Per il commento introduttivo si fa riferimento al seguente link
http://alleanzaevangelica.org/index.php/news/9-attualita-italia/709-la-carta-globale-della-coscienza-disponibile-in-italiano?fbclid=IwAR33NnWOtFITjkyGl7a1K4j8fVJHA8TRD6d6s0pghugIMw2DDHGC4XGl8Ps
Testo del documento in Inglese
http://charterofconscience.org/?page_id=42
CARTA GLOBALE DELLA COSCIENZA
Profondamente consapevoli della promessa titanica e del pericolo del nostro tempo, poiché le forme di
interconnessione globale raggiungono velocità, dimensioni e portata senza precedenti in tutta la terra,
emettiamo e sottoscriviamo questa Carta per affrontare una grande sfida mondiale la cui risoluzione sarà
decisiva per la causa della civiltà e della prosperità umana. Intendiamo affrontare i problemi urgenti sollevati
dalla sfida del "vivere con le nostre più profonde differenze",in un’era in cui tali differenze implicano
convinzioni fondamentali, visioni del mondo e stili di vita e sono sempre più presenti all'interno delle singole
comunità, nazioni e civiltà.
Il nostro scopo è quello di offrire una visione dei diritti, delle responsabilità e del rispetto che costituiranno il
fondamento di una "piazza pubblica mondiale", cosmopolita e civile e delle attitudini di coloro che
vorrebberoessere "cittadini del mondo" ed al contempo patrioti nei loro paesi, allo scopo di promuovere la
causa di un "mondo migliore" e quindi della civiltà mondiale contro le forze del caos mondiale.
PREAMBOLO
Considerato che un aspetto fondamentale della nostra esistenza è la ricerca del significato e del senso di
appartenenza;
Considerato che per la maggior parte delle persone nella storia, e ancora oggi, questa ricerca è stata
soddisfatta attraverso le credenze e le visioni del mondo, siano esse soprannaturali o secolari, trascendenti o
naturalistiche;
Considerato che le credenze religiose e naturalistiche e le visioni del mondo hanno ispirato alcuni dei
migliori e alcuni dei peggiori atteggiamenti e comportamenti umani nel corso della storia - i peggiori
includono i terribili esempi di pregiudizi, odio, conflitto, persecuzione, censura, repressione, crimini contro
l'umanità e genocidio che macchiano le pagine della storia umana;
Considerato che la sfida di vivere con le nostre più profonde differenze è stata portata ad un nuovo livello di
intensità nella moderna era globale, a causa del flusso di persone e idee, e specialmente a causa dell'impatto
dei media, degli spostamenti e della migrazione dei popoli, cosicché si dica che "tutti sono dappertutto" e che
le diverse convinzioni e visioni del mondo sono in costante contatto e interdipendenti;
Considerato che il mondo sta assistendo a due tendenze opposte - la rivitalizzazione e l'influenza politica
crescente delle religioni, con il pericolo dei tentativi di mantenere la supremazia di una religione a spese
delle altre e la diffusione delle visioni del mondo naturalistiche, con lo stesso pericolo di escludere tutte le
religioni dalla vita pubblica e quindi favorire esclusivamente una visione del mondo non religiosa –la
conseguenza è che molti degli insediamenti tradizionali della religione e della vita pubblica mostrano segni
di tensione e la necessità di essere rinegoziati;
Considerato che molte tendenze dell'era moderna avanzata - come le comunicazioni globali, le migrazioni, la
diversità multiculturale e le rivoluzioni della scienza e della tecnologia - indicano che i problemi eticamente
controversi probabilmente aumenteranno invece di diminuire, e richiederanno valori chiari e soluzioni sagge
che trascendono i conflitti tra le religioni e le visioni del mondo non religiose;
Considerato che c'è una seria consapevolezza del terribile spettro delle armi di distruzione di massa nelle
mani di estremisti violenti;
Considerato che ci sono leader e popoli nel mondo che, in teoria o in pratica, negano ancora l'universalità e
l'uguaglianza dei diritti umani a tutti gli esseri umani;
Considerato che l'idea di "piazza pubblica", dove i cittadini possono riunirsi per deliberare e decidere le
questioni della vita pubblica comune, è stata a lungo preziosa e vitale per coloro che apprezzano la libertà e il
desiderano farsi carico della propria vita e degli affari politici;
Considerato chele moderne comunicazioni globali, e soprattutto internet, hanno ampliato la nozione di vita
pubblica e creato la possibilità di una "piazza pubblica globale" emergente;
Considerato che le ultime credenze di ogni genere hanno un ruolo primario e positivo nei diversi movimenti
e organizzazioni che rappresentano la fiorente società civile in tutto il mondo;
Considerato che la dignità umana, la giustizia e l'ordine sono le basi necessarie per società libere e pacifiche;
Considerato che la storia delle vicende umane è la storia del conflitto tra dovere e potere,tra ragione e
coscienza da un lato e potere e interesse dall'altro;
Considerato che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è diventata la più influente dichiarazione di
diritti nella storia umana, e quindi sostenitrice della ragione e della consapevolezza nell'Era dei diritti e nella
lunga lotta umana per la realizzazione della libertà, della giustizia e della pace sulla terra;
DICHIARAZIONE
Pertanto formuliamo le seguenti dichiarazioni sulla libertà di coscienza, sulla fede, sulla civiltà e sulla pace
sulla terra, per integrare e fornire un sostegno senza riserve alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
(Assemblea delle Nazioni Unite, Parigi, dicembre 1948), e in particolare all'articolo 18 della Dichiarazione
Universale, che recita: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale
diritto include la libertà di cambiare il proprio credo religioso e convinzione, e la libertà di professare,
come singolo ovvero in comunità con altri, in pubblico o privato, la propria religione o il proprio credo
nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti”.
ARTICOLO 1 – LIBERTÀ FONDAMENTALE
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione, che nel complesso possono essere descritte come libertà
religiosa, è un diritto umano prezioso, fondamentale e inalienabile: il diritto di adottare, detenere, esercitare
liberamente, condividere o cambiare le proprie convinzioni, è soggetto unicamente ai dettami della coscienza
ed è indipendente da ogni forma di influenza esterna,ed in particolare dal controllo governativo. Questa
libertà include tutte le credenze e visioni del mondo, sia soprannaturali che secolari, trascendenti o
naturalistiche.
ARTICOLO 2 - DIRITTO DI APPARTENENZA
Questo diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione è inerente all'umanità e radicato nella dignità
inviolabile di ogni individuo umano, in particolare nel carattere della ragione e della coscienza. Come il
diritto di nascita, la libertà di coscienza è il diritto che spetta allo stesso modo a tutti gli esseri umani
indipendentemente dalla loro religione, genere, razza, classe, lingua, opinione politica o di altro genere, o
nazionalità, e indipendentemente da qualsiasi menomazione mentale o fisica, e deprivazione sociale,
economica o dal livello di scolarizzazione. La libertà di coscienza è il diritto dei credenti, non delle credenze,
ed una protezione per gli esseri umani piuttosto che delle idee.
ARTICOLO 3 - INDIPENDENTE DA GOVERNI E DALLE MAGGIORANZE
Come diritto inerente all'umanità e alla dignità della persona umana, la libertà di pensiero, di coscienza e di
religione non dipende, in via definitiva, dalle scoperte scientifiche, dai favori dello stato e dei suoi
funzionari, o dalla volontà mutevole delle maggioranze. Non spetta al governo concedere o negare tale
libertà, ma piuttosto la sua responsabilità consiste nel garantirla e custodirla. I diritti umani sono un baluardo
contro indebiti controlli ed interferenze nella vita della persona umana.
ARTICOLO 4 –PARTE INTEGRANTE ED ESSENZIALE
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione è tra i primi diritti umani da riconoscere, ed è parte
integrante ed essenziale di altri diritti fondamentali, da cui non può essere separata. Proprio come il diritto
alla libertà di riunione presuppone e richiede il diritto alla libertà di espressione, allo stesso modo il diritto
alla libertà di espressione presuppone e richiede il diritto alla libertà di coscienza. La libertà di coscienza, o
libertà di religione o di credo, è quindi molto più della libertà riconosciuta ai religiosi: è un diritto
fondamentale per tutti gli esseri umani. Se da un lato esistono diversi sistemi per la protezione dei diritti
umani, dall’altra non esistono sistemi alternativi di diritti umani, ma un sistema di diritti uguale e universale
per tutti gli esseri umani e il mondo intero. Senza il rispetto dei diritti, la dignità umana ne soffre. Senza il
rispetto per la dignità umana, non può esserci giustizia. E senza il rispetto per la giustizia, non ci può essere
pace vera e duratura sulla terra.
ARTICOLO 5 –PARAMETRO DELLA LIBERTÀ
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione, ovvero la libertà di religione o credo, tutela i diversi aspetti
della libertà religiosa che sono parte integrante, interconnessi ed essenziali per una piena comprensione della libertà. Nella misura in cui una società protegge tutti questi aspetti della libertà per le persone di tutte le fedi
e nessuna di esse in particolare, tale società può essere considerata libera e giusta, poiché anche la libertà è
un aspetto della giustizia sociale. Al contrario, laddove una società rifiuta di proteggere uno o tutti questi
aspetti della libertà, rinuncia alla sua pretesa di libertà e giustizia.
ARTICOLO 6 - DUPLICE PROTEZIONE
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione è tra i diritti civili e politici enumerati nella Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, ma non deve essere separata dagli altri diritti sociali ed economici enumerati.
Insieme costituiscono i requisiti fondamentali per società giuste e libere. La prima protegge la dignità e la
libertà dell'individuo, mentre i secondi proteggono la solidarietà e la giustizia della società umana.
ARTICOLO 7 - FONDAMENTO DELLA SOCIETÀ
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione è fondamentale sia per le società che per i singoli, in quanto
non serve soltanto a proteggere i singoli cittadini, ma è anche requisito indispensabile per ordinare il rapporto
tra religioni, ideologie e vita pubblica. Ciò riveste particolare rilevanza nella realtà contemporanea in cui il
pluralismo rende la libertà religiosa più necessaria, ed in cui la libertà religiosa rafforza il pluralismo.
ARTICOLO 8 – INCONDIZIONATO
Il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione è assoluto e illimitato in teoria, ma non in
pratica..Nessun essere umano dovrebbe pertanto soffrire discriminazioni, persecuzioni, pene, incarcerazioni
o morte a causa di convinzioni con cui gli altri non concordano. Nella pratica, questa libertà è limitata a
motivo della medesima libertà degli altri su cui si ripercuotono le varie usanze. Tuttavia, qualsiasi
limitazione alla libertà di religione o di credo è un’eccezione, che pertanto richiede condizioni restrittive
prescritte da atti internazionali, come per esempio dal Patto internazionale sui diritti civili e politici.
L’attenzione per i diritti, per le responsabilità di ogni cittadino e per il bene comune collettivo è una sfida
continua per le società che vorrebbero essere sia giuste che libere
ARTICOLO 9 - DIRITTI E RESPONSABILITÀ
Il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, o libertà religiosa, contiene un dovere e un
diritto, un obbligo e non solo un diritto, perché il diritto per una persona è automaticamente un diritto per un
altro ed una responsabilità per entrambi. Tutti i cittadini sono responsabili dei diritti di tutti gli altri cittadini,
allo stesso modo in cui gli altri sono responsabili dei loro. Una società è giusta e libera in quanto sia
rispettosa di questo diritto, specialmente verso le credenze delle sue minoranze più piccole e delle comunità
meno popolari.
ARTICOLO 10 - REGOLA D'ORO
Il principio secondo cui il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione sia inalienabile e uguale
per tutti, rappresenta la Regola d’Oro universale per la libertà religiosa e sottolinea l'importanza dell'universalità dei diritti nelle diverse società e nazioni. Non ci sono diritti esclusivi per alcuna religione,
visione del mondo o gruppo. Qualsiasi affermazione di rivendicazione di diritti rispetto alla fede, alla libertà
di credere, o di adorare, o di costruire luoghi di culto, o di convertire altri, richiede automaticamente a coloro
che reclamano tali diritti di accordarli alle persone di tutte le altre fedi.
ARTICOLO 11 - I DIRITTI DEI CREDENTI IN ASSOCIAZIONE
I diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione si applicano non solo agli individui come singoli,
ma anche agli individui in comunità con gli altri, associati sulla base della loro fede. Ogni individuo
custodisce i diritti che appartengono alla sua persona in quanto individuo. Allo stesso modo, ogni persona fa
tesoro dell'appartenenza a famiglie, comunità, gruppi religiosi e alle profonde affiliazioni che sono essenziali
per la cultura. I diritti dei singoli in quanto parte di un gruppo sono rilevanti e significativi al pari dei diritti
goduti in quanto singoli.
Nessuna comunità di fede ha diritti superiori a qualsiasi altra comunità, ma i diritti di pensiero, coscienza e
religione sono diritti sia per gli individui in quanto singoli che per gli individui in quanto parte di una
comunità,posto che il credere è sia un assenso individuale che una pratica associativa. Per questa ragione, i
gruppi religiosi devono poteregestire i loro affari interni in materia di dottrina, etica, scelta dei leader,
definizione della politica organizzativa, ammissione ed uscita dei membri, direzione futura
dell’organizzazione o della comunità liberi da interferenze governative o esterne.
ARTICOLO 12 - NESSUN REGOLAMENTO
Ogni comunità, nazione o civiltà è libera di forgiare il proprio regolamento sulle relazioni tra le religioni,
visioni del mondo e vita pubblica, alla luce della propria storia e della propria cultura. Non esiste quindi un
unico ed uniforme regolamento da concordare con tutti, o imposto a tutti. Allo stesso tempo, diversi
regolamenti locali attinenti alla religione ed alla vita pubblica dovrebbero incorporare i diritti e i principi
universali comuni che costituiscono il segno distintivo dei popoli rispettosi dei diritti di ogni luogo. Secondo
il loro successo o fallimento nel riconoscere e implementare questi diritti nella loro situazione locale, le
comunità, le nazioni e le civiltà possono essere giudicate più o meno giuste e più o meno libere
ARTICOLO 13 - ATTENZIONE AI FALSI ORDINAMENTI
Una lezione innegabile della storia è che la più grande minaccia alla libertà di coscienza si realizza quando
l'ordinamento della religione e del governo diventa coercitivo e opprimente per coloro che non condividono
le opinioni ufficiali. Ciò accade specialmente quando il governo utilizza la maschera di una credenza, o
quando una credenza si avvale del potere del governo per costringere la coscienza e costringere la fede.
Questo problema persiste oggi quando i controlli religiosi sono usati come divieto alla libertà di
manifestazione del pensiero o per escludere gli individui dall'ufficio politico; o quando anche forme
moderate di insediamenti religiosi o laici negano o limitano i diritti di coloro all'interno della loro società che
hanno credenze e visioni del mondo diverse; o quando uno stato utilizza leggi e azioni per discriminare le
minoranze religiose.
ARTICOLO 14 - DIGNITÀ DELLA DIFFERENZA
Libertà di pensiero, di coscienza e di religione significa che la diversità umana presenta una dignità di
differenza così come un pericolo nella differenza, sebbene ci sia sempre la responsabilità di trovare un punto
d’incontro al di là delle differenze senza compromettere le differenze che contano. Legittimamente rispettata
e costituita, la diversità basata sulla dignità della differenza è positiva e può portare alla ricchezza, alla forza
e all'armonia nella società, piuttosto che al conflitto, alla debolezza e alla disunione. Al contrario, per una
comunità o un paese parlare di armonia e diversità senza alcun riguardo per la libertà religiosa è una
contraddizione in termini ed è politicamente insostenibile nell'epoca dei diritti globali.
ARTICOLO 15 - DIFFERENZE IRRIDUCIBILI
Libertà di pensiero, di coscienza e di religione significa che vi è vantaggio ma anche limitazione
nell'approccio che ricerca unità e relazione attraverso il dialogo e la cooperazione tra le religioni e le visioni
del mondo. Alla fine, le differenze decisive tra le varie credenze del mondo sono definitive e irriducibili - e
queste differenze sono cruciali sia per gli individui che per le società e le civiltà. Questo realistico
riconoscimento dei limiti del dialogo dipende dai vincoli causati dal profondo impegno profuso nelle
affermazioni di verità. La libertà religiosa è la libertà di essere fedeli alle fedi in cui gli individui e le
comunità credono sulla base dei dettami della coscienza.
ARTICOLO 16 - PIAZZA PUBBLICA CIVILE
Il luogo pubblico in cui può esprimersi la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, in un mondo di
profonda diversità,è quello della piazza pubblica cosmopolita e civile –un luogo in cui le persone di tutte le
fedi, religiose e naturalistiche, sono libere di accedervi e impegnarsi nella vita pubblica alla luce della loro
fede, ma sempre tenendo in considerazione due aspetti: in primo luogo, sapere di essere all’interno di uno
stato di diritto che rispetta tutti i diritti umani, in particolare la libertà di coscienza, e non crea distinzioni tra i
popoli sulla base delle loro convinzioni; in secondo luogo,agire sulla base di un’alleanza liberamente
concordata, che specifica ciò che ogni persona capisce essere giusto e libero per tutti gli altri, e quindi i
doveri coinvolti nel vivere con le profonde differenze degli altri.
ARTICOLO 17 - CONVERSAZIONE PER IL BENE COMUNE
Tra le responsabilità e i doveri richiesti ai cittadini nel dibattito pubblico, in virtù del loro rispetto per la
libertà di pensiero, di coscienza e di religione,vi è la ricerca del bene comune e il riconoscimento che la
persuasione ha sostituito la coercizione nel dibattito pubblico. In particolare, a coloro che sono coinvolti
nella vita pubblica si richiede la propensione all’ascolto dell’altro nonché la capacità di persuasione,
riconoscendosi che è attraverso la persuasione che si colma il divario tra le credenze personali ed il bene
pubblico, e che più una società è diversa, più gli individui e i gruppi dovranno essere persuasivi se
desiderano che le loro opinioni prevalgano nel dibattito pubblico.
ARTICOLO 18 - ARTICOLI DI PACE
Questo modello di una piazza pubblica civile raggiunge la sua unità attraverso articoli di pace piuttosto che
articoli di fede. In quanto fondata su articoli di pace, l'unità viene modellata attraverso un comune quadro di
diritti, di responsabilità e di rispetto, entro il quale ciascuna fede e visione del mondo sono libere di essere
fedeli alle proprie credenze e visioni morali, ma sanno anche come differire e vivere pacificamente con le
differenze altrui. È importante sottolineare che il modello di una piazza pubblica civile non mira a un'unità
basata su articoli di fede. La dignità della differenza e il fatto della diversità umana significano che l'unità
non può mai essere raggiunta dalla ricerca di un minimo comune denominatore dell'unità religiosa o
attraverso il dialogo interreligioso.
ARTICOLO 19 - SOCIETÀ CIVILE
Questa dichiarazione dei diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, così come il legame con la
pubblica piazza, è vitale per il fiorire della società civile. Quando le singole società e il mondo intero
vengono a prosperare attraverso l'energia e la dedizione dei cittadini impegnati in una miriade di
organizzazioni volontarie e non governative, è necessario che abbiano la libertà di esprimere le loro visioni
morali attraverso il volontariato, la filantropia, la riforma e l’imprenditorialità sociale. Una piazza pubblica
civile è quindi essenziale per una sana società civile, così come una sana società civile è vitale per la
promozione di una piazza pubblica civile.
ARTICOLO 20 - PACE ATTRAVERSO LA GIUSTIZIA
Questa Carta dei diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione presuppone che la pace sia
qualcosa in più rispetto alla mera assenza di conflitti, e che la pace attraverso la giustizia e il saggio
ordinamento della religione e della vita pubblica sia sempre migliore della pace ottenuta attraverso la vittoria
e la forza fisica. La pace praticabile e duratura non è utopica, e non presuppone la fine di ogni forma di
tirannia e l'arrivo della pace finale sulla terra. I beni umani di giustizia e libertà sono sempre duramente
conquistati e preservati a caro prezzo, ma la pace stabilita attraverso la giustizia è l'unica pace che può
costituire il vero fondamento del benessere umano.
ARTICOLO 21 - SFIDA PER I RELIGIOSI
I diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, nonché le realtà della moderna diversità religiosa e
le responsabilità di una piazza pubblica civile rappresentano tutti una sfida particolare per la posizione
tradizionale delle religioni consolidate o monopolistiche. Viviamo in un'epoca in cui un numero sempre
minore di paesi è dominato da una religione o da una comune visione del mondo ed in cui tutte le credenze
del mondo sono presenti o disponibili ovunque. Tra le principali sfide per i credenti religiosi tradizionali vi è
quella del riconoscimento degli eccessi e talvolta dei mali delle religioni, un riconoscimento dei diritti degli
altri credenti e un pari rispetto per i diritti di un sempre maggiore numero di persone la cui visione del
mondo e le cui credenze non sono religiose.
ARTICOLO 22 - SFIDA PER I LAICI
I diritti di libertà di pensiero, di coscienza e di religione, la realtà della diversità contemporanea e la
responsabilità di una piazza pubblica civile, rappresentano tutti, ed ugualmente, una sfida fondamentale per
coloro che aderiscono a una visione del mondo restrittiva, anche per quanto riguarda la nozione di vita
pubblica strettamente laica in cui la religione è esclusa dalla discussione e dall'impegno pubblico. Tra le
principali sfide per questi laicisti vi è quella del riconoscimento del ruolo delle forme esclusive del
secolarismo in molte delle recenti oppressioni e massacri del mondo, della consapevolezza che il processo di
secolarizzazione non è necessariamente inevitabile o progressivo, e dell’adeguato riconoscimento dei diritti
di persone religiose nella vita pubblica - la cui negazione è illiberale, ingiusta e costituisce un grave
impoverimento della società civile.
ARTICOLO 23 –PRIMO PASSO
Questa dichiarazione dei diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione è fondamentale e
necessaria, ma rappresenta solo il primo passo per promuovere la libertà religiosa nelle società giuste e
libere. Come forma di persuasione morale, deve sempre essere seguito da una seconda fase - l'attuazione
legale degli stessi diritti nel diritto nazionale e internazionale - e poi da un terzo passo: coltivare, attraverso
l'educazione civica e la comunicazione, le abitudini del cuore che assicurano che il rispetto dei diritti e delle
responsabilità venga tramandato di generazione in generazione. Tutti e tre i passaggi sono necessari per una
società, o per un mondo, che raggiunga una misura genuina e duratura di giustizia e libertà.
ARTICOLO 24 - DOMANDE IN CORSO
Come mostra la storia della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la sua potente influenza nel far
progredire l'Età dei Diritti è andata di pari passo con le continue domande e critiche. In particolare, vi sono
state persistenti sfide alla base delle sue affermazioni, all'universalità delle sue dichiarazioni e all' inclusività
della sua portata - e quindi alla "ragione dei propri diritti". A causa delle mutevoli fortune delle filosofie
umane e del ricorrente e deliberato abuso dei diritti umani da parte di determinate autorità, tali sfide
persisteranno sempre e richiederanno sempre una risposta solida, anche da parte dei sostenitori di questa
Carta, specialmente per quanto riguarda la sfida dell'universalità.
ARTICOLO 25 - RIVENDICAZIONE DELL'UNIVERSALITÀ
La Carta Globale della Coscienza afferma la sua pretesa di universalità per quanto riguarda il suo ambito di
applicazione (in termini di portata), sebbene non la sua osservanza. È’ universale in quanto è radicato nella
dignità e nell'uguaglianza di tutti gli esseri umani ed è rivolto a tutti i cittadini del mondo, a nome di tutti i
cittadini rispettosi dei diritti del mondo di oggi. Facciamo questa dichiarazione con la piena consapevolezza
che pretendere di parlare dal nulla è impossibile, e che parlare da ogni dove è incoerente. Parliamo da
qualche luogo, e ai nostri tempi, ma con la certezza che queste dichiarazioni, condivise da persone di molte
tradizioni e prospettive, sono affermazioni universali che parlano a tutti gli esseri umani in tutti i continenti e
per tutti i secoli - anche a coloro che ora resistono all'uguaglianza e all'universalità dei diritti umani.
ARTICOLO 26 - OSTACOLI DURATURI
Tutte le dichiarazioni dei diritti umani incontrano ostacoli duraturi, soprattutto le realtà della natura umana e
la sua natura corrotta.Proprio come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha avanzato la causa della
giustizia di fronte a deliberate, flagranti, sistematiche e continue violazioni dei diritti umani, così questa
Carta riconosce apertamente che incontrerà sfide e opposizioni simili. Ci si aspetta di incontrare e resistere a
problemi come la negligenza, la dimenticanza, l’ipocrisia, le violazioni deliberate e gli abusi criminali alla
dignità e ai diritti umani. Lungi dall'annullare i diritti rivendicati fin qui, tali violazioni ne evidenziano il loro
carattere e la loro importanza.
ARTICOLO 27 –PRINCIPI FONDAMENTALI
Questa Carta dei diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, inizia e procede attraverso la
considerazione di principi fondamentali. È’, quindi, in forte contrasto con altri approcci alla risoluzione di
problemi di carattere religioso che si dimostreranno sempre inadeguati o pericolosi perché ignorano o
aggirano i diritti primari della libertà di coscienza. La libertà di coscienza è una protezione per i credenti, i
dubbiosi, e scettici, ma non per le credenze. Due di questi approcci errati sono particolarmente comuni. Da
un lato, alcune persone considerano la tolleranza come l'atteggiamento di coloro che non credono in nulla e
come il frutto dell'indifferenza verso le fedi. Dall’altro, alcune persone credono che il disaccordo con altre
credenze, e la loro critica, sia di per sé intolleranza. In risposta a tali errate convinzioni si può affermare che il
discorso sulle credenze altrui deve essere rispettoso, cosicché le critiche e le caricature non costituiscono
"blasfemia" o "diffamazione". Deve esserci un impegno per l'uguaglianza tra libertà di coscienza e libertà
religiosa per tutti. Come tutti i diritti umani, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, è il diritto di
ogni essere umano, senza eccezioni. Non ci possono essere diritti umani per alcuni, ma non per tutti.
Gli approcci che ignorano l’importanza delle credenze e il ruolo primario della libertà religiosa, i diritti, le
responsabilità ed il loro rispetto, sono inadeguati per una difesa appropriata della giustizia e della libertà.
Inoltre, tali approcci sbagliati possono anche essere pericolosi, in quanto la loro motivazione, ovvero, il loro
effetto indesiderato, è quello di favorire una religione o una visione del mondo a scapito di altre, e quindi, di
minare l'uguaglianza e l'universalità del diritto alla libertà di coscienza. Non si ha mai un progresso dei diritti
umani quando la protezione speciale per alcune persone diventa oppressione o discriminazione per le altre,
né quando la legge viene utilizzata per fornire protezione per una particolare convinzione a scapito degli
individui che non aderiscono a tale convinzione.
ARTICOLO 28 –BATTISTRADA PER IL FUTURO
I diritti alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, così come la visione di una piazza pubblica
globale, cosmopolita e civile sono precursori cruciali per prevenire il caos globale e muoversi verso il
governo della civiltà globale di domani. Con l'avanzare della globalizzazione e l'aumento
dell'interconnessione umana, è evidente che le comunicazioni globali e l'economia globale hanno superato di
gran lunga la politica globale. Che cosa si intenderà in futuro per governabilità globale non è ancora chiaro.
Se il compito del mondo è quello di rispettare sia la diversità che l'universalità, e quello della giustizia di rafforzare la libertà nella ricerca della pace, allora una piazza pubblica cosmopolita e civile è un trampolino
di lancio necessario verso la futura governabilità globale.
ARTICOLO 29 - NESSUNA PAROLA FINALE
Il severo verdetto del tempo su tutti gli sforzi umani è "Anche questo passerà", il che significa che i più saggi
e migliori regolamenti in materia di religione e vita pubblica non sono altro che i migliori fino a questo
momento. Pertanto riconosciamo umilmente che questa Carta non è né perfetta, né definitiva, né condivisa
da tutti. Rappresenta il nostro miglior giudizio attuale sul ruolo dei diritti alla libertà di pensiero, coscienza e
religione nel nostro tempo.In qualunque tempo le generazioni future potranno migliorare e far progredire
queste affermazioni, puntando sempre a costruire società che siano ancora più libere e più giuste, e quindi
più dedite alla ricerca del benessere umano e alla creazione di un mondo migliore.
CONCLUSIONE
In conclusione, pubblichiamo la Carta Globale della Coscienza nella forte speranza che, al pari della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, verrà portata avanti la causa della libertà di pensiero, di
coscienza e di religione per le persone di tutte le fedi, religiose o naturalistiche. Con questa Carta miriamo a
perseguire tre principali obiettivi:
• In primo luogo, che (questa Carta) possa essere un faro che esprime le più alte aspirazioni umane per la
libertà di pensiero, coscienza e religione.
• In secondo luogo, che possa essere un punto di riferimento che consenta le valutazioni più rigorose sulla
libertà di pensiero, di coscienza e di religione, rispetto a quelle che comunità, civiltà paesi hanno raggiunto
finora.
• In terzo luogo, che possa essere un progetto che abiliti alla pratica attuazione della libertà di pensiero, di
coscienza e di religione, sia nella legge che nell'educazione civica.
In sintesi, la Carta Globale della Coscienza è una risposta ad una fondamentale ed inevitabile parte della
promessa e del pericolo del nostro tempo. Solo attraverso l'applicazione saggia e coraggiosa di queste
affermazioni l'umanità può trasformare il pericolo delle differenze tra le credenze in una dignità di differenza
che contribuirà a rendere il mondo più sicuro nella sua diversità.
Tra i primi ad avere sostenuto la Carta Globale della Coscienza vi sono:
(I nomi delle organizzazioni sono forniti solo a scopo identificativo)
• Prof. Dr. Heiner Bielefeldt, Relatore speciale dell’ONU sulla libertà di religione o credo.
• Prof. Dr Habib Charles Malik, Libano.
• Dott. Jonathan Chaplin, Direttore, Kirby Laing Institute for Christian Ethics• Dr. Thomas K. Johnson, Consiglio accademico, International Institute for Religious Freedom of the World
Evangelical Alliance, USA.
• Étienne Lhermenault, Presidente del National Council of Evangelicals in Francia.
• David McIlroy, Avvocato, Professore Associato di Diritto, SOAS, Regno Unito.
• Prof John Warwick Montgomery, Professore emerito di Diritto e Scienze Umane, University of
Bedfordshire (Regno Unito), Avvocato (Inghilterra e Galles), Avvocato (Barreau de Paris).
• Prof N. Barney Pityana, Rettore del College of the Transfiguration, Sud Africa, Presidente della South
African Human Rights Commission dal 1995 al 2001.
• Dott. Patrice Rolland, Professore associato di diritto pubblico, Paris XII University (Val-de-Marne,
Francia).
• Prof. Dott. Thomas Schirrmacher, Direttore, International Institute for ReligiousFreedom (Bonn, Città del
Capo, Colombo) e Professore di Sociologia della Religione (Timisoara, Romania).
• Prof. Dott. Jean-Paul Willaime, Sociologo e Direttore della ricerca, École pratique des Hautes Études
Sorbonne University (Parigi, Francia).
• Revd. GodfreyYogarajah, Direttore esecutivo della Religious Liberty Commission dell'Alleanza Evangelica
mondiale.
RACCOMANDAZIONE SPECIALE
La "Carta Globale della Coscienza" è un documento di grande impatto. Apprezzo il suo enorme potenziale di
ispirare l'impegno pratico a favore della libertà di pensiero, coscienza, religione o credo e di contribuire a una
migliore comprensione dei diritti umani in generale. Nello spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani del 1948 (UDHR), la Carta sottolinea la validità universale della libertà di religione e credo come
parte inestricabile di un'agenda olistica sui diritti umani in cui i diritti civili, politici, economici, sociali e
culturali possono rafforzarsi reciprocamente.
Sullo sfondo dell'autoritarismo esistente in molte parti del mondo, la Carta chiarisce che il riconoscimento
della libertà di religione o di credo di tutti non deve mai essere frainteso come un atto di mera tolleranza
politica o addirittura di misericordia. Piuttosto, essendo basato sulla dignità intrinseca di tutti gli esseri
umani, la libertà di religione o di credo ha il rango di un diritto umano universale inalienabile, il che significa
che se ne può richiedere il rispetto incondizionato. Per citare le parole stesse della Carta: “Non spetta al
governo concedere o negare tale libertà, ma piuttosto la sua responsabilità consiste nel garantirla e
custodirla”.
Inoltre, la Carta sottolinea che il rispetto della libertà di religione o di credo va ben oltre la sfera privata
contribuendo all'emergere di una "sfera pubblica globale" in cui l'attuale diversità di convinzioni profonde -
religiose o non religiose, nuove o tradizionali - può manifestarsi in maniera equa e inclusiva. Sarebbe quindi
troppo limitato supporre che la libertà di religione o di credo sia un diritto solo di coloro che si considerano
impegnati religiosamente secondo la comprensione tradizionale. Come sottolinea la Carta, il diritto alla
libertà di religione o credo ha una vasta gamma di applicazioni proteggendo allo stesso modo "credenti,
dubbiosi e scettici" pur non proteggendo idee o convinzioni contro le critiche del pubblico.
In un mondo in cui "la sfida di vivere con le nostre più profonde differenze è stata portata ad un nuovo
livello di intensità", la libertà di religione o credo è oggi quanto mai importante per lo sviluppo di una cultura
di convivenza rispettosa e di comunicazione aperta. Vedo la "Carta Globale della Coscienza" come un forte
sostegno in questa attuale impresa. Possa la Carta trovare molti lettori nei diversi continenti, nelle diverse
culture e denominazioni.
Prof Dr Heiner Bielefeldt, Relatore speciale dell’ONU sulla libertà di religione o credo
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