La lettera a
Diogneto ,testo patristico di autore non noto e testo molto antico, ad un certo
punto così si esprime
V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per
costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città
proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita
speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini
multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli
altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e
adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto,
testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5.
Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come
cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è
patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano
figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il
letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella
terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 10. Obbediscono alle leggi
stabilite, e con la loro vita superano le leggi. 11. Amano tutti, e da tutti
vengono perseguitati. 12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono
uccisi, e riprendono a vivere. 13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano
di tutto, e di tutto abbondano. 14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno
gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. 15. Sono ingiuriati e benedicono;
sono maltrattati ed onorano. 16. Facendo del bene vengono puniti come
malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita.
La proposta
ecclesiale di fede ecclesiologica
che la lettera a Diogneto è
molto semplice e lineare La Chiesa Cristiana non si mostra,non appare,si
direbbe oggi ha una forma liquida, è
silenzio orante ,non è di per sé né cattedrale,né parrocchia,né monastero: di
per sé i cristiani tutti insieme fanno e sono eremo e l’eremo è l’assoluto nascondimento del chicco
di grano che solo morendo dà frutto
La Chiesa
proposta dalla Lettera a Diogneto non è né fiera né orgogliosa dei suoi stessi
ambiti,delle sue stesse dinamiche ancorchè
nobili ;La Chiesa proposta dalla Lettera a Diogneto sa che tutto-anche se se stessa- è sottoposta
alla logica orante dell’inno Kerubicon e
sa che anche se stessa può diventare affanno, problema,rischio ed idolatria
La Chiesa proposta dalla Lettera a Diogneto è la caparra dell’apocalisse e
della Parousia.E’ un’assenza dalla dinamica del mondo ,un non starci,un non
voler contare,un non voler mostrarsi e un non volere mostrare e un non voler né
mostrarsi né mostrare neppure al suo interno. Quando Paolo apostolo arrivava in
una qualsivoglia piccola congregazione locale,tipo efeso,mica gli anziani di
Efeso chissà cosa mai organizzavano per
far vedere a Paolo,apostolo per effrazione e corifeo del collegio
apostolico,quanto fossero bravi e belli.
La Chiesa neotestamentaria / la Chiesa
proposta dalla Lettera a Diogneto trova la sua essenza,la sua forza,il suo
essere nel fatto che è piena di Spirito Santo e quindi,proprio per questo, essa
Chiesa non c’è o meglio non si fa nè trovare nè arruolare Essa è Altrove ed è Oltre
La Chiesa
neotestamentaria / la Chiesa proposta dalla Lettera a Diogneto non è
chiesa autoreferenziale ,non annuncia se
stessa ma il Suo Signore e sa che anche
per essa stessa vale –e vale come giudizio- la frase enorme del Suo
Signore Non di solo pane vive l’uomo ma
di ogni parola che esce dalla bocca del Padre.La Chiesa della lettera a
Diogneto sa che dovrebbe essere capace di dir di no allo stesso pane quando il pane nega la parola di verità
della Santa Triade
A questa
ecclesiologia io credo,ho sempre seppur malamente creduto,a questa
ecclesiologia il mio cuore far riferimento domenica per domenica quando si
celebra il Sovrano triuno nell’una santa cattolica ed apostolica chiesa o meglio il Sovrano triuno è nella sua pienezza teofanica
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