domenica 10 maggio 2020

10 Maggio Santa ed Apocalittica Notte-Giuseppe Lampis Sulla globalizzazione un’antica sfida sempre ritornante-L. Sciascia, Nero su nero citato sul web dal Prof Bernardo Puleio- Giovanni Festa(e stavolta cito me stesso)-Friedrich Hölderlin, Patmos, 1803)-Pio Rossi, Convito morale…,Venezia 1639, p. 481)-Simon Weil citazione in Maria Pia Rosati La Via del Silenzio-Jacques Camatte INVERSIONE E DISVELAMENTO



i frati rifiutano le offerte degli usurai



Il denaro in cambio del mondo

Chi ha il possesso del denaro nella versione
più attuale ha virtualmente il mondo in mano.

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Ciò accade per la ragione che la versione più
attuale del denaro è la versione più attuale di
unificazione planetaria.

Chi dispone del denaro non ha bisogno di
produrre materia, non ha bisogno di piani
quinquennali e di dirigere stati che organizzino il
lavoro.

Esso si prende il frutto del lavoro, non
s’impegna nel trattamento della materia e nella sua
trasformazione.

Esso lascia agli altri il processo pericoloso
che rovescia l’essere nel nulla e il nulla
nuovamente nell’essere e prova ad incarnare la
figura hegeliana del signore dominatore che usa il
servo per evitare il lavoro, stante che il lavoro ha
per intima natura la nientificazione continua
dell’essere.
Il dominio dell’arma del denaro è la cifra
perfetta del mondo contemporaneo.

Il sistema leader è leader in quanto si
impadronisce del frutto finale e compiuto del
lavoro altrui, cioè del denaro.

Era ben chiaro nel carcere al visionario Ezra
Pound del 1945: «Oh my England … / but one
point needed for Stalin / you need not, i.e. need not
take over the means of production; / money to
signify work done, inside a system / and measured
and wanted…» (Pisan Cantos, LXXIV, 42 ss):
… la cosa che occorre a Stalin / che a te non
occorre, cioè non ti occorre che ti appropri dei
mezzi di produzione; / il denaro che rappresenti
lavoro compiuto, entro un sistema / e calcolato e
richiesto …


Giuseppe Lampis 
Sulla globalizzazione  un’antica sfida  sempre ritornante
mythos edizioni
ÁTOPOn
!Rivista di Psicoantropologia Simbolica
e tradizioni religiose
ISSN 1126–8530
tratto dal V Capitolo



Intorno al 1963 si è verificato in Italia un evento insospettabile e forse ancora, se non da pochi, sospettato. Nasceva e cominciava ad ascendere il cretino di sinistra: ma mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare. Si credeva che i cretini nascessero soltanto a destra, e perciò l'evento non ha trovato registrazione. Tra non molto, forse, saremo costretti a celebrarne l'epifania.

L. Sciascia, Nero su nero
citato sul web dal Prof Bernardo Puleio
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Nulla si sottrae alla forza divorante della stanchezza..  antiche parole di nobile utopia e sana idealità si rivelano, sotto il segno della stanchezza, sconfitte ed uccise

“Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi consolerò “….la stanchezza per separarsi da ogni figura di questo mondo. L’immanenza di questo mondo nel mondo è già condannata

Gli stanchi restano nel  del non- ancora . Gli stanchi invocano ma sono già divorati dall’Attesa. Non si possono servire due padroni

Gli stanchi non chiedono al mondo un cantuccio per agonizzare. Al contrario. Annunciano al mondo la sua agonia. Ma nel silenzio del deserto.

Non vergognarsi mai della propria stanchezza, mai censurarla, mai metterla in catene. Lasciarla libera  nella vaste praterie del deserto

La stanchezza non vive di dialettica né si esprime per teoretica. La stanchezza narra, affabula,  trascrive.

Giovanni Festa

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«Ma là dov’è pericolo, cresce anche ciò che salva».
(Friedrich Hölderlin, Patmos, 1803)
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«Scrive un autor grave, che ogni animal velenoso porta
seco il rimedio da curarlo: & che non vi è pianta, od
altro misto, che essendo veleno non habbia vicino a sé il
rimedio contro il suo morbo. Hanno detto alcuni, che
in Malta, & in altri luoghi, & Isole non si trovino
animali velenosi: altri dicono esservene assai, ma esservi
anco il rimedio, che è l’istessa terra, od altro, atto a
curar quel veleno. Trovasi in Oriente una pianta, di
cui le radici, che guardano a Ponente sono
velenosissime, & quelle volte a Levante sono ottimo
rimedio a quel veleno». (Pio Rossi, Convito morale…,
Venezia 1639, p. 481)

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''Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: "Qual è dunque il tuo tormento?". E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che ama e con la consapevolezza della propria maledizione. Ma alla fine riceve la facoltà di rivolgere una simile domanda, nel medesimo istante ottiene la pietra di vita e guarisce la sofferenza altrui.''

Simon Weil citazione in  Maria Pia Rosati  La Via del Silenzio

mythos edizioni
ÁTOPOn
!Rivista di Psicoantropologia Simbolica
e tradizioni religiose


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Capire dove abbia avuto origine la macchina e
quale sia stata la sua discendenza, significa comprendere
sia le origini della nostra cultura attuale super
meccanizzata, sia la sorte dell’uomo moderno. Vedremo
che l’originario mito della macchina suscitò
speranze e ambizioni stravaganti, abbondantemente
soddisfatte nella nostra epoca

Per me il desiderio essenziale è quello del controllo
assoluto, della padronanza, che abolisce l’insicurezza
e la derelizione. Questo, il computer lo può
realizzare, ma soggiogando gli uomini e le donne (come
fece la megamacchina) rendendoli/e inoperanti. A
questo scopo è necessario realizzare una connessione
completa tra il computer e tutte le macchine che intervengono
nei diversi processi di produzione, di prospezione,
di analisi, ecc. (tutto ciò che permette l’attività
attuale) mentre intanto l’effettuazione di tutti i
compiti dovrà essere compiuta da dei robot piú affidabili
rispetto agli esseri umani. In altre parole, per realizzare
veramente il computer che oltrepassa il cervello
degli esseri umani ed è in grado di autonomizzarsi,
è necessario che venga prodotta una megamacchina
simile a quella descritta da Lewis Mumford, ma
dove tutto è artificiale.
La via per uscire dall’erranza millenaria, dai fantasmi
multipli e reintegrare un processo di vita naturale
su una terra rigenerata, è quella dell’inversione.


Jacques Camatte
INVERSIONE EDISVELAMENTO
Ottobre 2017

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