domenica 26 gennaio 2020

26 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte- ENLUMINURES./ Miniature

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Anonyme
Scriptorium de Saint-Martial de Limoges
Lettrine historiée C (le roi Salomon), extraite de la Seconde Bible de Saint-Martial
vers 1100  enluminure  sur parchemin  
Bibliothèque nationale de France 
Latin 8, folio 102

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miniatura di Cristo dal Bestiario di Aberdeen

Il bestiario di Aberdeen è un manoscritto miniato inglese del XII secolo, custodito nella Biblioteca dell'Università di Aberdeen, dove è inventariato come MS 24. Il bestiario medievale è stato catalogato per la prima volta nel 1542, nell'inventario della Old Royal Library del Palazzo di Westminster.

Le informazioni sull'origine dell'opera, sugli autori e sui possessori sono indiziarie. La stessa data di nascita del manoscritto non è precisa e sicura, mentre si presume che sia stato posseduto da un ricco uomo di chiesa. Il bestiario di Aberdeen è affine ad altri bestiari medievali, specialmente il bestiario di Ashmole, MS Ashmole 1511 della Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bestiario_di_Aberdeen

Un bestiario, o bestiarium, è un testo che descrive gli animali, o bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali (reali e immaginari), accompagnate da spiegazioni moralizzanti e riferimenti tratti dalla Bibbia.


consultare

https://www.milanoplatinum.com/i-bestiari-medievali.html



Saint Jean - Évangile de Liessies

Saint Jean (évangiles de l’abbaye de Liessies)

http://enluminures.fr/portfolio/saint-jean-evangiles-abbaye-liessies/?fbclid=IwAR2t_MLDlThY8FdkSJ70dvgEhC1KOeV9HKl9buc3o8FBYWquB7DlvdLaKNY


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The Crucifixion and the Harrowing of Hell in a New Testament, Sicilian, late 1100s. Tempera colors, gold leaf, and ink on parchment, 9 11/16 x 6 3/8 in. The J. Paul Getty Museum, Ms. Ludwig I 5, fol. 191v.
The Getty’s Sicilian Bible is dated around 1200. The composition of The Crucifixion shown below is similar to the same scene found in a late-11th or early-12th-century Missal from Foligno, Italy, today in The Morgan Library & Museum (MS M.379, fol. 6v). Both of these miniatures are representative of the Italian Romanesque painting style, but the Sicilian Bible also exhibits the characteristic gold background associated with Byzantine painting of the time. Scholars have noted that the format of the page—including the foliate designs and the red, white, and green dog-tooth pattern—are similar to those found in Norman and early Parisian architecture and illumination.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2272809709689756&set=gm.565816090682511&type=3&theater&ifg=1


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Triumphal Entry into Jerusalem.
The prolific Venetian artist Cristoforo Cortese employed three metals in this image. The background is burnished gold leaf tooled with punched dots. Adding a pleasing texture to the image and permitting light to play on its surface, the tooling creates the impression of divine radiance illuminating the city of Jerusalem as Christ enters. Cortese highlighted Christ’s red robe in shell gold. He used mosaic gold, a bronze-coloured powder made of tin sulphide, for the robe of the bearded apostle at the far left, and for the feathery foliage and beads that decorate the blue initial.
Initial D from a Gradual
Italy, Venice, c.1410-1420
ARTIST: Cristoforo Cortese (c.1390-1445).

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Christ en gloire (enluminure du XIIe Siècle)
Christ en gloire (Psautier de Westminster)


Christ en Mandorle (enluminure)

Jésus Christ & les 4 évangélistes

Cette reproduction est inspirée d’une enluminure du XIIe siècle conservée au British Museum de Londres dont voici un aperçu.

http://enluminures.fr/portfolio/christ-en-mandorle/


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la Gothique textura.

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Dernière enluminure réalisée à l'Iseem à la fin de la première année. Le sujet gothique. Saint Jean sur l'île de Pathmos. Heures à l'usage de Paris BM Dole ms 0043 p 27. Enluminure réalisée sur parchemin avec pigments à la détrempe, feuilles d'or sur gesso, or minéral. Calligraphie à la plume d'oie.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=510361012757158&set=a.123092068150723&type=3&theater

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Notre Dame par Jean Fouquet, Livre d'Heure d'Etienne Chevalier 1452-1460 "La Dextre de Dieu chassant les démons"

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San Giorgio abbatte il drago.
Fonte: Roma - Arch. capitolare di S. Pietro, Ms. C 129.
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giovedì 23 gennaio 2020

Leggere Bukowski per cancellare l’ipocrisia 24 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte




https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/letteratura-2/leggere-bukowski-per-cancellare-lipocrisia/

""La fortuna di Bukowski è stata quella di dire, con le sue opere, con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, ciò che la maggioranza della massa pensa, perché ne vive la stessa avvilente condizione, ma non ha il coraggio di dire per paura di essere ghettizzata.

E’ inutile pubblicare lo stravolgimento dei costumi, se poi la vita reale è totalmente omologata e incasellata negli schemi che la società ha preimpostato; ma l’antidoto a questo morbo esiste ed è alla portata di tutti: la soluzione a quest’imbecillità è la lettura. Letture, ovviamente, controcorrente, di chi la vita l’ha sempre concepita al contrario di quella che gli altri gli avevano raccontato. Kerouac, Ginsberg, Cioran, Chomsky, Céline, Sartre, ma soprattutto lo stesso Bukowski"

lunedì 20 gennaio 2020

20 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte- La speranza dell'Apocalisse -Sergio Quinzio -Incipit del 1996 "Ho quasi settanta anni-Ci sarà invece uno iato"




L’Apocalisse: un eterno presente. A colloquio con Sergio Quinzio, in «Parolibera. Sicilia-Europa-Sicilia», n. 4, gennaio-giugno 1996, pp. 11-12.

Ho quasi settanta anni! E occorre perciò guardare agli anni passati ... Ho sempre avuto, presupposta a tutti i miei scritti, questa idea: è inseparabile dall annunzio cristiano  l  idea che l uomo non possa salvarsi con le sue forze, né con le sue capacità progettuali, né grazie all   impegno etico. Ciò sia perché egli difficilmente tiene fede agli obblighi che si è dato, sia perché rimane in uno stato d’ incertezza nei confronti di quel che è eticamente lecito.A tal proposito, pensiamo a questioni quali l  eutanasia, la pena di morte, gli interventi umanitari: sono tutti problemi che si collocano lungo un confine molto labile. Credo, quindi, che la storia umana, dal punto di vista cristiano –lo afferma San Paolo, allorché parla del significato della croce di Cristo – , rechi il segno di una legge che determina il peccato, sicché  l essenza della fede cristiana sta nell  accettazione del fatto che l   uomo non possa salvarsi con nessuno dei mezzi che ha a disposizione: nè quelli che gli vengono dalla razionalità, nè quelli che gli vengono dall eticità. Può solo invocare la salvezza, la quale, in se stessa, è una condizione disperata, poiché non arriva quando la si vorrebbe; e però senza di essa non èpossibile rimanere nel Cristianesimo, che non può prescindere dalla croce di Cristo


La speranza nel miracolo di Dio è però una speranza molto sui generis  . Non ha alcun rapporto con la conoscenza, non si può conoscere quello che accadrà per mezzo   dell’ascesi o
 della propria condotta di vita. La speranza di Dio è, per dirla con Horkheimer, la nostalgia del totalmente altro. Oppure, secondo quanto ci ricorda Capitini, il non voler  accettare che l’acqua di un ruscello scorra con la stessa indifferenza su una pietra o sul volto di un bambino annegato. La fede consiste in una remissione totale: Abramo, alla sua età, ha rimesso la propria speranza in Dio e ha avuto Isacco. Ma la speranza non ha la struttura della conoscenza: si crede a ciò che non si sa; così come si spera di avere quello che non si possiede. Essa è la follia di un bisogno, il rifiuto di accettare la realtà presente, un grido disperato.


Per me l  ’Apocalisse, nel suo realizzarsi storico, è l ’esatto   pendant  della Croce. La Croce è patibolo e nello stesso tempo fonte di vita. È lo stesso paradosso di sempre, non c’è una scala ascendente che grazie all’etica porti l’uomo più in alto, fino a raggiungere la Giustizia e la Pace. Ci sarà invece uno iato. E per superare questo iato occorre un atteggiamento rivoluzionario. Mi spiego meglio. Pensiamo alla rivoluzione russa: un rivoluzionario non poteva pensare ai poveri mugiki, allo Zar, ai nobili ... Quel mondo non poteva più rimanere, perché non ci sarebbe stata la rivoluzione. Il dolore e la morte in tal senso non provengono da una scelta, ma sono imposti. È vero che Isaia lancia un anatema suchi calcola i giorni di Dio ed invoca la fine, tuttavia quella fine dovrà pur venire. Come nel caso di una madre che attende la nascita del figlio: non è che essa voglia le doglie del parto, ma quelle doglie bisogna che ci siano se si vuole che il figlio nasca

testo integrale in 




domenica 19 gennaio 2020

19/1 Santa ed Apocalittica Notte- Brotture/Fabio Brotto Maestro,” gli chiesero i discepoli, “ci è lecito piangere?” Rispose: “Se non piangerete voi, piangeranno le pietre”.



gufin


dal sito

https://brotture.net


https://brotture.net/about/




Anime

anime




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GUERRE

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EROSTRATO


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I libri ricordano ancora, dopo migliaia di anni, il nome di Erostrato, un uomo che non valeva nulla, ma acquistò la fama dell’eterna infamia, che è pur sempre fama, per un unico atto criminoso: l’incendio del sacro tempio di Artemide ad Efeso nel 356 A.C. La fama nei secoli significa il massimo di centralità, di distinzione dalla massa oscura di coloro di cui il tempo annienta ogni ricordo. Un’aspirazione condivisa da larga parte degli umani: divenire immortali, essere ricordati per sempre. I gesti “folli” hanno dietro di sé un incentivo che non è affatto folle. E stimolano la tendenza mimetica insita in tutti gli umani. Tendenza al Centro, luogo dell’annientamento sacrificale e insieme del Sacro e del Potere, e pulsione mimetica irresistibile: la radice dell’umano è qui.



poltrone



SCIE


scie


Pochi maturi, molti acerbi e marci


non è f








minotauri

sabato 18 gennaio 2020

18 Gennaio Santa ed Apocalittica notte -il mito di Erisittone-




Nella mitologia greca Erisittone è un uomo che abbatte un bosco sacro a Demetra per costruire una sala da pranzo. La dea, infuriata, si vendica condannandolo ad una fame perenne che Erisittone cerca continuamente di soddisfare senza successo. Allora l’uomo, preso dall’ingordigia, cerca di placare il proprio desiderio consumando tutte le ricchezze della propria famiglia. Infine, nel disperato tentativo di placare la propria gola, divora se stesso.( La sindrome di Erisittone e l’antipolitica  di  Francesco Nasi   sta in  https://www.pandorarivista.it/articoli/antipolitica-la-sindrome-di-erisittone

Forse dire che dopo Auschwitz non si può più scrivere una poesia è falso: il dolore incessante ha tanto il diritto ad esprimersi quanto il martirizzato ad urlare. Invece non è falsa la questione, meno culturale, se dopo Auschwitz si possa ancora vivere, specialmente lo possa chi vi è sfuggito per caso, e di norma avrebbe dovuto essere liquidato…»( T.W.Adorno  saggio Meditazioni sulla metafisica, che conclude il volume Dialettica Negativa, )



Auschwitz ha dimostrato inconfutabilmente il fallimento della cultura […] ma anche che tutta la cultura dopo Auschwitz è spazzatura»(T. W. Adorno, Metafisica, ed. it. a cura di S. Petrucciani, Einaudi, Torino 2006, p.330.)

Se oggi «la Shoah è divenuta inenarrabile, come la si può raccontare? E se dopo Auschwitz ogni forma d’arte sembra essere solo espressione di barbarie, come si può tentare di fare arte dopo Auschwitz e su Auschwitz? Infine, come possono gli artisti affrontare un tema del genere, dal momento che stanno per mancare i testimoni diretti»?(Wlodek Goldkorn, Ma l’arte può davvero raccontare Auschwitz? In «La Repubblica», 1° settembre 2015, pag. 40.)


un foglio bianco, con la scritta: Non ho mai fatto un’opera sull’Olocausto, firmato Oskar Dawicki. Come dire: si può fare un discorso attorno ad Auschwitz, ma non su Auschwitz.(Wlodek Goldkorn, Ma l’arte può davvero raccontare Auschwitz? In «La Repubblica», 1° settembre 2015, pag. 40.(


Ma, come può uno sterminio divenire oggetto di rappresentazione? E soprattutto si può commercializzare l’orrore attraverso dinamiche di mercato tipiche delle società di massa? Che fine fa la memoria nello scenario della società attuale, scenario in cui è complicato creare una coscienza storica condivisa?(Dopo Auschwitz”: quale memoria è ancora possibile? di  Eirene Campagna   sta in   https://www.pandorarivista.it/articoli/dopo-auschwitz-quale-memoria/
da tael link sono tratte le citazioni  )


Yosef H Yerushalmi infatti come la cultura ebraica sia una cultura del ricordo: in un certo senso, nella Bibbia è contenuta un’autentica normatività della memoria. Il comando del ricordo è inoltre connesso al proprio negativo, ovvero al non dimenticare, e questi due imperativi coinvolgono non solo Israele,ma anche Dio (Storia ebraica e memoria ebraica nel pensiero di Yosef H. Yerushalmi  di  Jaka Makuc  in  https://www.pandorarivista.it/articoli/storia-e-memoria-yosef-h-yerushalmi 

Al fine di sottolineare la pregnanza del tema del ricordo, Yerushalmi ricorda come il verbo zakhar ricorra nella Bibbia «non meno di centosessantanove volte»

Ecco come muore una civiltà, senza seccature, senza pericoli né drammi e con pochissimo spargimento di sangue, una civiltà muore semplicemente per stanchezza, per disgusto di sé» Serotonina,  romanzo  di  Michel Houellebecq)


abbiamo forse ceduto a illusioni di libertà individuale, di vita aperta, di infinità dei possibili? È probabile, quelle idee erano nello spirito del tempo […] ci siamo limitati a conformarci a esse, a lasciarcene distruggere; e poi, per molto tempo, a soffrirne». L’estensione del dominio della lotta  romanzo  di  Michel Houellebecq)


citazioni tratte dalla riflessione "La modernità nichilista di Michel Houellebecq" di  

https://www.pandorarivista.it/articoli/la-modernita-nichilista-di-michel-houellebecq/



venerdì 17 gennaio 2020

17 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte( eretica e un tantino nichilista)


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Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima.
- L. N. Tolstoj

Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.
- Ippocrate
La perfezione mi fa schifo, mi repelle.
Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano la perfezione negli stereotipi creati della società mi fanno venire il vomito.
Fottuti manichini di carne, senza personalità o amore per se stessi.
Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni, stessi cibi, stesse scopate, stesse auto, stesse vite e alla fine?
Stessi suicidi neurali di massa.
Perchè vivere come un automa è senza ombra di dubbio un suicidio.
(Charles Bukowski)

Siamo costretti, per rendere la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche piccola follia.
(Marcel Proust)
Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace.
- Pier Paolo Pasolini

Se un tormento viene tenuto temporaneamente lontano,
non si può dire che abbia cessato di esistere.
E’ presente persino nella cura con cui si cerca di evitarlo.
Simone de Beauvoir



giovedì 16 gennaio 2020

16 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte(ed anche irritante e cinica ma felicemente scorretta )



L’antieroe di Camus è Jean-Baptiste Clamence, famoso avvocato parigino, un uomo apparentemente buono, generoso, onesto, caritatevole, stimato e apprezzato da tutti quanti. Sotto questa nobile facciata, ed è proprio Clamence a confessare con estremo candore che si tratta soltanto di una facciata, la vera natura dell’uomo si rivela per quello che è veramente: “Ho capito che la modestia mi aiutava a brillare, l’umiltà a vincere e la virtù a opprimere”. L’altruismo del giudice penitente è fatto soltanto di vanità, è una celebrazione del proprio ego, di un ego smisurato, ipertrofico, che si compiace delle lodi che riceve. 

e qualcuno bussa alla tua porta con l’idea di farti del bene, tu scappa a gambe levate. Così, più o meno, diceva Henry-David Thoreau, un uomo che si era fatto bastare le stelle e la compagnia di se stesso (la più atroce da sopportare)
Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell’egoismo diceva Max Stirner. E allora siano maledetti i benefattori e tutti coloro che si esprimono per bocca dell’umanità.

https://www.lintellettualedissidente.it/inattuali/cancellarsi-da-facebook-in-massa/

teoria-della-classe-disagiata-2006
“Teoria della classe disagiata” (uscito il 14 settembre per i tipi della Minimum fax) di Raffaele Alberto Ventura, che sulle note della “classe agiata” di Thorstein Veblen, sociologo americano del primo novecento, fa un’impietosa disamina della nostra contemporaneità, del tragico e quindi comico bovarismo da cui siamo affetti, tutti quanti…

Uscito per i tipi della Minimum fax, il saggio di Ventura, "Teoria della classe disagiata", racconta la sconfitta di una generazione che è stata vittima delle proprie ambizioni. Affetti da un bovarismo2.0, i Millennial prosciugano i patrimoni familiari a forza di corsi di formazione, conducono uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità, si concedono vezzi culturali per aumentare il loro prestigio, senza rendersi conto che, di fronte ad un mercato del lavoro saturo, sono destinati al declassamento.
La libertà in Proudhon vuol dire autogestione, auto-emancipazione, auto-realizzazione. Nessun sistema politico, né il comunismo, né la democrazia, possono regalare ed elargire diritti e libertà. «Chi parla di umanità vuol trarvi in inganno» diceva, sulla scia di un altro anarchico, Henry David Thoreau, che affermava:«Se sapessi per certo che qualcuno sta venendo a casa mia col deliberato proposito di farmi del bene, scapperei a gambe levate»

Dante Alighieri nel Convivio (1304-1307) traccia uno sprezzante ritratto di tutti coloro che, disdegnando la propria lingua, prediligono quelle altrui.

L’ateo non perdona mai a Dio la sua inesistenza.

La castità, passata la gioventù, più che dell’etica fa parte del buon gusto».Vademecum del buon reazionario

Del suo rapporto con la chiesa cattolica è già stato detto, fin da piccolo ne aveva subito il fascino e le influenze senza mai sposare appieno alcuni suoi rituali. Tra questi vi era il miracolo di San Gennaro poiché “per dimostrarti le sue buone intenzioni deve farsi sciogliere il sangue. Io voglio un santo sereno”.Era invece devoto a Sant’Antonio da Padova che “con la sua faccia giovane e paciosa è un santo bello, ti dà la sensazione che, zitto zitto, una grazia te la fa. Senza tante cerimonie lamentose, da uomo a uomo, con riservatezza.
Io so a memoria la miseria, e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la disperazione della solitudine di certe squallide camerette ammobiliate, alla fine di una recita in un teatrucolo di provincia; e la vergogna dei pantaloni sfondati, il desiderio di un caffelatte, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione. Insomma, non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita”,


RINO GAETANO Di Jannacci medico mi fiderei poco, ma come autore e personaggio di spettacolo è davvero grande. Jannacci scrive con il gusto del linciaggio dei luoghi comuni”- Majakovskij ha inventato un po’ la distruzione della parola… per sottolineare che la rivoluzione dev’essere una rivoluzione anche nella parola stessa. Infatti la parola deve perdere il suo senso”  È un elenco di personaggi che si susseguono così, senza un ordine ben preciso. Dove ci sono quasi sempre immagini inutili o cattive. Al di sopra di tutto questo c’è ‘Ma il cielo è sempre più blu’, che però pone una domanda nell’ascoltatore, credo almeno di aver raggiunto questa cosa qui. Il cielo è sempre più blu per chi? Per chi vive in baracca o per chi gioca a Sanremo?”Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono ben poche, ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento”“Praticamente analizzo la situazione dell’escluso, dell’emarginato dalla società, e ne concludo che in fondo, siamo tutti figli unici: i rapporti di convivenza sono dettati solamente dal dovere, e non dal piacere di incontrarsi e di collaborare umanamente”



Lezioni elleniche: Dio

la filosofia dovrebbe smettere di occuparsi di Dio più o meno velatamente, tornando a occuparsi filosoficamente – e non più o meno teologicamente – degli scopi e delle forme del vivere. Del resto, la filosofia ha chiuso con Dio dai tempi della sentenza di Protagora. Essa non è una risposta superficiale o sbrigativa, ma l’esposizione perfetta del punto di vista della filosofia su Dio: il problema è troppo complesso e la vita troppo breve. Ciò non mette in discussione l’esistenza e l’indagabilità delle forme religiose, ma le colloca sul piano filosofico, ossia dove Dio non è che un concetto. Un cilindro. Solo la filosofia può permettersi di fare questo, perché è molto più antica dei tre monoteismi e li guarda forte di una maggiore esperienza.




Dominio e sabotaggio, un’immodesta proposta


Idee per resistere alla governance dell’esistente, all’amministrazione paurosa e ossequiosa dei desiderata di quei figli di Trojka di Bruxelles, all’obbedienza mistica ai “mercati” per nulla anonimi e innocenti, al dogma del debito pubblico sotto ricatto privato e alla sudditanza psicologica nei confronti della formula there is no alternative.

L’Europa è una necessità storica, una cultura comune (fatta la tara al culturame globale uguale in tutto il mondo) e una convenienza politica. Non è un’identità, e non può essere imposta facendo pagare prezzi troppo alti in termini di libertà. Non sta scritto in un nessun vangelo che sia eterna, irreversibile, metafisica. Se ideale può essere, rinvia all’Umanesimo della Grecia anti-persiana, di Roma universale, del Medioevo tomista e nemico dell’usura, del Rinascimento di Machiavelli e Carlo V, allo jus publicum europeum, alla varietà di popoli, leghe, città, associazioni e federazioni fino al sogno – non senza ombre – di Napoleone, ma non di certo alla ipocrita “pace” fondata sullo strapotere del capitalismo finanziario che della pace gliene frega soltanto finché fa comodo alla circolazione dei capitali (che non s’identifica col commercio internazionale tout court: un conto è scambiarsi prodotti, un altro è vivere seduti su una stratosferica bolla di denaro virtuale senza più nessuna corrispondenza con la realtà di chi si suda il pane). Si metta qua una bella flat tax, piatta ma alta il giusto: sulla finanza incontrollata.