mercoledì 27 maggio 2015

Ecclesia Dei/Pentecoste lo ieromonaco eremita


https://diakosmesis.files.wordpress.com/2012/11/03v.jpg?w=404&h=574
Evangeliario di Uta (Uta Codex)
Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek – Clm. 13601, fol. 3v:
Crocifissione

,,,la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo o dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. La Chiesa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo. Le immagini del vento e del fuoco, usate da san Luca per rappresentare la venuta dello Spirito Santo (cfr At 2,2-3), ricordano il Sinai, dove Dio si era rivelato al popolo di Israele e gli aveva concesso la sua alleanza; “il monte Sinai era tutto fumante – si legge nel Libro dell’Esodo –, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco” (19,18). Infatti Israele festeggiò il cinquantesimo giorno dopo Pasqua, dopo la commemorazione della fuga dall’Egitto, come la festa del Sinai, la festa del Patto. Quando san Luca parla di lingue di fuoco per rappresentare lo Spirito Santo, viene richiamato quell’antico Patto, stabilito sulla base della Legge ricevuta da Israele sul Sinai. Così l’evento della Pentecoste  viene rappresentato come un nuovo Sinai, come il dono di un nuovo Patto in cui l’alleanza con Israele è estesa a tutti i popoli della Terra, in cui cadono tutti gli steccati della vecchia Legge e appare il suo cuore più santo e immutabile, cioè l’amore, che proprio lo Spirito Santo comunica e diffonde, l’amore che abbraccia ogni cosa. Allo stesso tempo la Legge si dilata, si apre, pur diventando più semplice: è il Nuovo Patto, che lo Spirito “scrive” nei cuori di quanti credono in Cristo. L’estensione del Patto a tutti i popoli della Terra è rappresentata da san Luca attraverso un elenco di popolazioni considerevole per quell’epoca (cfr At 2,9-11).



la Chiesa è cattolica fin dal primo momento, che la sua universalità non è il frutto dell’inclusione successiva di diverse comunità. Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea, la purifica e la santifica sempre. 

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Evangeliario di Uta (Uta Codex)
Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek – Clm. 13601, fol. 3v:
Crocifissione Simbolica
La Crocifissione, che figura sulla pagina opposta, ha un contenuto ancor più complesso: vuol descrivere la vittoria di Cristo sulla morte. Gesù crocifisso – che la stola designa quale prete – appare circondato da personaggi allegorici, tra i quali Vita e Mors, Ecclesia e Synagoga. Nello sfondo compaiono tavole che stabiliscono un parallelo tra le quattro tappe della Redenzione e i quattro concetti fondamentali della geometria e della musica: il punto, la linea, la superficie e il volume da un lato, il suono e l’intervallo, Sistema e Concentus, dall’altro. Tutto questo si può riallacciare all’opera del monaco Hartwic, di S. Emmerano, che aveva studiato a Chartres sotto la guida del celebre vescovo Fulberto (1006/1007-1028), la cui scuola era uno dei grandi centri del tempo per gli studi delle sette Artes liberales.
L’Evangeliario di Uta segna la piena maturità dell’arte ottoniana di Ratisbona. Nelle elaborate concezioni delle cornici, nelle pagine decorative e nelle parti ornamentali si ritrovano ancora l’influenza e la sopravvivenza delle forme del Codex Aureus, mentre le rappresentazioni delle figure umane testimoniano della coerente volontà di raggiungere uno stile proprio.

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