I Santi Padri convocano
dal web
Il
cristianesimo per i Padri: un evento personale
Proprio perché i Padri hanno
vissuto la Parola e sono divenuti loro stessi un’incarnazione del Vangelo, nei
loro scritti si riscontra una visione del cristianesimo opposta a quella di
un’astratta filosofia o di un elenco di buone maniere. I Padri descrivono il
cristianesimo come un modo di vita che offre la possibilità di un rapporto
immediato con Dio. Essi si pongono sulla linea dell’Apostolo Paolo per aver
sperimentato che la loro vita "è Cristo e morire è un guadagno" (Fil
1, 21). Non esiste e non potrebbe mai sussistere un rapporto formale ed
esteriore con Dio perché ciò significherebbe concepire il divino come una
realtà priva di vita, come un oggetto manipolabile. Ancor meno si può ammettere
l’atteggiamento del pio fariseo il quale prende gloria dalla sua coerenza ed
adesione legalistica. San Gregorio Palamas, a tal proposito, commenta:
Il fariseo si
vanta di aver digiunato per due giorni della settimana, e non sa che queste
virtù sono umane, ma che la superbia è demoniaca; perciò questa le rende vane
e, mescolandosi ad esse, le manda in mille pezzi, anche se sono autentiche.
Quanto più, se sono false!
Il cristianesimo non è
dunque un codice di leggi e un galateo ma l’incontro con il Dio vivente. San
Simeone il nuovo Teologo sottolinea in modo particolare che nessuno può vivere
in Cristo senza avere al tempo stesso anche esperienza della presenza di Cristo
in sè. Il credente, dunque, non è colui che coltiva la sapienza umana ma colui
che si intrattiene con Dio nella preghiera per elevarsi nella misura in cui si
rende umile e semplice.
Tutto ciò ci viene indicato
dalla vita e dagli scritti dei Padri della Chiesa che ci donano il criterio con
il quale ci dobbiamo accostare alla lettura delle Sacre Scritture: non per il
gusto dell’erudizione ma per cambiare la nostra vita vestendoci di Cristo (Voi
che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo). Infatti
Sant’Atanasio insegna che "il Verbo si è fatto carne per rendere l’uomo
capace di ricevere la divinità". I Padri dei Concili di Nicea e
Costantinopoli hanno codificato nel simbolo di fede che Gesù Cristo
"discese dal cielo per noi e per la nostra salvezza". A quale altro
frutto allude questa salvezza se non la ricezione della divinità nell’umanità
del credente? E tutto ciò non implica un rapporto del credente con Dio? La
stessa salvezza in Cristo alla quale il credente è chiamato è un fatto
strettamente personale poiché nessuno può procurare la salvezza ad un altro.
Solo il singolo può provvedere per se stesso rapportandosi liberamente e
costantemente con Dio. È per consacrare questo nuovo modo di vivere la fede che
Cristo non ha voluto chiamare i suoi discepoli servi ma amici (Gv 15,15) e ha
sacrificato se stesso per riempire i credenti della stessa vita divina della
quale si era svuotato sul legno della croce. Ne consegue che, come dice Clemente
Alessandrino, il cristiano è "santo, portatore di Dio e portato da
Dio". La santità non costituisce dunque una questione etica, legata alla
morale come se dipendesse da semplici sforzi ascetici, ma ontologica cioè
legata all’essere. Il fedele diventa santo perché è membro di Cristo. La
questione etica perciò non riguarda la conquista della santità, come si crede
erroneamente, ma la sua conservazione.
Ma io li ascolto ?
Diciamo che li leggo anche con attenzione e perfino nei miei blog li cito e ne diffondo testi e meditazioni..Insomma un buon anche ottimo divulgatore ..con qualche bastevole preparazione esegetica e ottima conoscenza del greco e del latino ...
Rischio del Transfert
Mi dico però di fare attenzione ....c'è sempre un modo fariseo di pensarsi e presentarsi come
pubblicano ..Insomma c'è la superbia del peccato e nell'accusa del peccato...... in fondo questo tipo di accusa -sul trionfalistico e sul titanismo- potrebbe/può/è sicuro farmi fare la ruota del pavone per la serie come pecco io non pecca nessun altro/a
Ma il transfert nutre se stesso con il transfert del transfert e il pavone del pavone...
E allora ? Interrogativo privo di senso ....
Quindi aveva ragione il Padre Kosmàs : Kombuskini/ corda di preghiera - candele e silenzio
I cristiani finalmente stiamo zitti perchè non sono esperti nè competenti in nulla men che meno in cristianesimo
Intanto io - però- sto scrivendo e parlando
E come Padre Kosmàs soleva concludere per se stesso e per i suoi visitatori Buona Strada
Ma non ho mai capito a quale paese mandava se stesso e i suoi visitatori
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