martedì 14 aprile 2015

imprevista ma gradita lettera auguri pasquali al nostro santo monastero emerito dedicato al nostro Padre tra i Santi Crispino,patrono dei calzolai "scarpari" in lingua nazionale siciliana




Insomma  per la serie...da chi non te l'aspetti....

Improvvisamente  suona la campana della convocazione sinodale di tutta quanta la congregazione.Il nostro santo padre  abate ed igumeno del nostro  santo monatero emerito dedicato a Santo Crispino patrono dei calzolai( "scarpari" in lingua nazionale siciliana),il nostro padre Benedetto Giuseppe ci convoca tutti e senza preavviso..

Immediata la nostra adunanza  lungo il chiostro ,ovvia la nostra curiosità mista ad ansia e preoccupazione  ma altrettanto immediata la processione corale di noi monaci emeriti e scarpari verso la Chiesa ,il katholikòn  igumenale cantando  e il Veni Creator Spiritus  e l'axion estì alla TuttaSanta Madre di Dio 

Tutti entrati in Chiesa noi emeriti monaci scarpari sui nostri stassidia  con la corda del kombuskini aperta sulle mani pronte a passar da nodo in nodo con la preghiera del pubblicano attendiamo l'arrivo processionale e sinodale del nostro padre igumeno Benedetto Giuseppe

Il nostro padre giunge alle porte della Chiesa...indossa il mandias canonico e il pastorale di governo e di misericordia in santità e giustizia

Le preghiere iniziali  e l'esapslamos...Improvvisamente alla fine del sesto ed ultimo salmo..il nostro venerato ed amato padre igumeno Benedetto Giuseppe non dà la benedizione per continuar l'ufficio ma si alza ,ci invita a sedere e così  ci edifica

Fratelli e Figli   Cristo è Risorto !!!!

Abbiamo ricevuto in questi giorni gli auguri pasquali da parte del nostro mondo ecclesiale,l'amato nostro metropolita e vescovo ed angelo custode della Chiesa locale,il nostro amato e caro Vicario Generale  di loro diretta iniziativa ci han consolato e incoraggiato e confermato nella fede con il loro saluto pasquale del Cristo è Risorto per farci esplodere  di converso  con il nostro saluto E' veramente  Risorto..Egli è il Signore...
La stessa  consolazione ecclesiale l'abbiamo vissuta  verso e con quei pochi fratelli,sorelle e confratelli con cui noi emeriti monaci scarpari abbiamo scambiato la gioia cosmica dell'annuncio pasquale

Ora il Signore ci invia un regalo inatteso,un dono asintattico .Ci giungono gli auguri cristiani di una chiesa cristiana  che non solo non è in comunione con il pleroma degli scarpari  siano essi emeriti siano essi in servizio pastorale dell'Una ed Indivisa Chiesa del Signore Gesù Cristo ma  certamente  è-a nostro umile avviso,di tutti noi- distante e distante anni luce  dall'Una ed Indivisa...

Eppure  questi cristiani con i loro auguri ci hanno edificato ,ci hanno consolato,ci hanno arricchito e il vostro umile padre igumeno ha pianto per le meraviglie di Dio tre volte santo.-

Non potevo serbar per me questa regalìa del Risorto e quindi -proprio come se fosse e lo è un'urgenza nella nostra vita,nella vita del nostro santo emerito monastero di noi monaci scarpari -la  si condivide insieme proprio perchè lo Spirito soffia dove vuole 

Vi leggo il testo della lettera




«Cristo è risorto! Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui!». Così
annunziano gli angeli alle pie donne che erano andate di buon mattino al sepolcro per
compiere le ultime pratiche rituali, secondo la costumanza ebraica.
«Cristo è veramente risorto ed è apparso a Simone!». Riferiscono i due discepoli di
ritorno da Emmaus agli undici apostoli e a tutti quelli che erano ancora radunati a
Gerusalemme.
«Cristo avendo sciolto gli angosciosi legami dalla morte, risorto, perché non era
possibile che il Principe della vita fosse da essa ritenuto!». Proclama Pietro al popolo di
Gerusalemme, l’indomani della Pentecoste.
«Cristo è risorto dai morti!». Scrive Paolo apostolo ai fedeli di Corinto, e «vana è la
nostra predicazione se egli non è risorto!». Poi precisa: «Ma ora Cristo è risorto e, dopo
essere apparso a Cefa, a Giacomo, a tutti gli apostoli e a più di cinquecento fratelli in una
volta, egli apparve anche a me!».
«Io sono il primo e l’ultimo, l’Alfa e l’Omega, il Vivente! Io fui morto, ma ecco, sono
il Vivente per i secoli dei secoli!». Testimonia lo stesso Cristo, apparso all’apostolo
Giovanni quando questi si trovava relegato nell’isola di Patmos a causa della fede.
e noi fondandoci essenzialmente su quanto ci riferisce la Parola di Dio, proclamiamo assieme ad essa:
«Cristo è veramente risorto! E anche noi, un giorno, risorgeremo per la sua potenza!».
È questo il messaggio della speranza che emana dalla resurrezione di Cristo.
L’uomo della strada, come anche l’erudito, avvolto e sommerso dal progresso
ultramoderno del ventesimo secolo, contestatario del messaggio evangelico, ha della
pena ad accettare questa verità biblica e pensa ad essa come ad un tabù che ci si deve
liberare. Noi però, ancora una volta, vogliamo gridare e ripetere quello che Giobbe già
proclamava nell’Antica Alleanza: «Io so che il mio Redentore vive!».
Paolo il grande apostolo delle Genti, che sulla strada di Damasco è stato come
atterrato dalla potenza del Cristo, perché sotto un certo aspetto egli combatteva contro
Dio e contro la Chiesa nascente per quello che essa insegnava dopo la Pentecoste, ha
scritto: «Se non v’è resurrezione dei morti, neppure Cristo è risorto… Ma ora Cristo è
risorto dai morti, primizia di quelli che dormono e che sono nella tomba. Infatti, poiché
per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la
resurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo tutti
saranno vivificati» (1 Cor. 15:30, 20-22).
Come infatti Adamo accomunò nel suo destino di morte tutti quelli che per
discendenza naturale sono a lui  legati, così Cristo accomunerà nel suo
trionfo tutti coloro che gli appartengono perché su questa terra hanno optato per lui,
avendolo ricevuto nel cuore quale loro personale Salvatore, Signore e Maestro.
All’annunzio di questa verità biblica, mi par d’intravedere qualuno  che, al pari
di Festo, governatore della Palestina al tempo di Paolo, replica in cuor suo o a fior di
labbra: «Tu vaneggi! La molta dottrina ti mette fuori di senno!» No, rispondo con
l’apostolo, io non vaneggio… ma pronunzio parole di verità e di buon senno!
Qualcun altro forse, seguendo l’esempio del re Agrippa, presente anche lui in quel
tempo alla difesa di Paolo, dirà: «Per poco non mi persuadi a diventare cristiano!». A
costui, rivolgo quello che lo stesso apostolo ha replicato al re: «Piacesse a Dio che per
poco o per molto, non solamente tu, ma anche tutti quelli che oggi mi
ascoltano,diventaste tali, quale sono io!».
Sì, amico, Cristo è veramente risorto! Colui che scribi e farisei credevano di aver
messo a tacere per sempre appendendolo alla croce, è vivente! Egli non è restato nella
tomba; la sua forza e la sua potenza non sono state distrutte, ma egli vive nei secoli dei
secoli, alleluia!
Gesù disse un giorno: «Io sono la Resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se
muoia vivrà!». Vuoi tu risorgere dopo la morte? «Credi» in Gesù! Vuoi tu vivere oltre la
tomba di una vita gloriosa? «Credi» in Gesù! Qui sta il segreto meraviglioso del tuo
avvenire; qui in sintesi, è svelato il messaggio della resurrezione: chi crede vivrà, risorgerà
come Cristo è risorto glorioso e vive nei secoli eterni.
Talvolta sul portale d’ingresso dei nostri cimiteri, o sulla facciata della cappella
mortuaria, si legge questa parola: «Resurrecturis» "A quelli che risorgeranno". Si è vero
che tutti risorgeranno, ma dobbiamo riflettere che alcuni avranno la vita eterna nella
gloria, mentre altri saranno coperti eternamente di ignominia e di vergogna (Daniele 12:2).
Mi sia permesso, perciò di rivolgermi a te, amico, per far memoria comune  che solo il Cristo ha potere di liberarti e salvarti,  con  quella parabola biblica che dice: «Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo t’inonderà di luce!» (Efes. 5:14).
Sì, lo ripeto ancora: Cristo è risorto! «O morte dov’è la tua vittoria? O morte dov’è il
tuo dardo?». Come avresti potuto trattenere nella tomba l’autore della vita? Egli ora siede
nei luoghi altissimi, Egli è alla destra del Padre… dopo aver spogliato i principati e le
podestà diaboliche … avendo trionfato su di loro per mezzo della croce!
Cristo è Risorto! Battete le mani o popoli tutti: Acclamate Iddio con grida di allegrezza!
Cantate all’Eterno un cantico nuovo, perché egli ha compiuto meraviglie! Suoni il mare e
tutto quello che è in esso; il mondo e i suoi abitanti!
Cristo è Risorto! Da oltre venti secoli questa sconvolgente verità ha dato vita a milioni
di anime che languivano nella morte dei loro peccati e della loro ignoranza, mentre
missionari intrepidi sono partiti verso tutele direzioni per annunziare al mondo intero
l’inno della vittoria.
Cristo è Risorto! Ripete ancora a noi la Parola di Dio, perché alziamo il nostro capo
verso il cielo, nell’attesa imminente del suo trionfale ritorno in gloria, quella gloria che è
riservata anche a noi.
Nell’evolversi dei secoli, credenti di ogni età e condizioni hanno affrontato le
sofferenze più atroci (come del resto avviene anche oggi sotto i nostri occhi), perché
sostenuti dalla sfolgorante vittoria del Cristo sulla morte. Ebbene anche tu amico, che
leggi, accetta questo glorioso messaggio di vita, e, nella prospettiva della resurrezione
finale, inneggia al Cristo risorto, con le parole ispirate dell’apostolo Paolo: «Al Re dei
secoli, immortale, invisibile, solo Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen!».


Così concluse il nostro amato padre Benedetto Giuseppe e noi tutti inchiodati agli stassidia,alcuni con il capo chino, l'anziano monaco scarparo Giorgio prostrato in metania per terra mentre il giovane novizio Giovanni in lacrime di gioia e di contrizione..

Ma il nostro padre igumeno riprende

Ed  ora Figli e Fratelli  vi comunico il mittente di questa grande consolazione

Questa grande consolazione  ci è stata regalata dai cristiani,direi ora anzi dai fratelli e dalle sorelle cristiane  della Chiesa del Risveglio .cristiani e cristiane di ecclesialità pentecostale...

Il monaco Giorgio anziano scarparo  di alza dalla metania ,si inchina  al padre igumeno Giuseppe Benedetto ,si volge verso di noi  e si inchina  e si lascia andare,egli austero,sobrio,tradizionale,spesso anche intransigente  ad un applauso a scena  aperta

Il giovane  novizio Giovanni allora intona  il Christòs anesti .... Il nostro Padre Benedetto Giuseppe ci benedice tutti mentre-altra sorpresa- il monaco custode Andrea  dall'indefinibile età distribuisce a tutti noi copia della lettera, del dono inatteso di Dio ...






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