gesto facile ..Mi aiuta l'ipodiacono Valentin Grigoras  al quale in questi mesi ho invidiato ed invidio il sorriso continuo

All'ode Nona del Mattutino dedicata alla Madre di Dio sono io ad incensare tutti e tutto ,punto per punto,icona per icona, persona per persona  e ciascuno di noi è icona di Dio...

Non poteva non essere così: stavolta c'è mio padre..."tifusu 'ra Maronna" ...amore ed innamoramento che mi ha passato...ed io incenso lieto e commosso l'icona dell'Odighitria dell'iconostasi



Papà  è venuto  a trovarmi.. abbiamo fatto ecclesialmente pace..ci voleva l'emeritazione del figlio 

Il Canto della dossologia si alza delicato,tenero e forte..un coro che ti fa pregare sul serio...e prima della Divina Liturgia -a lampadario centrale acceso per dar gloria alla Luce di Dio - Padre Martinian comunica il mio anniversario di ordinazione..

La Divina Liturgia di questo anniversario,il primo in emeritazione, la conservo nel mio cuore

Alcune immagini ,alcuni momenti : l'incensazione all'alliluja  prima del Vangelo, il Vangelo cantato in due lingue come il Credo e il Padre Nostro , la celebrazione del piccolo Ingresso e del Grande Ingresso e non si contano le volte in cui tra me e Martinian è avvenuto (lui in rumeno ed io in italiano) il dialogo della fraternità sacerdotale

"Del tuo sacerdozio si ricordi il Signore Dio  nel suo Regno ognora,ora e sempre e nei secoli dei secoli Amin "

Mi arrivano sempre i famosi biglietti con i nomi dei vivi e dei morti (me li porta quasi sempre Valentin ed ogni tanto  il giovane chierichetto Stefano...il quale-e giustamente oggi- non aveva subito ricevuto la benedizione di Martinian per indossare lo stichario...Non si può stare all'altare tremendo del Signore con le scarpine da ginnastica e rosse per di più... Ma poi Martinian   gli dà la benedizione.Stefano mi dice che ha capito..domenica prossima  scarpe dignitose...Stefano andrà via da Palermo tra poco..studierà in Romania ...ha intenzione di frequentare gli studi teologici...Il Signore lo guidi e lo difenda e se avverrà possa io nel Signore  -anche se sarò  ottantenne- potere un giorno dire a Stefano "Del tuo sacerdozio si ricordi il Signore Dio  nel suo Regno ognora,ora e sempre e nei secoli dei secoli Amin "

Padre Martinian celebra e presiede  sapendo che non è lui non siamo noi a celebrare ma è il Signore che presenta se stesso al suo santo popolo..Padre Martinian vive -con la sua parrocchia,la sua sposa,i suoi tre figli..il prossimo quarto in arrivo- sempre l'anafora e l'epiclesi..Ringrazio Dio di averlo incontrato .Per qualunque cosa mi possa accadere ...mia moglie e mio figlio hanno il cellulare di Martinian 


La partecipazione ai Santi Misteri...ogni domenica di tutti e di tutte come se fosse la prima volta
Lo diceva credo Ireneo di Lione Celebrare la Divina Liturgia come se fosse la prima,come se fosse l'ultima,come se fosse l'unica

il canto del coro ...i bambini..tutti e tutte  e poi gli auguri a me cantati nel Signore e alla fine con il capo chino e l'epitracheilon/stola di Martinian sul mio cuore ricevo la benedizione di protezione in Dio per questi anni e per i prossimi

Ringrazio nello spazio di parola che Martinian mi chiede di prendere  ed affido al popolo di San Caralampo con il quale vivo e vivrò l'intenzione di preghiera che sento forte  verso il Signore per intercessione della Deipara e di San Marco d'Efeso

"Che la parrocchia di San Marco D'Efeso dell'Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico  possa -nel progetto di Dio e se Dio vorrà ritrovare unità e testimonianza  con un giovane parroco  non sciancato e senza stampella.Amin " 

Alla fine sono io ad invocare la benedizione di Martinian su tutti noi ma non in italiano ma in rumeno

Slavă Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh şi acum şi pururea şi în vecii vecilor. Amin. Doamne miluieşte   Doamne miluieşte  Doamne miluieşte  Parinte  Binecuvintează.

Distribuisco l'antidoron in abbondanza  e ricevo gli auguri ..Partecipo alla condivisione del servizio di memoria  per i defunti che qui si conclude sempre con l'inno della certezza

Hristos a înviat din morţi, cu moartea pe moarte călcînd, şi celor din morminte viaţă dăruindu-le. 

Benedico il giovane Robert che -dopo essere stato promosso a Palermo in seconda media-torna per l'estate in Romania e benedico con Martnian (epitracheilon e mani di entrambi sul capo di )  Manuela,la protopsaltera, che domani entra in clinica per partorire -in cesareo-il suo secondo figlio,la piccola Anastasìa..

Ecco il prete sciancato può tornare a casa con la Resurrezione in bocca..

 















mercoledì 10 giugno 2015

il parroco emerito/l'emerito parrroco e i suoi 17 anni




Come il parroco emerito /l'emerito parroco si prepara a far memoria domenica prossima dei suoi 17(diciasette ) anni di presbiterato ,il primo anniversario dopo il congedo canonico per motivi di salute?

Il parroco emerito/l'emerito parroco non lo sa o meglio sa poche cose  e per di più fragili,molto delicate  e in fondo "ballerine"  e quindi eteree. impalpabili, fuggevoli .

Sa - la moglie dell'emerito parroco/parroco emerito  ne ha fatto al medesimo lectio di vita- che se il Signore ha fatto chiudere un ciclo ne avrà avuto le sue buone ragioni ma sa anche che il Signore apre sempre un nuovo ciclo di esistenza, di ministero e di preghiera

l'emerito parroco/parroco emerito  -di questo ha ricevuto meditazione forte  lunedi 1 giugno all'eremo della Candelora  dal padre ed ieromonaco ed archimandrita Alessio - sa che il Signore gli indica(ovviamente l'emerito deve scoprirlo  con la preghiera e con il discernimento) quale sia e quale possa essere il ministero presbiterale di un presbitero in congedo canonico fino ad eventuale e definitiva  guarigione.Sa anche,l'emerito, che a questa domanda :"Quale mai Padre Alessio può essere la mia ministerialità  ora che sono in congedo ? " Alessio rispose -direi per la tangente ma in realtà in profondità - con una meditazione sulla provvisorietà dell'esistenza e sul senso profondo della buona morte.

L'emerito parroco/parroco emerito sa  che la prima memoria del suo anniversario il Signore a lui medesimo l'ha donata la sera di Lunedi 8 Giugno quando ha reincontrato a Palermo  un carissimo fratello di fede medico statunitense  laico del patriarcato di Antiochia/Grande Antiochia  che era stato nel 2011 per alcuni mesi in parrocchia offrendo un servizio di delicata preghiera quale psaltis/cantore . E siccome ha incontrato  il fratello statunintense insieme con un caro fratello italiano che da tempo non vedeva e ha conosciuto  anche una giovane sorella palestino-americana  di Antiochia/Grande Antiochia .. i mirabilia Dei ci sono tutti

L'emerito parroco/parroco emerito  - proprio per come ha meditato per lui il buon Alessio- sa che da una parte tutto sempre dovrà ricordare  ma dall'altra parte tutto sempre dovrà dimenticare..Anche l'emerito parroco/parroco emerito resta  da cristiano una persona della Parousia,proiettata al futuro di Dio triu uno e quindi spera  di potere sempre cantare l'apocalisse di  ""Tu fai nuove tutte le cose"

E il futuro di Dio triuno rende leggerezze serie e  leggere serietà  ciò che è nella storicità e ciò che è della storicità..

"Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti."(si lo so :è l'incipit della Gaudium et Spes..ma non ho problemi a citarla )


L'emerito parroco/parroco emerito  intanto in questi giorni di vigilia del suo anniversario cn la sua fedele stampella, con il suo salutare busto ortopedico e felice per avere visto in video la sua nipotina gattonare gattonare si reca  sempre al suo lavoro (attenzione  ..il lavoro non santifica in quanto lavoro..ma può santificare come un costante e continuo venerdi santo ..)e spera che l'attuale presidente del consiglio possa finalmente varare la modifica alla "legge fornero" consentendo a lui,emerito parroco/parroco emerito di andare in pensione dal 1-9-2016 anche da direttore dei servizi generali ed amministrativi di istituzione scolastica statale

Per l'intanto l'emerito parroco/parroco emerito ha chiesto ed ottenuto  dal suo dirigente un giorno di "riposo compensativo"(dicesi riposo compensativo  la giornata libera  come compenso in natura per ore sei di lavoro straordinario realizzato ma che lo stato -a motivo di budget scolastico- non ti può retribuire in euro..) per venerdi prossimo e spera di dedicarlo alla famiglia e alla preghiera vigiliare.Ovviamente spegnerà il cellulare e cercherà di evitare il web(questo è più difficile )

"La  Vita e la Resurrezione sono offerti da colui che ha calpestato la morte e il suo potere sugli uomini, Cristo Gesù e in Lui solo e nel Suo insegnamento l’uomo deve sperare. La fede in Cristo conduce  alla Resurrezione, alla Resurrezione di tutti noi, la fede e la realizzazione del suo insegnamento nella nostra vita portano alla salvezza di tutti noi, ma anche ad affrontare i nostri problemi nel mondo "(Bartolomeo Patriarca Messaggio per la Resurrezione 2015)


E così domenica 14 giugno alle ore 9.30 con il solito  bus davanti casa e con la sua stampella e il suo busto ortopedico il parroco/emerito/l'emerito parroco si recherà  alla chiesa   di San Caralampo del patriarcato di romania  per  ringraziare il Signore dei suoi 64 anni ,di avere ricevuto da suo padre e da sua nonna Ciccina (la mamma era un pò la laica di famiglia..) l'annuncio del Vangelo nella Chiesa di Roma  nella quale  e con la quale l'emerito parroco/parroco emerito ha vissuto da laico per 34 anni con luci ed ombre, splendori e miserie ,di avere avuto la libertà e il dono di ritornare alla Chiesa Una ed Indivisa per come è custodita dalla tradizione ortodosssa  sin  da Marzo 1985 e di avere vissuto il primo ciclo per questi trenta anni da diacono prima e da prete dopo alla parrocchia di San Marco d'Efeso e di averlo vissuto con le sue/di lui  proprie  luci ed ombre,splendori e miserie e  per ben 16 di questi trenta anni ad oggi all'omoforion paterno del Metropolita Gennadios

 E’ la strada di Gesù Cristo, che guida alla Resurrezione, guida al Regno di Dio, alla Vita Eterna, per cui è stato creato l’uomo, a motivo del quale è nato, è stato crocifisso, è stato sepolto ed è risorto il nostro Salvatore Gesù Cristo(Pasqua 2015 Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita Gennadios )





E a San Caralampo  canterà nel suo cuore(l'emerito è ampiamente stonato )  questa certezza   "

"Che cos'è la guerra spirituale? La battaglia tra la tua via e la via di Dio, il tuo regno ed il regno di Dio, l'adorazione di te stesso e l'adorazione a Dio." (Paul David Tripp- si lo so  è un pastore evangelico delle chiese  libere...ma  lo cito senza problemi )

.....proprio quando il caro giovane parroco rumeno Padre Martinian Epure  così canterà all'inizio della Divina Liturgia : 

Binecuvîntată este împărăţia Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.Amin 
















sabato 6 giugno 2015

Soloviev Genesi dell'anticristo ed inizio dell'apostasia

Audiolibro Il racconto dell'Anticristo  - autore Vladimir Solovev   - legge Silvia Cecchini
C'era in questo tempo, tra i credenti spiritualisti, un uomo ragguardevole - molti lo chiamavano superuomo -, il quale era lontano dall'infanzia della mente e dall'infanzia del cuore. Egli era ancor giovane, ma grazie al suo genio eccelso a trentatré anni godeva fama di grande pensatore, di scrittore e di riformatore sociale. Cosciente di possedere in sé una grande forza spirituale, era sempre stato un convinto spiritualista e la sua vivida intelligenza gli aveva sempre indicato la verità di ciò a cui si deve credere: il bene. Dio, il Messia. Egli credeva in ciò, ma non amava che se stesso. Credeva in Dio, ma nel fondo dell'anima involontariamente e senza rendersene conto preferiva se stesso a Lui. Credeva nel Bene, ma l'Occhio dell'Eternità, che vede tutto, sapeva che quest'uomo si sarebbe inchinato davanti alla potenza del male, appena appena questa riuscisse a corromperlo, non con l'inganno dei sentimenti e delle basse passioni e nemmeno con la suprema attrattiva del potere, ma solleticando il suo smisurato amor proprio. Del resto questo amor proprio non era ne un istinto incosciente ne una folle pretesa. A parte il suo talento eccezionale, la sua bellezza e la sua nobiltà, anche le altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza, parevano giustificare a sufficienza lo sconfinato amor proprio che nutriva per sé il grande spiritualista, l'asceta, il filantropo. Se gli si rinfacciava di essere così in abbondanza fornito di doni divini, egli vi scorgeva i segni particolari di una eccezionale benevolenza dall'alto verso di lui e si considerava come secondo dopo Dio, il figlio di Dio, unico nel suo genere. In una parola egli riconosceva in sé quelle che erano le caratteristiche del Cristo. Ma la coscienza della sua alta dignità all'atto pratico non prendeva in lui l'aspetto di un obbligo morale verso Dio e il mondo, ma piuttosto l'aspetto di un diritto e di una superiorità in rapporto agli altri e soprattutto in rapporto al Cristo. Ma non aveva per Cristo una ostilità di principio. Gli riconosceva l'importanza e la dignità di Messia; però con tutta sincerità vedeva in lui soltanto il suo augusto precursore. Per quella mente ottenebrata dall'amor proprio erano inconcepibili l'azione morale del Cristo e la Sua assoluta unicità. Egli ragionava così: "Cristo è venuto prima di me; io mi manifesto per secondo, ma ciò che viene dopo in ordine di tempo, in natura è primo. Io giungo ultimo alla fine della storia precisamente perché sono il salvatore perfetto, definitivo. Quel Cristo è il mio precursore. La sua missione era di precedere e preparare la mia apparizione". E in base a quest'idea, il grande uomo del secolo XXI applicava a se tutto ciò che è detto nel Vangelo circa il secondo avvento, spiegando questo avvento non come il ritorno di Cristo stesso, ma come la sostituzione del Cristo precursore col Cristo definitivo, cioè se stesso.
In questo stadio «l'uomo del futuro» si presenta ancora in modo ben definito e originale. Considerava il suo rapporto con Cristo alla stessa guisa di Maometto, un uomo retto che non si può accusare di nessuna cattiva intenzione.
La preferenza piena di amor proprio, che egli fa di se stesso nei confronti del Cristo, verrà giustificata da quest'uomo con un ragionamento di questo genere: «Il Cristo è stato il riformatore dell'umanità, predicando e manifestando il bene morale nella sua vita, io invece sono chiamato ad essere il benefattore di questa umanità, in parte emendata e in parte incorreggibile. Darò a tutti gli uomini ciò che è loro necessario. Il Cristo, come moralista ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò con i benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi. Sarò il vero rappresentante di quel Dio che fa sorgere il suo sole e per buoni e per i cattivi e distribuisce la pioggia sui giusti e sugli ingiusti. Il Cristo ha portato la spada, io porterò la pace. Egli ha minacciato alla terra il terribile ultimo giudizio. Però l'ultimo giudizio sarò io e il mio giudizio non sarà solo un giudizio di giustizia ma anche un giudizio di clemenza. Ci sarà anche la giustizia ma non una giustizia compensatrice bensì una giustizia distributiva. Opererò una distinzione fra tutti e a ciascuno darò ciò che gli è necessario.
E in questa magnifica disposizione, egli attende un chiaro appello di Dio che lo chiami all'opera della nuova salvezza dell'umanità, una testimonianza palese e sorprendente che lo dichiari il figlio maggiore, il primogenito diletto da Dio. Attende e nutre il suo amor proprio con la coscienza delle proprie virtù e delle proprie doti sovraumane; infatti egli è, come si dice, un uomo di una moralità irreprensibile e di un genio straordinario.
Questo giusto, pieno di orgoglio, attende la suprema sanzione per cominciare la propria missione che porterà alla salvezza del l'umanità, ma è stanco di aspettare. Ha già compiuto trent'anni e altri tre anni trascorrono. Ed ecco gli balena nella mente un pensiero e con un brivido ardente gli penetra fino al midollo delle ossa: «E se?... E se non fossi io, ma quell'altro... Il Galileo... S'egli non fosse il mio precursore, ma il vero primo ed ultimo? Però in tal caso dovrebbe essere vivente... Dov'è dunque Lui?... Se a un tratto mi venisse incontro... in questo momento, qui... Che Gli direi? Dovrei inchinarmi davanti a lui come l'ultimo cristiano scimunito e borbottare stupidamente come un qualsiasi cittadino russo: "Signore Gesù Cristo abbi pietà di me peccatore", oppure prostrarmi a terra come una donnetta polacca? Io che sono un genio luminoso, il superuomo. No, mai! ». E a questo punto al posto dell'antico ragionevole e freddo rispetto per Dio e per il Cristo, germoglia e si sviluppa nel suo cuore dapprima una specie di timore e poi l'invidia ardente che opprime e contrae tutto il suo essere; infine l'odio furioso si impadronisce della sua anima. «Sono io, io, non Lui! Lui non è tra i viventi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto! È marcito, è marcito nel sepolcro, come l'ultima...».
Con la schiuma alla bocca, a balzi convulsi, si lancia fuori dalla sua casa e dal suo giardino e fugge nella notte fonda e buia per un sentiero roccioso... Si placa il suo furore e ad esso succede una disperazione arida e pesante come quelle rocce, oscura come quella notte. S'arresta sull'orlo di un precipizio che cade a picco e ode di lontano il confuso fragore di un torrente che scorre in basso fra le rocce. Un'angoscia intollerabile gli opprime il cuore. A un tratto qualcosa si agita dentro di lui. «Lo chiamerò per chiedergli ciò che debbo fare?». E nell'oscurità gli appare un volto dolce e triste. «Egli ha compassione di me... No, mai! Non è risorto, non è risorto! ». E si getta nell'abisso. Ma qualche cosa di elastico come una colonna d'acqua, lo trattiene sospeso nell'aria, egli si sente sconvolto come da una scossa elettrica, e una forza arcana lo ributta indietro. Per un istante perde la conoscenza e si risveglia, in ginocchio a qualche passo dal precipizio. Davanti a lui si stagliava una figura avvolta in un nebuloso nimbo fosforescente e due occhi gli trapassavano l'anima con un sottile insopportabile bagliore...
Vede quei due occhi penetranti e senza darsi conto se provenga dal suo intimo o dall'esterno ode una strana voce sorda, perfettamente contenuta e nello stesso tempo netta, metallica e priva affatto di anima come quella di un fonografo. E questa voce gli dice: «Mio amato figlio, in te è riposto tutto il mio affetto... Perché non sei ricorso a me? Perché hai onorato l'altro, il cattivo e il padre suo! Io sono dio e padre tuo. Ma quel mendicante, il crocifisso è estraneo a me e a te. Non ho altri figli all'infuori di te. Tu sei l'unico, il solo generato, uguale a me. Io ti amo e non esigo nulla da te. Così tu sei bello, grande, possente. Compi la tua opera nel tuo nome e non nel mio. Io non provo invidia nei tuoi confronti.
Ti amo e non richiedo nulla da parte tua. L'altro, colui che tu consideravi come dio, ha preteso dal suo figlio obbedienza e una obbedienza illimitata fino alla morte di croce e sulla croce lui non lo ha soccorso. Io non esigo nulla da te, ma parimenti ti aiuterò. Per amor tuo, per il tuo merito, per la tua eccellenza e per il mio amore puro e disinteressato verso di te, io ti aiuterò. Ricevi il mio spirito. Come prima il mio spirito ti ha generato nella bellezza, così ora ti genera nella forza». A queste parole dello sconosciuto, le labbra del superuomo si sono involontariamente socchiuse, due occhi penetranti si sono accostati vicinissimi al suo volto ed ha provato la sensazione come se un getto pungente e ghiacciato penetrasse in lui e riempisse tutto il suo essere. E nel medesimo tempo si è sentito pervaso da una forza inaudita, da un vigore, da una agilità e da un entusiasmo mai provati. In quello stesso istante sono scomparsi a un tratto il fantasma luminoso e i due occhi e qualcosa ha sollevato il superuomo sopra la terra e d'un colpo lo ha deposto nel suo giardino.
Il giorno dopo, non solo i visitatori del grande uomo, ma perfino i servitori furono stupiti per il suo aspetto particolare, quasi ispirato. Ma sarebbero rimasti ancora più colpiti se avessero potuto vedere con quale rapidità e facilità soprannaturali, rinchiuso nel suo studio, egli scriveva la sua celebre opera La via aperta verso la pace e la prosperità universale.
I precedenti libri e l'azione sociale del superuomo avevano incontrato dei severi critici, ancorché essi fossero per la maggior parte soprattutto religiosi e perciò privi di qualsiasi autorità; infatti quello di cui parlo è il tempo dell'Anticristo. E così, pochi erano stati coloro che avevano potuto ascoltare questi critici, quando indicavano in tutti gli scritti e in tutti i discorsi «dell'uomo del futuro» i segni di un amor proprio assolutamente intenso ed eccezionale ed esprimevano dubbi di fronte all'assenza di una vera semplicità, di rettitudine e di bontà di cuore. Ma con questa sua nuova opera egli riuscì ad attirare a sé perfino alcuni che in precedenza erano stati suoi critici ed avversari. Questo libro, scritto dopo l'avventura dell'abisso, manifesta in lui la potenza di un genio senza precedenti. È qualcosa che abbraccia insieme e mette d'accordo tutte le contraddizioni. Vi si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vaste e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, uni sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l'assoluto individualismo con una ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatte di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche. Tutto questo risultava così unito e legato insieme con tale genialità d'arte che ogni singolo pensatore, ogni uomo d'azione, poteva facilmente scorgere ed accettare l'insieme soltanto sotto l'angolo particolare del proprio personale punto di vista. E questo senza nulla sacrificare della verità in se stessa, senza elevarsi per essa effettivamente al di sopra del proprio io, senza assolutamente rinunciare di fatto al loro esclusivismo, senza nulla correggere circa gli errori di opinione o di tendenza, senza colmare per nulla possibili lacune. Questo libro meraviglioso è subito tradotto nelle lingue di tutte le nazioni progredite e anche il alcune di quelle arretrate. Per un anno intero, in tutte le parti del mondo, migliaia di giornali sono pieni zeppi della pubblicità degli editori e dell'entusiasmo dei critici. Edizioni economiche, col ritratto dell'autore, si diffondono a milioni di esemplari e l'intero mondo civile (a quell'epoca cioè quasi tutto il globo terrestre) si riempie della gloria dell'uomo incomparabile, grande, unico! Nessuno osa ribattere a questo libro che appare a ciascuno come rivelazione della verità integrale. Tutto il passato vi è trattato con così perfetta giustizia, tutto il presente apprezzato con tanta imparzialità, sotto tutti gli aspetti e il futuro migliore è accostato in modo così evidente e palpabile, che ciascuno dice: «Ecco qui ciò di cui abbiamo bisogno; ecco un ideale che non è utopia, ecco un progetto che non è una chimera». E il prodigioso scrittore non se lo trascina tutti, ma ognuno lo trova gradevole e in tal modo si compie la parola del Cristo.
«Sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accoglierete, un altro verrà nel suo proprio nome e voi l'accoglierete». Infatti per essere accolto bisogna essere piacevole
.
Veramente alcune pie persone, pur lodando con calore il libro, si stanno a domandare perché mai non vi sia nominato nemmeno una volta il Cristo, ma altri cristiani ribattono: «Sia lodato Iddio! Nei secoli passati tutte le cose sacre sono state rese logore da ogni sorta di zelatori senza vocazione ed ora uno scrittore profondamente religioso deve essere molto circospetto. E visto che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall'amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete ancora?».

venerdì 5 giugno 2015

Soloviev contro l'anticristo l'unità catacombale



.....sulle alture deserte di Gerico i cristiani si dedicavano al digiuno e alla preghiera. La sera del quarto giorno sull'imbrunire, il professor Pauli e nove compagni, cavalcando degli asini e trainando una carretta, penetrarono in Gerusalemme; passando per vie traverse, vicino a Haram-es-Scerif, sboccarono a Haret-en-Nazàra e raggiunsero l'entrata del tempio della Resurrezione, dove sul pavimento giacevano i corpi di papa Pietro e dello starets Giovanni. A quell'ora la via era deserta: tutta la città al completo si era riversata a Haram-es-Scerif. I soldati di guardia erano immersi in un sonno profondo. I nuovi arrivati trovarono che i corpi non erano stati toccati dal processo di decomposizione e addirittura non erano diventati rigidi e grevi. Li issarono su barelle, li ricoprirono con mantelli che avevano E portato con sé e, percorrendo le stesse vie traverse, ritornarono dai loro fratelli, ma non appena ebbero posate a terra le barelle lo spirito della vita rientrò nei due morti. Essi si agitarono, cercando di sbarazzarsi dei mantelli che li avviluppavano. Tutti presero ad aiutarli con grida di gioia e ben presto i due resuscitati si alzarono in piedi sani e salvi. E il redivivo starets Giovanni prese così a parlare: «Ecco dunque, figlioli miei, che noi non ci siamo lasciati. Ed ecco ciò che vi dirò adesso: l'ora è giunta che si adempia l'ultima preghiera di Cristo per i suoi discepoli: che essi siano uno, come Lui stesso col Padre è uno. Così per questa unità in Cristo, figlioli miei, veneriamo il nostro carissimo fratello Pietro. Gli sia concesso finalmente di pascere le pecore di Cristo. Proprio così, fratello! ». Ed egli abbracciò Pietro. A questo punto si avvicinò il professor Pauli: «Tu es Petrus!» — disse rivolto al papa —. «Jetzt ist es ja gründlich erwiesen und ausser jeden Zweifel gesetzt». Gli strinse forte la mano con la destra, mentre tendeva la sinistra allo starets Giovanni, dicendogli: «So also, Väterchen, nun sind wir ja Eins in Christo». Così si compì l'unione delle Chiese nel cuore di una notte oscura, su un'altura solitaria. Ma l'oscurità della notte venne a un tratto squarciata da un vivido splendore e in cielo apparve il grande segno: una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle. L'apparizione restò per qualche tempo immobile, poi si mosse lentamente verso sud. Il papa Pietro alzando il pastorale, esclamò: «Ecco la nostra insegna! Andiamo sulle sue orme!». Ed egli si incamminò nella direzione indicata dall'apparizione insieme ai due vegliardi e a tutta la folla dei cristiani, verso il monte di Dio, verso il Sinai...