venerdì 27 marzo 2020

Il Coronavirus: sono sceso in cantina e ho cercato e ritrovato la lettera pastorale" La Terra è di Dio" di Dom Giovanni Franzoni

La terra è di Dio: Amazon.it: Franzoni, Giovanni: Libri

Avevo appena neppure compiuto 22 anni quando il 9 giugno 1973, vigilia di Pentecoste l(allora)' abate  dell'abbazia nullius di San Paolo Fuori le Mura a Roma  Dom Giovanni Franzoni pubblicava per il minuscolo territorio che gli era stato affidato come padre ed abate la lettera pastorale La Terra è Dio  e il settimanale Com-Nuovi Tempi che la diffuse come inserto allegato su quasi tutto il territorio nazionale arrivò a casa mia a motivo della diffusione "militante" (come si diceva allora) di tutti noi membri del gruppo ecumenico di base a Palermo dedicato a Dietrich Bonhoeffer 

Ho vissuto pienamente  quella stagione politica ed ecclesiale, prima ecclesiale e poi politica e la lettera pastorale di Giovanni fu e rimane  un orientamento di fede, una meditazione perenne anche quando anni ed anni dopo ho compiuto scelte ecclesiali diverse. E' rimasta sempre con me e con mia moglie  e non è mai andata perduta(insieme con la successiva riflessione  "Il mio regno non è di questo mondo" del 1974) ed è rimasta,sono rimaste con noi lungo questi 42 anni di matrimonio  lungo i 5 traslochi di casa che abbiamo compiuto. Ora stanno  in cantina regolarmente schedate  e conservate e quindi facilmente rintracciabili 

Ho fatto scelte diverse rispetto a Giovanni  ed andavano fatte ed ancora oggi vanno confermate ma non più per le ragioni per cui furono compiute ma per altre diverse,distinte e forse contrarie alle prime e vanno confermate ancora ad oggi (nei miei quasi settanta anni) nonostante gli attacchi di orticaria che mi assalgono spesso per alcune posizioni teologiche,ecclesiali e civiche di casa mia e a casa mia.. Vanno confermate avendo sempre sul comodino una nutrita serie di farmaci MAALOX

Ed  è arrivato il coronavirus ..e ha tutto devastato e ha tutto cambiato. Casa mia  ma ritengo ogni casa cristiana non potrà tornare alle usuali dinamiche precedenti la pandemia  e se si pensa di tornare alle usuali dinamiche precedenti ,allora la cristianità(orrendo vocabolo..ma proprio per questo usato) annuncerà solo se stessa e non Gesù  Cristo il Teantropo e il Risorto dai morti e non sarà credibile e non avrà futuro 

E' arrivato il coronavirus e alla tragedia e alla carneficina in atto  si presenta la recessione economica, i ricchi sempre più ricchi e sempre di più pochissime famiglie e pochissimi trust e gruppi (qualcuno si sta vergognosamente arricchendo  in modo disgustoso e pure criminale ) e le famiglie disagiate, quelli che non riusciranno più a finire in pareggio ogni mese, quelli che perdono il lavoro, quelli a cui le banche,forti con i deboli e deboli con i forti, chiudono qualsivoglia possibilità,i poveri,gli ultimi i non garantiti  possono pure crepare.. e pagare il conto della recessione e dei debiti statali necessari per l'emergenza 

Nessuno di noi cristiani ha capito e molti di noi cristiani non vogliono capire

Mi sono recato in cantina..senza prendere l'ascensore  ma a piedi come da buon protocollo nel momento di pandemia (i protocolli versus la pandemia dovrebbero essere seguiti  dalle chiese cristiane  in ogni loro ambito e in ogni loro modalità liturgica) e ho preso le due lettere di Giovanni,le ho ritrovate e sono qui sulla mia scrivania accanto al computer

Ho iniziato con la "Terra è di Dio ". Lentamente, rivedendo me stesso a 22 anni ed oggi.Non si tratta di lettura esegetica e teologica  ma di aria pulita che si vuole respirare..aria pulita.. L'aria pulita del canto del Magnificat della Santa Vergine Maria («Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles),del grido del profeta Isaia (la giustizia è la madre della pace) ,dell'invettiva di San Basilio verso i ricchi (chi ama il prossimo come se stesso, non possiede più del prossimo.Eppure, tu hai molti beni. Da dove ti vengono? E’ chiaro che hai preferito il tuo particolare godimento al sollievo di molti. Perciò quanto più ricchezze hai, tanto maggiormente vieni meno al comandamento della carità.” e della Lettera neotestamentaria di Giacomo Apostolo (Ora a voi ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco) e Gesù nel Vangelo di Luca (Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti».


L'Aria Pulita.. Non è più tempo(lo è stato e non si giudica. Se lo si volesse continuare sarebbe tempo disonesto) di una lettura falsamente spirituale e disincarnata dei testi citati..Una lettura del genere costruisce i cappellani del potere,di qualunque potere e dello status quo.  Insomma l'Esodo come categoria continua dei cristiani con la coscienza di aver chiaro che se Giovanni Franzoni ci ha insegnato che per restar dentro occorre andar fuori, Don Giuseppe Dossetti ha insegnato che -per quanto è umanamente sopportabile- per andar fuori bisogna restar dentro..  Le scorte di MAALOX poi non sono numerose....

 Ho cercato sul web l'intero testo della lettera di Giovanni Franzoni ma non ho riscontrato nulla .Ho solo riscontrato alcuni passi che ora inserisco. 



*** *** ***
(Tra i motivi che mi hanno suggerito di scrivere questa lettera) vi è l’Anno santo che proprio domani inizia  la sua solenne preparazione nelle Chiese locali. Avrà come tema “la riconciliazione”. (9)

A livello ecclesiale – come nota il card. Maurizio Roy [il 7 aprile ’73], nelle sue Riflessioni per il decimo anniversario della Pacem in terris di papa Giovanni – la Chiesa può parlare di pace e di riconciliazione solo  se, prima di tutto, in se stessa vive queste realtà: «Lo stesso ardore che i cristiani mettono nella lotta contro tutte le discriminazioni razziali, etniche, nazionali o ideologiche, deve riscontrarsi, per evitarle, nei loro rapporti nell’ambito del popolo di Dio». (13)


A livello socio-politico, la riconciliazione di cui parla il papa non si potrà ottenere senza un previogiudizio. Si deve cioè discernere ciò che può essere composto e ciò che non può esserlo, ciò che può essere sanato e ciò che deve essere bruciato. Per indicare un solo esempio, la riconciliazione sociale non potrà essere un qualunquistico «amiamoci scambievolmente» che metta insieme ricchi e poveri, sfruttati e sfruttatori, lasciando ciascuno come e dove è. (18)

Riconciliazione sociale potrà esserci solo quando si sia fatta una seria analisi della società, si siano individuati i nodi da sciogliere, le cause profonde e strutturali che fanno sì che alcuni opprimano o schiaccino gli altri. Il cristiano ama tutti ma, appunto perché crede che ogni uomo è irripetibile, nel suo amore cerca di confrontarsi con le esigenze e la situazione di ciascuno. (19)

Ancora, la conversione, presupposto e coronamento della riconciliazione con Dio e con gli uomini, non può limitarsi alla conversione del cuore. Certamente ciascuno di noi deve convertirsi. Ma dobbiamo anche, per così dire, convertire le strutture che, necessariamente ed implacabilmente fino a che rimangono come sono, pongono delle condizioni da cui sgorgano – al di là di tutte le buoni intenzioni e conversioni personali – gravissime conseguenze di oppressione sociale, culturale, politica. (22)

Lo crediamo per fede. Ma, quasi, a volte ci pare di poterlo toccare con mano e di sperimentarlo direttamente, che lo Spirito ci viene dato. Egli ci dischiude cammini che, in altri tempi, avremmo chiamato follia seguire. Egli conduce la Chiesa e le Chiese verso una terra che, a prima vista, tutti giureremmo desertica. Fiduciosi nella parola del Signore, siamo sicuri che questo deserto fiorirà. (23)

L’anno «sabbatico» (previsto dal Levitico) consisteva nel dare ogni sette anni un «riposo» alla terra, tutti i debiti contratti verso un amico o in genere quello che si chiamava «il prossimo» venivano condonati. Di conseguenza dovevano essere affrancati tutti coloro che per debiti fossero caduti in condizione di servitù.Così si adempiva alla volontà del Signore: «Non ci sarà tra voi alcun indigente o mendico» (Deut. 15,2- 4). (72)


L’anno del «Giubileo», che ricorreva invece ogni cinquanta anni, consisteva in una ridistribuzione delle terre che per qualche motivo avevano cambiato di proprietario. Le sventure o le negligenze, per cui qualcuno aveva perduto la propria porzione di terra affidatagli da Dio, non ricadevano così sulla generazione seguente. «Nell’anno del Giubileo ciascuno tornerà nei suoi possessi» (Lev. 25,13). (73)

Ritenere in proprio la terra dell’altro e disporne a piacere è dissacrare la terra, profanarla, sottrarla al dominio di Dio, porsi quindi in condizione non solo di immoralità sociale ma religiosa, cioè praticamente negare Dio nelle sue concrete manifestazioni. L’ineguaglianza sociale infrange la solidarietà sacra che contraddistingue il popolo in quanto tale e riguarda ogni individuo in esso. (74)

Inoltre tale affermazione di ateismo e di ineguaglianza sociale e religiosa si oppone ed è in contraddizione con il culto che ciascuno deve rendere a Dio: non può renderlo chi fa sua la proprietà di Dio e rapina «l’eredità» del fratello; non può esprimerlo il diseredato, poiché non ha più «la terra di Dio» su cui rendere il culto, ma è costretto a vivere su una terra di profanazione, di ingiustizia e di peccato; non può renderlo la terra, avulsa così dal suo unico e legittimo padrone e stornata dalla sua naturale finalità e
privata infine anch’essa della presenza benefattrice di Dio. (75)


Nessuna meraviglia, pertanto, che di fronte al verificarsi di tali empie, sacrileghe, fratricide violenze, la voce di Dio si sia levata per bocca dei profeti, i suoi «inviati», risonando dura e inesorabile, con rimproveri, minacce, punizioni. «Guai a voi, che aggiungete casa a casa / e unite campo a campo, /finché non vi resti più spazio / e voi restiate ad abitare / nel mezzo del paese. / Ho udito con le mie orecchie il Signore degli eserciti: / “Di certo, tanti palazzi diventeranno una desolazione, / grandi e belli
ma senza abitanti”» (Is. 5,8 ss.). (76)

Molti cristiani, in vista di certi progressi fatti dalla legislazione sociale, del resto più dovuti alle lotte degli operai che alla presa di coscienza di noi Chiesa, si sentono esonerati rispetto alle proprie gravi responsabilità religiose di fronte al persistente problema della povertà e della ineguale distribuzione dei beni terreni. Ad una Chiesa in stato di missione, come giustamente ripetiamo oggi, sembra quasi che ilproblema sia estraneo. A mio parere, uno dei peggiori «scandali» che offrono la Chiesa ed il popolo di Dio per essere credibili ed uno dei maggiori impedimenti alla «conversione» al vero ed unico Dio è invece la sperequazione economica fra gli uomini, il che equivale ad una esplicita contro testimonianza avversa a  quella «familiarità» che è di fatto insita nella ricezione del sacramento eucaristico e, insieme, ad un frazionamento blasfemo dell’unico corpo di Cristo. (90)


Se si pensa che proprio i nostri ordini religiosi sono stati suscitati dallo Spirito nella Chiesa, attraverso i secoli, per contestare in modo profetico ed effettuale la mondanizzazione e la secolarizzazione della comunità cristiana che riponeva la propria confidenza nella potenza del denaro, delle strutture edilizie e delle alleanze con i potenti della terra, invece che nella «potenza di Dio» e nella forza del messaggio evangelico, viene da pensare che le nostre famiglie religiose siano diventate un sale ormai insipido e reso incapace di condire. (127)
- – - – - – -

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.