giovedì 16 gennaio 2020

16 Gennaio Santa ed Apocalittica Notte(ed anche irritante e cinica ma felicemente scorretta )



L’antieroe di Camus è Jean-Baptiste Clamence, famoso avvocato parigino, un uomo apparentemente buono, generoso, onesto, caritatevole, stimato e apprezzato da tutti quanti. Sotto questa nobile facciata, ed è proprio Clamence a confessare con estremo candore che si tratta soltanto di una facciata, la vera natura dell’uomo si rivela per quello che è veramente: “Ho capito che la modestia mi aiutava a brillare, l’umiltà a vincere e la virtù a opprimere”. L’altruismo del giudice penitente è fatto soltanto di vanità, è una celebrazione del proprio ego, di un ego smisurato, ipertrofico, che si compiace delle lodi che riceve. 

e qualcuno bussa alla tua porta con l’idea di farti del bene, tu scappa a gambe levate. Così, più o meno, diceva Henry-David Thoreau, un uomo che si era fatto bastare le stelle e la compagnia di se stesso (la più atroce da sopportare)
Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell’egoismo diceva Max Stirner. E allora siano maledetti i benefattori e tutti coloro che si esprimono per bocca dell’umanità.

https://www.lintellettualedissidente.it/inattuali/cancellarsi-da-facebook-in-massa/

teoria-della-classe-disagiata-2006
“Teoria della classe disagiata” (uscito il 14 settembre per i tipi della Minimum fax) di Raffaele Alberto Ventura, che sulle note della “classe agiata” di Thorstein Veblen, sociologo americano del primo novecento, fa un’impietosa disamina della nostra contemporaneità, del tragico e quindi comico bovarismo da cui siamo affetti, tutti quanti…

Uscito per i tipi della Minimum fax, il saggio di Ventura, "Teoria della classe disagiata", racconta la sconfitta di una generazione che è stata vittima delle proprie ambizioni. Affetti da un bovarismo2.0, i Millennial prosciugano i patrimoni familiari a forza di corsi di formazione, conducono uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità, si concedono vezzi culturali per aumentare il loro prestigio, senza rendersi conto che, di fronte ad un mercato del lavoro saturo, sono destinati al declassamento.
La libertà in Proudhon vuol dire autogestione, auto-emancipazione, auto-realizzazione. Nessun sistema politico, né il comunismo, né la democrazia, possono regalare ed elargire diritti e libertà. «Chi parla di umanità vuol trarvi in inganno» diceva, sulla scia di un altro anarchico, Henry David Thoreau, che affermava:«Se sapessi per certo che qualcuno sta venendo a casa mia col deliberato proposito di farmi del bene, scapperei a gambe levate»

Dante Alighieri nel Convivio (1304-1307) traccia uno sprezzante ritratto di tutti coloro che, disdegnando la propria lingua, prediligono quelle altrui.

L’ateo non perdona mai a Dio la sua inesistenza.

La castità, passata la gioventù, più che dell’etica fa parte del buon gusto».Vademecum del buon reazionario

Del suo rapporto con la chiesa cattolica è già stato detto, fin da piccolo ne aveva subito il fascino e le influenze senza mai sposare appieno alcuni suoi rituali. Tra questi vi era il miracolo di San Gennaro poiché “per dimostrarti le sue buone intenzioni deve farsi sciogliere il sangue. Io voglio un santo sereno”.Era invece devoto a Sant’Antonio da Padova che “con la sua faccia giovane e paciosa è un santo bello, ti dà la sensazione che, zitto zitto, una grazia te la fa. Senza tante cerimonie lamentose, da uomo a uomo, con riservatezza.
Io so a memoria la miseria, e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la disperazione della solitudine di certe squallide camerette ammobiliate, alla fine di una recita in un teatrucolo di provincia; e la vergogna dei pantaloni sfondati, il desiderio di un caffelatte, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione. Insomma, non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita”,


RINO GAETANO Di Jannacci medico mi fiderei poco, ma come autore e personaggio di spettacolo è davvero grande. Jannacci scrive con il gusto del linciaggio dei luoghi comuni”- Majakovskij ha inventato un po’ la distruzione della parola… per sottolineare che la rivoluzione dev’essere una rivoluzione anche nella parola stessa. Infatti la parola deve perdere il suo senso”  È un elenco di personaggi che si susseguono così, senza un ordine ben preciso. Dove ci sono quasi sempre immagini inutili o cattive. Al di sopra di tutto questo c’è ‘Ma il cielo è sempre più blu’, che però pone una domanda nell’ascoltatore, credo almeno di aver raggiunto questa cosa qui. Il cielo è sempre più blu per chi? Per chi vive in baracca o per chi gioca a Sanremo?”Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono ben poche, ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento”“Praticamente analizzo la situazione dell’escluso, dell’emarginato dalla società, e ne concludo che in fondo, siamo tutti figli unici: i rapporti di convivenza sono dettati solamente dal dovere, e non dal piacere di incontrarsi e di collaborare umanamente”



Lezioni elleniche: Dio

la filosofia dovrebbe smettere di occuparsi di Dio più o meno velatamente, tornando a occuparsi filosoficamente – e non più o meno teologicamente – degli scopi e delle forme del vivere. Del resto, la filosofia ha chiuso con Dio dai tempi della sentenza di Protagora. Essa non è una risposta superficiale o sbrigativa, ma l’esposizione perfetta del punto di vista della filosofia su Dio: il problema è troppo complesso e la vita troppo breve. Ciò non mette in discussione l’esistenza e l’indagabilità delle forme religiose, ma le colloca sul piano filosofico, ossia dove Dio non è che un concetto. Un cilindro. Solo la filosofia può permettersi di fare questo, perché è molto più antica dei tre monoteismi e li guarda forte di una maggiore esperienza.




Dominio e sabotaggio, un’immodesta proposta


Idee per resistere alla governance dell’esistente, all’amministrazione paurosa e ossequiosa dei desiderata di quei figli di Trojka di Bruxelles, all’obbedienza mistica ai “mercati” per nulla anonimi e innocenti, al dogma del debito pubblico sotto ricatto privato e alla sudditanza psicologica nei confronti della formula there is no alternative.

L’Europa è una necessità storica, una cultura comune (fatta la tara al culturame globale uguale in tutto il mondo) e una convenienza politica. Non è un’identità, e non può essere imposta facendo pagare prezzi troppo alti in termini di libertà. Non sta scritto in un nessun vangelo che sia eterna, irreversibile, metafisica. Se ideale può essere, rinvia all’Umanesimo della Grecia anti-persiana, di Roma universale, del Medioevo tomista e nemico dell’usura, del Rinascimento di Machiavelli e Carlo V, allo jus publicum europeum, alla varietà di popoli, leghe, città, associazioni e federazioni fino al sogno – non senza ombre – di Napoleone, ma non di certo alla ipocrita “pace” fondata sullo strapotere del capitalismo finanziario che della pace gliene frega soltanto finché fa comodo alla circolazione dei capitali (che non s’identifica col commercio internazionale tout court: un conto è scambiarsi prodotti, un altro è vivere seduti su una stratosferica bolla di denaro virtuale senza più nessuna corrispondenza con la realtà di chi si suda il pane). Si metta qua una bella flat tax, piatta ma alta il giusto: sulla finanza incontrollata.

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